Capitolo IV

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NdA: "In ritardo ma ce l'ho fatta. Ecco a voi il capitolo 22, pieno di incasinamenti sentimentali e con un finale tutto da scoprire. Il prossimo capitolo dará una virata alla storia, in un senso o nell'altro, il 24 possiamo considerarlo come la preparazione per il gran finale. Spero abbiate passato una buona settimana, mi raccomando, non sclerate troppo come la sottoscritta. Un bacio a testa,

Lu"

- CUPID CARRIES A GUN -

Capitolo 22: Karma

"Gli uomini non sono puniti per i loro peccati, ma dai loro

peccati" - Elbert Hubbard

Avevo perso il conto dei baci e delle carezze. La nostra prima volta era successa in una maniera così inaspettata e naturale che ancora non ne eravamo pienamente consapevoli.

Il rumore del mare era stata la nostra colonna sonora, la luna, il nostro silenzioso testimone. Era tutto perfetto. Troppo.

"Devo tornare al bungalow" disse Gonzalo guardandomi con aria colpevole.

Lo fissai e all'improvviso mi sentii trafiggere dall'amara realtà: lui era sposato!

"Certo" dissi alzandomi prontamente.

"Hey, Aria" sussurrò.

Non mi voltai mentre mi rivestivo, avvertii tutto il peso della moralità povera di una donna che si era abbandonata ai suoi istinti senza realmente pensare. Mi sentii toccare il braccio e lui delicatamente mi fece voltare, fino a ritrovarci faccia a faccia: "Le parlerò, le parlerò non appena si sveglierà".

Annuii semplicemente, senza proferire parola.

"Aria" pronunciò il mio nome prendendomi il mento tra le dita "Io ti amo, non ti voglio perdere di nuovo".

"Lo so" dissi staccandomi da quel contatto "ma dobbiamo anche essere realisti ed ammettere che siamo stati stupidi e disattenti. Non doveva succedere".

"Sì che doveva!" disse lui con fermezza "Doveva, doveva succedere tanto tempo fa... ed è stato meraviglioso, è stato sublime, fantastico, non avevo mai provato niente del genere prima. Ti prego, Aria, non rovinare tutto dicendo che non dovevamo, non sminuirlo" Fece una pausa "A meno che tu..."

"Che io?"

"Ti sia pentita realmente o che non ti sia piaciuto" terminò.

"Sai bene che mi è piaciuto".

"Pentita allora?"

Lo fissai e notai tutta la tensione sul suo volto, era così in preda dei suoi istinti, ormonale come sono gli argentini sanno essere. Mi strappò un sorriso.

"Perché ridi?" si accigliò.

"Perchè avevi un'espressione così...così..."

"Così come?" domandò avvicinandosi di nuovo.

"Da argentino" risposi ridacchiando.

"Oh già, dimenticavo che il tuo sangue cileno sta scalpitando per prendere a calci l'argentino di turno" commentò ironico, prendendomi tra le braccia e stringendomi a sé: "Ti sei pentita?"

La domanda stavolta era seria.

"No" risposi guardandolo negli occhi.

La replica fu un bacio, l'ennesimo, lungo e tenero. Ci staccammo controvoglia e lui poggiò la sua fronte alla mia, sorridendo.

"Perché sorridi?" fu il mio turno quella volta chiederlo.

"Perché siamo veramente un disastro, non becchiamo mai i tempi giusti".

CUPID CARRIES A GUN || HiguainWhere stories live. Discover now