Cap.21

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Louis

Uscii dall'appartamento con un pesante nodo alla gola e l'impellente necessita di respirare. Mi era parso tutto così maledettamente bello  in quel periodo che mi ero totalmente dimenticato della profezia.
Maledetto, maledettissimo me!
Quale spregevole mostro avrebbe potuto condannare una così dolce creatura ad una fine tanto orribile?

'Tu, Louis. Tu lo stai condannando a morte'

Una forte fitta al cuore mi rese debole per un attimo e non potei far a meno di sospirare mentre mi appoggiavo placidamente alla lucida porta che avevo appena chiuso.  Quell'unico pensiero riuscì ad abbattermi come mai niente mi aveva abbattuto in tutta la mia vita... sapevo da tempo di non essere stato proprio il più innocente degli spiriti, ma mi stavo davvero affezionando ad Harry.
Ogni cosa di quel giovane dalla capigliatura incasinata riusciva a rendermi vulnerabile, bastava un sorriso accennato ed improvvisamente mi ritrovavo spoglio, completamente nudo difronte a quegli occhi da cerbiatto che contenevano tutte le risposte alle domande del mondo...
Mi stavo affezionando alle sue battute pessime, al rumoroso e maldestro modo che aveva di camminare per casa, ai suoi pessimi tentativi di flirt ed a quei preziosi piccoli momenti in cui potevo ammirare le sue guance diventare un po' più colorite del solito.

Ancora non riuscivo ad ammetterlo, ma potevo chiaramente sentire di star cambiando: i miei incubi erano quasi del tutto scomparsi ed al posto degli occhi vitrei dell'uomo che avevo assassinato, apparivano sempre più spesso quelli verde magenta di Harry che mi sorridevano, infondendomi calore.
Ridevo spesso ed in maniera incontrollabile e persino il mio sangue aveva ripreso a scivolare placidamente nelle vene...
Qualcosa stava nascendo in me, come un esile bocciolo di rosa che fiorisce alle prime luci dell'estate. Qualcosa di grande, di spaventoso, che sapevo mi avrebbe portato da qualche parte, ma dove?
Non ero sicuro di cosa si trattasse, o forse sì ma non avevo il coraggio di ammetterlo, in ogni caso, le voci erano state più che incisive pochi secondi prima:

Il principe Sitri, il duca Valefor ed il Marchese Amon richiedevano un colloquio urgente nel bosco, ed io sapevo: sapevo di cosa mi avrebbero parlato, sapevo che il termine previsto per la mia missione sarebbe stato dimezzato, poiché il coinvolgimento fra me ed Harry si stava rafforzando sempre più ogni secondo che passava; sapevo che il tempo era agli sgoccioli e che ben presto avrei dovuto condannare un giovane ed innocente ragazzo ad una fine che sicuramente non meritava.

Sapevo tutto questo e l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era 'non è giusto...'

non è giusto

Aguzzai l'orecchio- mentre ancora tenevo la schiena appoggiata alla fredda superficie metallica della porta- e percepii la figura impacciata di Harry ancora immobile a pochi passi da me. Percepivo la sua preoccupazione ed il suo dolore così chiaramente che per un'attimo li feci miei: provai gli stessi sentimenti, le stesse sensazioni che stava provando lui e, per la prima volta da quando mi trovavo in quel Villaggio, mi sentii di nuovo umano.

Mi sentii di nuovo come se fossi tornato ad essere quel giovane bambino insicuro e spaventato dal mondo, che si nascondeva dietro le gambe di sua madre quando un'ospite sconosciuto entrava in casa.

Harry aveva paura, lo sentivo chiaramente. Aveva paura di aver sbagliato qualcosa, aveva paura di avermi spaventato in qualche modo... Harry aveva paura di tutto, quando l'unica cosa di cui avrebbe dovuto veramente aver paura sarei dovuto essere io.

Una piccola lacrima cristallina scivolò lungo la mia guancia e, quando la raccolsi con al punta dell'indice, rimasi estremamente stupito nel trovarla così trasparente e limpida come l'acqua di un fiume in primavera. Di solito piangevo sempre lacrime nere- dense come i miei innumerevoli rammarichi e amare come il più mortale dei veleni- e vedere quella piccola goccia d'acqua- tanto graziosa quanto fragile- così limpida e pulita, mi fece tremare le ginocchia.

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