Ti chiami Thomas

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Sono qui davanti al pc, non ho voglia di essere la prima a scrivere, deve farlo lui!

Sono passati dieci minuti, ancora niente.

"Eva, a cena!"

Sento mia madre urlare dal corridoio, ok, forse dovrei scrivergli dopo.
Chissà, magari quando torno mi ha già scritto lui!

Mi dirigo in cucina e trovo già tutti seduti, per noi la cena è un momento irrinunciabile, mia madre cucina benissimo, e fa qualsiasi cosa per accontentarci tutti.

Stasera ci sono le scaloppine di pollo con i piselli, mangio tutto velocemente perché la mia testa è solo lì, voglio vedere se mi ha scritto.

Mi alzo dal tavolo e mi dirigo in camera.

Apro subito la chat, ma niente, lui non ha scritto.

Ok lo farò io, d'altronde è stato lui ad insistere per il contatto.

Eva: Prima insisti per il contatto e poi non mi scrivi?
Thomas: ciao, chi sei?

Quindi è così che si chiama! Thomas!

Eva: Lo sai chi sono....
Thomas: Si lo so, sei la cessa.
Eva: Insomma Thomas, di dove sei? Quanti anni hai?

Non voglio rispondere alle sue provocazioni, altrimenti ci impiegherò tutta la notte a sapere qualcosa di lui.

Thomas: Hey, hey, piano.
Sai già come mi chiamo, direi che per oggi può bastare.
Eva: Ah, se va bene così a te, va bene anche a me, anche tu sai già come mi chiamo.
Thomas: Si Eva 😉!

Direi che può bastare, ora tocca a lui, visto che è così indisponente deve scrivermi lui, io non lo farò più.

Come previsto dopo appena cinque minuti trovo un suo messaggio.

Thomas: Insomma quanti anni hai?
Eva: Perché, t'interessa?
Thomas: Sennò non te l'avrei chiesto.
Eva: Per oggi sai già come mi chiamo, può bastare così.
Thomas: Mi fai morire, notte 😘
Eva: Buonanotte Thomas.

Chiudo così la conversazione, ho ancora il sorriso sulle labbra, ma cosa mi sta succedendo? Sarà meglio non entrarci più in quella chat, guarda come mi sono ridotta.

Spengo il computer e mi metto nel letto, è freddo, qui nel mio paese è sempre freddo.

È mezzanotte, non riesco ad addormentarmi, perché lo sto pensando?

Domani devo andare a scuola, come farò ad alzarmi? Devo dormire.

La voce di mia madre mi fa drizzare giù dal letto, è tardi, mi preparo velocemente e vado in cucina a mangiare qualcosa.
Chissà Thomas cosa sta facendo...

Arrivo a scuola e trovo Chiara di fuori ad aspettarmi, lei arriva sempre prima di me; ci dirigiamo in classe e ci mettiamo sedute al nostro posto.

La mia classe è composta da 9 ragazze, una pacchia...
Io e Chiara siamo le capoclasse, quindi abbiamo molta più libertà delle altre.

Scrivo un biglietto a Chiara e glielo do in mano "Quello di ieri della chat, alla fine, l'ho aggiunto su msn :)" lei prontamente mi risponde "veramente? Ma tu sei matta! Di che avete palato?" subito le rispondo anche io "ma di niente in particolare, sinceramente non lo sopporto" le ridó di nuovo il biglietto, ma non fa in tempo a rispondere che già suona la ricreazione.

Ci alziamo ed andiamo come di consueto a fare un giro per i corridoi.

C'è un ragazzo che mi piace da morire, è il figlio di un collega di mio padre, ed ogni volta che passa è un colpo al cuore! Eccolo che mi sta passando davanti, mi guarda e continua dritto, Giovanni, è così che si chiama, lui ed i suoi amici sono tutti molto carini, i più ambiti della scuola.

"Hai visto? Mi ha guardata" dico a Chiara.

"Si, c'era anche Nicolas, ma non mi ha guardata" Chiara abbassa lo sguardo e gira a destra.

Lei è molto insicura, vorrei farle capire quanto è bella, ma non ci riesco, lei si vede brutta, ed io davvero mi chiedo come faccia.
Se solo potesse vedersi coi miei occhi...

Le successive ore volano, ed io non vedo l'ora di tornare a casa per accendere il computer.

Arrivo a casa e mentre mamma apparecchia ne approfitto per accenderlo.

Subito noto che Thomas è online, già fremo.

Eva: mangiato bene?
Thomas: no sto andando ora a pranzo, ci sentiamo dopo!
Eva: Chi te lo dice che dopo ci sono?
Thomas: ci sarai.

Subito va offline. Improvvisamente mi sale un senso di vuoto dentro, vorrei parlare con lui adesso, odio questo modo di fare. Io sono una che vuole tutto e subito.

Vado a pranzo, e stavolta mangio molto lentamente, devo aspettare. Devo solo aspettare, tanto vale che me la prendo comoda.

Mio padre oggi ha da ridire su di me, perché io mi siedo male a tavola, non lo sopporto, ma perché deve fare sempre così?

Mi alzo da tavola e vado a vedere i cartoni con mia sorella Alessandra.

Il tempo passa e sono già le tre, metto il mio programma preferito, uomini e donne e mi perdo completamente in esso, tanto che alle quattro mi ricordo improvvisamente che devo andare al computer.

Eccomi, sono online.

Anche Thomas lo è.

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