Detective Bale: il caso "Shine"

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Quella mattina il detective Henry Bale entrò nel suo ufficio di buon umore, ormai erano settimane che stava dietro ad una donna che tradiva il marito e finalmente, la sera prima, era riuscito a coglierla in flagrante, il marito avrebbe ottenuto il divorzio e lui la sua bella parcella. Sulla scrivania trovò una busta anonima con scritto solo una frase "Uccidilo e avrai il resto". Il cuore iniziò a battergli più velocemente nel petto, cosa poteva contenere quella busta? E se fosse stata una specie di trappola? O magari uno di quei virus letali spediti per posta? La sua paranoia cominciava a ricomparire. Le sedute dallo psicologo sembravano non dar frutti. La curiosità alla fine prese il sopravvento, con le mani tremanti aprì la busta <<Io ti apro, ma non facciamo scherzi>> voce roca e tesa, sguardo perplesso. I suoi occhi verde smeraldo si sgranarono vedendo il contenuto della busta. Soldi, soldi e soldi. Pensò davvero che stavolta gli avevano tirato un brutto scherzo. <<Telecamera nascosta o soldi finti?>> disse a voce alta ridendo. Controllò meglio e dietro alla mazzetta di soldi ecco due foto, un piccolo ciondolo a forma di delfino, un dispositivo USB e una lettera.
"Lei è Adele Stevens aveva 17 anni. Non pretendo giustizia, cerco solo vendetta. Il resto a lavoro compiuto".
Era sbalordito, guardò con attenzione le foto, una con Adele che rideva, capelli ricci castani, occhi neri, corporatura esile e vestita in modo sobrio. La seconda era raccapricciante, anche per lui che di queste foto ne aveva viste parecchie quando ancora lavorava in polizia, si sentì rivoltare lo stomaco. La ragazza distesa a terra in una pozza di sangue e tagli raffiguranti simboli satanici sparsi per tutto il corpo. Era stata una qualche setta? Possibile che qualcuno avesse fatto tutto da solo? Il suo lato investigativo già iniziava a porsi le prime domande, ancora non sapeva se accettare o meno il caso, ma già il suo cervello elaborava possibili piste.
Decise di chiudere la busta e riflettere, doveva rifiutare? Del resto non era il tipo che ammazzava a comando. Era un detective e non un mercenario. Iniziò a bere attaccandosi alla sua bottiglia di tequila. "Primi problemi ed ecco ricomparire il vizio" pensò, non riusciva a non attaccarsi alla bottiglia quando era in ansia. Dopo una mezz'ora passata a bere e a guardare la busta chiusa, decise di riaprirla e prese il ciondolo. Il contatto con quell'oggetto lo fece sussultare, aveva giurato di aver sentito una voce "Ma no, sicuramente sarà la tequila" pensava continuando incredulo a fissare il ciondolo. Si alzò e lentamente raggiunse il divano. Iniziava a farsi sentire davvero la tequila, gli sembrava che il suo ufficio gli girasse intorno. Si sfregò gli occhi con le mani, non riusciva a credere a ciò che vedeva, la busta, il ciondolo e alcuni suoi fascicoli gli fluttuavano sopra la testa. Ed eccolo arrivare: il panico. Si alzò di scatto dal divano, ma cadde faccia a terra.

Si alzò stanco, la testa faceva male e aveva anche la bava alla bocca.  <<Ma che diamine ci faccio a terra>> disse sfregandosi la tempia con l'indice; ripensò a tutti gli oggetti che stavano volando intorno alla stanza e subito si mise in piedi avvicinandosi alla scrivania; tutto in ordine come al solito. La tequila aveva giocato un brutto scherzo. Solo sul divano vide che c'era il ciondolo. Si avvicinò e con molta cautela lo prese. Sentì un suono strano, era come un alito di vento che passandogli accanto gli sussurrava qualcosa. Non riusciva a capire. Il cuore accelerò. Cosa gli stava accadendo? Si diede un paio di colpi al viso  <<Riprenditi Bale hai un lavoro da fare>> spesso gli capitava di parlare da solo. Decise di iniziare ad indagare e pensare se accettare il caso solo quando avrebbe avuto un quadro della situazione più completo. Prese il dispositivo USB e lo collegò al suo portatile. Qualcosa di strano stava accadendo e doveva capire cosa. File, foto e notizie di giornale, passò tutto a setaccio. Decine le foto di ragazze scomparse,  tante altre di quelle uccise allo stesso modo di Adele. Un file con diversi appunti e un nome di un locale, Shine, che Adele era solita frequentare. Staccò per un istante gli occhi dal computer e prese in mano nuovamente il ciondolo di Adele. Il sussurro di nuovo, questa volta si fece più nitido "Shine". All'udire quella voce si spaventò e nel contempo provò un enorme voglia di iniziare le indagini . Aveva capito che quel sussurro gli stava indicando la via da seguire.

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⏰ Last updated: Jul 31, 2018 ⏰

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