Capitolo 1

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Adam's pov


Guido da ore verso una meta indefinita e non nego di sentire la stanchezza impadronirsi sempre più del mio corpo.
Un cartellone mi avvisa che a pochi chilometri c'è un motel, finalmente potrò fermarmi per riposare un po'.

Quando la scritta luminosa appare davanti ai miei occhi, quasi esulto per la felicità.
Da quando è successo tutto sono un altro.
Il mio corpo sembra non appartenermi più, si affatica facilmente, ho perso la grinta che mi distingueva.
Per non parlare della mia mente: completamente fusa.
Per un attimo avevo creduto veramente che avesse ragione, che tutto ciò che stavo facendo ultimamente fosse la cosa più giusta da fare, invece...un rimbecillito ecco cosa stavo diventando.
Talmente rimbecillito che mi ero quasi convinto di chiedere un supporto a Karen, di conoscere meglio Alexandra e interrogarmi seriamente sui sentimenti che provo per lei.
Meno male che non mi è stato dato il tempo per farlo.

Parcheggio la moto nell'area riservata ai clienti, sfilo il casco e lo metto al suo posto, poi, dando uno sguardo intorno, mi dirigo verso l'ingresso.
Ad accogliermi nella piccola hall un signore di mezza età con due baffi enormi a nascondere parte del suo viso molto magro.
"Buonasera" mi accoglie gettando lo sguardo sul televisore acceso.

"Buonasera, ci sarebbe una camera disponibile per una notte?" chiedo.
"Stanza 18 al primo piano -dice porgendomi la chiave- Per favore un documento".
Cazzo! Ed ora? Preso dalla rabbia e abituato a mostrare sempre la patente ho dimenticato di prendere la carta d'identità.
Il signore dall'altra parte capisce dalla mia espressione che non ho nulla da mostrargli.
"Ragazzo, sei ricercato? Non voglio guai nel mio motel".
"No, non lo sono, ho solo dimenticato i documenti a casa. Comunque vado via, non si preoccupi" e poggio la chiave sul bancone in legno.
Il tempo dì voltarmi e fare tre passi che sento:
"Nessuno ti prenderà a dormire senza documenti".
"Lo so. Dormirò su una panchina".
"Morirai di freddo".
"Senta, ha un'altra soluzione per caso?"
"Stanza 18, primo piano. E niente guai".
Torno indietro, mi avvicino al bancone e afferro la chiave.
"Grazie" dico.
"Non farmi pentire del gesto. Domattina entro le dieci ti voglio fuori".
"Non se ne pentirà. Comunque il mio nome è Adam Collins".
"Bene Adam. Io sono Albert. La colazione domattina è dalle sette alle nove. Buonanotte".
"Buonanotte" e mi dirigo verso la stanza.

Percorro il vecchio corridoio mentre guardo i numeri sulla porta.
Finalmente mi trovo davanti il diciotto.
Infilo la chiave nella toppa, giro e apro.
La stanza è avvolta nel buio totale.
Tasto con le mani la parete in cerca del pulsante della luce.
Lo trovo dopo poco, spingo e davanti ai miei occhi mi trovo un letto matrimoniale, due comodini, un piccolo armadio e una porta che sicuramente conduce al bagno.
I mobili sembrano aver conosciuto giorni migliori ma sono troppo stanco e giù di morale per fare lo schizzinoso.

Poso il mio zaino sul letto e mi dirigo dritto in bagno.
La doccia è l'unica cosa che in questo momento possa darmi un po' di sollievo.
Apro l'acqua e, in attesa che esca calda, mi spoglio.
M'infilo dentro e mentre lascio che l'acqua mi scivoli addosso, penso alla scoperta che ho fatto.

Vivere per diciannove anni senza un padre, pensare al suo viso, al colore dei suoi occhi, chiedersi se fossi uguale a lui o totalmente diverso.
Immaginare quel padre a cui ad ogni festa del papà scrivevo di nascosto una letterina chiedendogli dove fosse, facevo il regalino che la maestra ci diceva di fare e lo riponevo nel mio armadio.
Ho cercato per anni quello che sarebbe dovuto essere il mio eroe, quello che avrebbe dovuto rimproverarmi e darmi delle regole, quello che avrebbe dovuto giocare con me buttato a terra, quello che avrebbe dovuto semplicemente amarmi.

Scoprire oggi il nome del mio eroe è stata una sorpresa inaspettata.
Mi chiedo se è stato tutto calcolato.
Ethan sapeva tutto? Spero di no.
Perché viene a casa mia?
Cerca ancora mia madre?
Sarebbe da coglioni visto che ha una famiglia bellissima.
Si, ha saputo crearsi un nido d'amore favoloso.
So di essere stato crudele a dire quelle cattiverie davanti ad Erika ma la rabbia che ho dentro aveva bisogno di essere tirata fuori.

Più forte dell'amore 3 LA NOSTRA RINASCITA [The stronger love series]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora