Capitolo 2

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I due infermieri mi accompagnano in una stanza, o almeno quella che sarà la mia stanza per qualche mese. Mentre mi accompagnavano mi hanno spiegato cosa fosse quel posto e perché io fossi lì. Era un ospedale psichiatrico, un manicomio ed ero lì perché, secondo mia madre, da un anno a questa parte sono impazzita. Forse un po' ha ragione, dico cose senza senso, a volte vedo un coniglio bianco con il panciotto. Qualche mese in questo posto magari mi farà ritornare me stessa.
Ma infondo tutti i migliori sono matti.

La stanza è azzurra, di un azzurro chiaro, al centro c'è un letto con delle lenzuola bianche e dei mobili di legno, un armadio enorme fatto anch'esso di legno.

I due infermieri parlano fra loro in modo molto strano, che mi diverte. Mi lasciano nella mia stanza e chiudono la porta a chiave.

Penso a sei cose impossibili, come mi ha insegnato mio padre e mi addormento, lasciandomi cullare dal suo ricordo.

Al mio risveglio posso uscire dalla stanza, e vado alla mensa per fare colazione. Prendo un muffin ai mirtilli e un the caldo.
Durante la colazione gli infermieri ci avvisano che possiamo uscire in cortile per respirare un po' d'aria fresca.
Presi il mio cappotto e uscì senza esitare.
Che bel giardino, un giardino enorme pieno di alberi e fiori profumati. Ma quello cos'è? Un coniglio? Un coniglio con il panciotto e un orologio? Ma come è possibile? Lo seguo in mezzo al bosco, è veloce non riuscirò mai a raggiungerlo.
Ma dove è andato? Continuo a camminare finché non mi trovo a volare nel buio. Cado con il sedere su delle piastrelle rosse e oro. Questo posto ha qualcosa di familiare. Mi alzo e mi trovo davanti un cilindro. Eccolo il coniglio. Mi sta guardando, mi avvicino piano piano e lui,come se fosse indispettito , batte la zampetta. Mi fermo davanti a lui, mi guarda e con il sorriso stampato mi saluta "Ciao Alice, ci ho messo molto per trovarti, cosa facevi in quel manicomio?"
"Ci conosciamo?"
"Ecco ci risiamo.."
"Chiedo perdono, ma ci risiamo per cosa?"
"Vieni con me, svelta"
"Signor coniglio dove ci troviamo"
"Siamo nel vecchio castello della Regina di Cuori"

Ero meravigliata da quel castello, così strano rosso pieno di cuori. Era vuoto. Nessuno ci abitava da molto tempo ormai. Passiamo attraverso infiniti corridoi finché non ci fermiamo davanti a una porta a forma di cuore.
Il coniglio apre la porta e tanti animaletti strani mi vengono in contro per salutarmi.
"Non mi ricordo chi siete.."
"Bianconiglio hai preso ancora l'Alice sbagliata per caso?" disse un topino bianco con un ago tra le mani puntato verso il coniglio.
"Ma certo che no! È l'Alice giusta" rispose il coniglio preoccupato.
Dal fondo della sala una voce disse "la riconoscerei tra mille, è lei la nostra Alice".
Una figura più alta di me, si avvicinò. Ha ricci rossi e in testa un cappello, occhi grandi di colore verde , il viso bianco e la bocca rossa. Indossa un soprabito viola con dei pantaloni a quadretti. "Ciao Alice"
"Ciao.."
È fermo davanti a me e mi fissa, dopo qualche istante mi abbraccia forte "Mi sei mancata".

Alice e il Cappellaio MattoWhere stories live. Discover now