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La morte non è un qualcosa che si possa predire o prevedere. Anche quando ti viene detto che ti rimane un tempo limitato, il giorno esatto della tua morte non si sa fin quando non arriva.

La maggior parte delle volte, comunque, la morte arriva senza essere stata annunciata, inaspettata, e indesiderata.

Eppure... quando vivi la tua vita come se il domani non esistesse o importasse, quando vivi il momento, facendo ciò che vuoi anche se è la cosa più futile del mondo, allora quando la morte arriva, sei pronto ad essa. O almeno, sai che era giunto il momento e l'accetti. O almeno, così è stato per me.

È stato un incidente, veloce e indolore. È stato un boom rumoroso ed energico, della luce, e poi l'oscurità, completa e soffocante oscurità. Non ricordo il dolore, il mio cervello non ha avuto il tempo di percepirlo. È finito tutto prima che si attivasse la sinapsi, penso.

Quando l'oscurità si è dissipata e riuscivo di nuovo a vedere, si sentivano sirene e urla, del fuoco usciva dalla mia automobile che stava sottosopra e il piccolo camion contro cui ho sbattuto accanto a lei. Vigili del fuoco e paramedici stavano portando fuori dal camion il corpo e altri stavano coprendo quello che stava accanto alla mia automobile. L'unica cosa che riuscivo a vedere era un braccio che usciva dal telo bianco, e aveva tutti i miei braccialetti.

Non ho provato panico né nessun tipo di paura quando ho realizzato che il corpo morto fosse il mio. Non mi sono sentito spaventato quando ho realizzato di essere morto.

"Quindi è così che sono morto," ho mormorato, annuendo leggermente.

C'erano molte cose che ho lasciato in sospeso, anche un graphic novel, ma niente di tutto ciò mi ha seguito o fatto sentire a disagio. Penso che in ogni caso, si lascino sempre questioni in sospeso sulla Terra. Ciò che determina se rimarrai più a lungo o no non è se tu abbia qualcosa da fare ancora o no, ma se saresti dovuto morire in quel momento o no.

La mia morte è stata un puro incidente, fortuito e inevitabile. Era la mia ora.

Mi sono guardato intorno perché la mia esperienza con i fantasmi mi aveva insegnato una cosa: c'era sempre un Angelo della Morte nei paraggi. Uno sarebbe venuto anche per me.

Ho sentito il cambiamento nell'aria, come se essa fosse carica di elettricità, c'era anche una specie di ronzio oltre al rumore del putiferio per l'incidente, e sapevo che era giunta l'ora, qualcuno stava venendo per me. Ho distolto lo sguardo e ho visto l'Angelo della Morte. Come sempre, non aveva una sagoma né faccia definita, era solo un'entità che stava lì, e mi invitava ad avvicinarmi. Ho cercato di immaginarlo come una ragazza, una ragazza di diciassette anni che ho incontrato venti anni fa, con dei capelli castani corti e mossi, occhi marroni come cioccolato al latte e il sorriso più vitale che abbia mai visto. L'Angelo della Morte ha iniziato a somigliarle quando mi sono concentrato su di lei, rendendomi le cose più facili.

Gli sono andato incontro, sentendomi a mio agio ma ansioso allo stesso tempo perché era giunto il momento di lasciare questa dimensione e incontrare Paige nell'altra. Questo Angelo della Morte mi avrebbe portato da lei.

"Sono pronto," gli ho detto e potevo vedere il suo sorriso, caldo quasi come quello di Paige, ma riuscivo anche a percepire che fosse solo un'imitazione. Ma andava bene, l'avrei rivista presto, in ogni caso.

L'Angelo ha annuito e mi ha posato la mano sulla spalla, come ho visto fare innumerevoli volte durante gli anni; nel momento in cui fece ciò, tutto ebbe un senso. Non sapevo tutto, ma mi sentivo come se lo sapessi. Come se tutte le lezioni fossero con me e questo mi diede un senso di pace. Nel mio cuore sapevo cose a cui non avevo mai avuto una risposta prima, come il perché riuscivo a vedere i fantasmi.

Ovviamente, potevo vedere i fantasmi per Paige. Perché ero destinato ad incontrarla e vederla. Perché, anche come esseri diversi, le nostre strade erano collegate e le nostre anime fatte per incontrasi. Non sono nato con la Vista, l'ho acquisita nel momento in cui Paige ha fatto la sua scelta.

Tutto ha senso, non nella mia mente, ma nella parte più profonda di me, e mi sento intero. Ora capisco perché Paige era così felice e soddisfatta nel momento in cui mi ha lasciato, anche se io stavo cadendo a pezzi. Ora ha senso, e se si è sentita così in quel momento, sono ancora più felice di averla lasciata andare.

Cosa sono vent'anni quando sai che siete anime gemelle e non importa cosa, vi ritroverete sempre?

Quindi lascio che l'Angelo della Morte mi porti dalla mia anima gemella, aspettando con ansia ogni secondo, anche se ora il tempo non importa più. Ed è un viaggio semplice, non lo sento neanche. Si tratta solo di... essere lì. Una luce che ingoia tutto e poi sparisce fino a quando non c'è un posto diverso. Ma niente intorno ha importanza per me perché c'è una sola cosa su cui riesco a concentrarmi, una sola figura che prende tutta la mia attenzione e mi fa sorridere.

È esattamente uguale a quando l'ho incontrata e anche se io non lo sono, anche se sono cambiato, non ha importanza. L'età non importa all'anima, almeno non come fa sui corpi umani, quindi se fossi morto a diciassette anni, come Paige, o a trentasette, com'è accaduto, sarebbe totalmente irrilevante. E poi, qui non ha davvero importanza come appari. Si va oltre ciò.

Mi sorride raggiante, anche in maniera più bella di quando eravamo insieme perché ora non c'è dolore nei suoi occhi. c'è solo felicità ed è la cosa più preziosa che io abbia mai visto.

"James!" Urla lei, i suoi occhi non lasciano mai i miei mentre comincia a correre verso di me, poi corre ancora di più e non si ferma fino a quando non è tra le mie braccia, stretta a me. La tengo più stretta che mai, chiudendo gli occhi e godendomi il calore di questo momento. La perfezione di questo incontro.

"La mia Paige," mormoro tra i suoi capelli, tirandomi un po' indietro, abbastanza per vedere il suo viso mentre le tolgo i capelli dal viso. "La mia Paige. Finalmente sei tu."

Ridacchiando, risponde, "Mi sei mancato così tanto."

"Anche tu," dico io, il sorriso che non abbandona mai le mie labbra. "Finalmente sono qui."

"Come dovrebbe essere." Preme la sua fronte contro la mia, chiudendo gli occhi e prendendo un respiro profondo. "E non preoccuparti, abbiamo un sacco di tempo da passare insieme prima di tornare nel mondo dei vivi."

"E anche allora ci incontreremo di nuovo," predico, sapendo che il suo sorriso è uguale al mio.

"Assolutamente." Paige apre gli occhi per guardare nei miei, dicendomi con essi che l'amore che avevamo quando ero vivo è ancora lì, che brucia ardentemente. "Benvenuto, James. Ti stavo aspettando."

"Finalmente sono a casa," sussurro, perché anche se ai miei genitori non è mai importato di me, anche se non ho mai avuto molti amici o amici reali quando ero vivo, anche se non sono mai stato capace di innamorarmi di nuovo, anche se ero contento con la mia vita da single, facendo ciò che volevo, vivendo dove volevo, non ero mai a casa perché essa è sempre stata accanto a Paige. Quando è tra le mie braccia è l'unico momento in cui mi sento davvero a casa. E dopo vent'anni di attesa, è bello essere di nuovo a casa.


***SPAZIO TRADUTTRICE***

That's it.

Anche il sequel è finito *sigh*. Paige e James coppia dell'anno. Sono carinissimi.

Continuo a scusarmi per l'incostanza degli aggiornamenti, faccio del mio meglio. Durante le vacanze di Natale non aggiornerò, quindi ci rivediamo a Gennaio con il prequel (non togliete la storia dalla biblioteca, vi avviserò qui e su Unseen). Preparate i fazzoletti. Dico solo questo. Io lo adoro.

So, vi auguro buone vacanze e un Natale felicissimo, è il mio periodo preferito dell'anno e sono troppo felice.

Vi ringrazio per il continuo supporto e l'amore che dimostrate per questa storia.

Ci vediamo nel 2017.

Mangiate tanto e se bevete non guidate (e non scrivete sms agli ex, che lo sappiamo come va a finire).

Ciao cuoricini,

Un abbraccio xx

ABSENT (Traduzione Italiana)Where stories live. Discover now