Dialoghi 001 Partenze

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«Vedi, piccola mia, il mio problema è che ho incontrato troppe persone che si sono proposte come mete, punti di passaggio o luoghi di pellegrinaggio per i miei pensieri. Ma immagino che non sia questo ciò di cui avessi bisogno.»

I suoi capelli - corti, leggeri e un po' indisponenti come lei - mi si erano accoccolati sulla spalla, nascondendo quegli occhietti vispi che sapevano intrecciarsi meravigliosamente a ogni mia piccola debolezza.

«Quello di cui avevo bisogno era un compagno, qualcuno che sapesse stare al mio fianco dopo ogni chilometro al vento, qualcuno che condividesse i pericoli e le scoperte, le insidie e le vittorie.»

«Avranno avuto paura.»

Mi guardò, con uno di quegli sguardi che avevano già in sé decretato la mia sconfitta. D'improvviso, tutto era più chiaro e lineare. Avevano avuto paura, doveva avere ragione.


«Be', non sarebbe stato un problema. Sai tutta quella storia che i viaggiatori non hanno mai paura? Be', è una cazzata. I viaggiatori hanno paura. Sempre e costantemente.

Quando ogni giorno è un'avventura la routine scompare, ogni azione - anche la più piccola - è una scoperta e non sai mai cosa ti riserveranno gli istanti successivi. La sicurezza nei propri mezzi c'è, è ovvio. Ma c'è anche la consapevolezza della propria limitatezza di fronte all'infinita maestosità del Fato.

E allora ecco che tutto il Futuro è un buco nero, un orizzonte verso il quale guardare con un atteggiamento di curioso terrore, pronti a morire soltanto in un profondo atto di vita.»

Erano belle parole per uno che a stento aveva messo il naso fuori dalla propria città. Poi lei mi guardò, e nei miei occhi vide i posti che visitavo ogni giorno di notte. E io compresi di aver trovato ciò che cercavo da sempre.

Fiabe StorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora