Ci sono io!

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Nelle settimane successive, le prove in teatro furono estenuanti e Lisa fu irratabile come non mai.
Miki sentí spesso Pedro al telefono, ma rifiutó i suoi appuntamenti.
In teatro decisero di limitarsi al saluto, per evitare che Lisa desse di matto. Ma Miki era convinta che la cosa valesse anche per Rebecca.
Solo le donne riescono a percepire quelle vibrazioni sotto pelle che trasmettono tra loro. Una sorta di codice morse, di cui gli uomini ne sono totalmente allo scuro.
L'interesse che inizió a crescere dentro di sè verso Pedro, le sembró trovare conferma una mattina.
Trovó sullo zerbino una rosa e un biglietto con su scritto:

Non riesco a dimenticare il tuo profumo.

La fece sorridere l'idea che lui fosse arrivato, di sua insaputa, fuori casa a lasciarle un regalo del genere.

In fondo da quando si era trasferita a Manhattan, uscí al massimo con due amici di Lisa. E le bastarono quei due a convincerla che di Uomini ce n'erano davvero pochi in giro.
Maledisse la sua incapacità di contare fino a dieci, prima di fare le solite cazzate, quando invió a Pedro un messaggio per ringraziarlo.
Le sembró infinito il tempo di attesa della sua risposta e inizió a fantasticare su quanto la potesse ritenerla ridicola.
Finché le fece squillare il telefono.
Hei, ho letto il messaggio.
Aveva sempre quella voce cosí calda e profonda da farla impazzire.
Ciao, volevo ringraziarti.
Continuò imbarazzata lei.
Ma di che regalo stai parlando?
Miki desideró sprofondare sottoterra in quel preciso istante. E quando gli raccontó cosa fosse accaduto, si sentí in tremendo imbarazzo.
Mm... e non sai chi possa avertelo mandato?
Il suo tono sembrò pronto a voler capire sul serio di chi si trattasse.
No!
Rispose amareggiata e dispiaciuta che non fosse stata opera sua.
Fatti trovare pronta per le stte, passo a prenderti in moto. Non voglio scuse questa volta.
Ma lui riagganció il telefono ancor prima che potesse rispondergli, e lei certamente non si sarebbe tirata indietro.

Pedro arrivó in anticipo e rimase giú ad aspettarla, poggiato alla sua moto con le braccia incrociate.
Sorrise, dopo averla osservata per bene da capo a piedi. Cosí tanto da farle pensare di aver esagerato con quella tuta nera da sera, probabilmente troppo aderente per i suoi gusti.
Quando finalmente furono vicini, le sfioró il naso con il suo, passando ad un palmo dalla sua bocca, per poi posarle le labbra in un bacio sulla guancia.
Le fece salire un brivido lungo la schiena quando le toccó la spalla per portarle i capelli indietro e osservarla meglio.
Lui indossava dei semplicissimi pantaloni scuri e camicia nera avvitata che lo rendevano irresistibile.
Ciao.
Sussurrò lei, ma non le rispose, bastarono i suoi occhi e il suo solito sorriso a farlo.
Ho esagerato?
Chiese impacciata, allacciandosi il cappotto per coprire le sue forme.
Stai zitta.
Le sussurró all'orecchio passando poi ad annusarle il collo.
Andiamo!
In meno di dieci minuti si ritrovarono al Basso56. Uno dei ristoranti italiani preferiti da Miki, che rimase incredula seduta sul sedile a bocca aperta.
Che dici, mangiamo in moto?
Le disse girandosi a fissarla.
Te ne sei ricordato?
Gli aveva raccontato della sua passione per la cucina italiana una sera a telefono, e non credeva se ne sarebbe ricordato. Al Basso56 bisognava prenotare almeno una settimana prima per poterci cenare e lei riuscí ad andarci solo una volta con Lisa.
Certo!
La prese per mano, stringendole forte le dita ed entrarono a passo spedito.
Il locale era molto affollato e, al loro ingresso, attirarono lo sguardo di diverse persone. Il cameriere li accompagnó al loro tavolo, riservato nel posto più intimo e tranquillo del locale, senza scollarle gli occhi di dosso.
Va bene qui?
Le domandò, sapendo che gli occhi del cameriere erano ancora puntati sulla sua rossa.

Va bene qui?Le domandò, sapendo che gli occhi del cameriere erano ancora puntati sulla sua rossa

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L'ultimo respiroWhere stories live. Discover now