Emicrania

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Cap.23


Avrebbe dovuto immaginare la reazione del padre, a dire il vero sapeva che sarebbe andata in quel modo, era già accaduto qualcosa di simile qualche anno prima, quando gli aveva detto che molto probabilmente non avrebbe mai fatto il poliziotto. A lui piaceva più la parte dove si combatte a parole in un'aula di tribunale, e bene o male anche lì si va in giro a raccogliere prove e materiale per la difesa di un innocente.

Erano seduti in cucina da più di un'ora, il padre aveva smesso di parlare da almeno quindici minuti e lui iniziava ad essere sempre più teso. Questa volta era arrivato preparato, aveva opuscoli, domanda di ammissione, lettera di presentazione, richieste per lavori part-time e l'appartamento che avrebbe condiviso con Jackson, alla fine aveva accettato quella buffa proposta.

Il padre continuava a sfogliare a leggere, ogni tanto guardava il figlio e poi riposava gli occhi sul foglio che aveva in mano. Stiles non poteva fare a meno di immaginarsi nella stanza degli interrogatori, ora capiva come ci si sentiva dall'altro lato del tavolo, era sicuro che fra qualche minuto avrebbe ammesso un omicidio che non aveva commesso.

Lo Sceriffo si alzò, raccolse tutto e si congedò con un "devo andare al lavoro". Il ragazzo non disse nulla sul fatto che erano le nove di sera e abbassò soltanto la testa, capiva il padre e lo conosceva abbastanza da sapere che in quel momento parlare non avrebbe risolto nulla, avrebbe portato soltanto ad un litigio che non avrebbe risolto nulla.

Una volta tornato in camera si gettò sul letto stanco, l'aria in cucina era così pesante che stare dritti con la schiena era come lottare con la forza di gravità. Controllò il cellulare, aveva dimenticato che prima aveva iniziato a vibrare senza sosta, senza saperlo Scott e Jackson avevano iniziato a scrivergli e a chiamarlo nello stesso momento. Sorrise all'immagine di quei due preoccupato per lui, erano anche gli unici a sapere che quella sera avrebbe parlato con suo padre dell'università a Londra.

Si addormentò con un nodo allo stomaco, non gli piaceva quando il padre faceva in quel modo, preferiva le urla al silenzio, credeva davvero in questa possibilità che non aveva preparato una seconda opzione se la prima fosse andata a male, il suo solito piano B questa volta non lo aveva minimamente pensato.


Quando riaprì gli occhi il mattino seguente, quella sensazione brutta non lo aveva abbandonato durante la notte. Si alzò e controllò la camera da letto, il padre non era tornato, si chiese per quanto tempo lo avrebbe evitato questa volta, uscì di casa con la speranza di ritrovare l'uomo al suo ritorno.

Ad attenderlo con ansia c'era il suo migliore amico, chiedendo subito se avesse dovuto ospitarlo fino al giorno del diploma, era tentato di rispondergli di sì e magari prenderlo un po' in giro, per quanto fosse allettante l'idea di prendere in giro Scott, decise di dire la verità.

Giorno del diploma

Aveva completamente dimenticato il giorno del diploma, mancavano pochi mesi e la sua vita da adolescente sarebbe finita per sempre. Era così preso dalla scelta dell'università che gli era passato per la testa che per andarci avrebbe dovuto prendere il diploma, e poi c'era stata la sua storia con Jackson che gli aveva completamente messo la testa sottosopra.

Scacciò via il pensiero, ci avrebbe pensato dopo. Adesso il problema era suo padre e il suo futuro college, per il diploma c'era ancora tempo.
Riprese ad ascoltare Scott, i suoi pensieri lo avevano allontanato dal discorso che stava facendo.

- Cos'hai detto a tuo padre riguardo all'appartamento? Non mi hai detto come hai risolto poi, hai trovato qualche dormitorio? - Stiles si diede dell'idiota, aveva dimenticato di dirgli quel dettaglio.

Melodia di un pianoWhere stories live. Discover now