Capitolo 2.

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Ed eccomi qui,in aeroporto ad aspettare il mio turno per fare il check-in, ho passato le ultime 2 ore a consolare mia madre, è difficile per lei a lasciar andare 'la sua bambina'. Invece mio padre riesce a tenere i suoi sentimenti dentro di se, abbracciandomi ha detto 'stà attenta', nei suoi occhi ho visto un velo di tristezza. Faith come al suo solito mi ha stritolata in un abbraccio e non voleva lasciarmi più, alla fine voleva fare la forte ma non ci è riuscita ed è scoppiata in un pianto che non finiva più,dopo che tutti si convincono a lasciarmi andare mi avvio verso il monitor dove c'è scritto 'New York partenza alle 9:30'.
Quando sono sull'aereo mi rilasso e pian piano che mi allontano dal mio paese mi assale già la nostalgia nel non vedere più i visi dei miei genitori. Passo la prima ora ad appuntare i corsi che frequenterò all'università e dopo aver finito mi addormento senza rendermene conto.
Sento qualcuno scuotermi, apro gli occhi e vedo la hostess che mi sorride gentilmente "Signorina siamo arrivati,la ringrazio per aver scelto la nostra compagnia"
Mi alzo imbarazzata, la ringrazio e scendo dall'aereo,quando i miei piedi toccano il suolo non riesco ancora a crederci di stare per realizzare il mio sogno.
Esco dal gate e vedo vari tassisti aspettare un cliente, mi fiondo su un taxi, l'uomo che guida è sulla cinquantina d'anni con capelli castani brizzolati ed un accenno di barba. Mi chiede dove andare ed io rispondo "New York University" mi fa un cenno del capo e ci avviamo. Arrivata all'università non credo ai miei occhi,una struttura ponente appare davanti ai miei occhi, la prima cosa che vedo è il logo viola dell'università. Ci sono dei gruppi di ragazzi sparsi per il cortile, prima di dirigermi nei dormitori passo per la segreteria a ritirare gli orari delle lezioni,sto per uscire dalla porta quando una ragazza bionda mi viene addosso rovesciandomi il caffè che va a finire sulla mia maglia.
"Scusami tanto! Non ti avevo vista" dice dispiaciuta cercando di rimediare al suo disastro passandomi un fazzoletto sulla maglia.
"Tranquilla è tutto ok" le sorrido "Piacere di conoscerti, mi chiamo Avery Moore sono appena arrivata a New York" le porgo la mano, lei la stringe "Oh si, piacere sono Abby Sanders"
"Bene, è ora che vada,devo ancora vedere il mio appartamento e conoscere la mia coinquilina"
"Aspetta! Che ne dici se ti faccio fare il giro dell'Università e dopo andiamo a prendere un frullato?" Chiede sorridendomi "Certo,con piacere".
Dopo aver fatto il giro dell'Università ed essere andate in un chioschetto a prendere il frullato io e Abby ci scambiamo i numeri di telefono e ci diamo appuntamento al giorno successivo, ho scoperto che frequenta i miei stessi corsi, in più vuole presentarmi il suo ragazzo Dennis. Sono contenta di aver già fatto una nuova conoscenza, a Englewood non avevo tanti amici,a dire il vero avevo solo Faith non mi fido molto delle persone. Mentre percorro il corridoio che divide i dormitori maschili con quelli femminili vado a sbattere contro qualcosa, anzi, qualcuno. Alzo la testa e vedo un ragazzo alto con i capelli castani e gli occhi verdi sorridermi "Stai bene? Mi sei venuta addosso e non ho fatto in tempo a spostarmi"
Rimango paralizzata dalla sua bellezza, non so cosa dire "S..sì" balbetto
"Vedo che non sei di tante parole, comunque piacere sono Chase Black."
"Avery Moore" allungo una mano e lui la stringe, e che stretta!
"Beh,ci si vede in giro" gli giro le spalle e mi incammino nel dormitorio femminile senza aspettare una sua risposta. Arrivo davanti quella che presumo sia la mia stanza, la 606, busso e ad aprirmi è un ragazzo ricoperto di tatuaggi,un fisico di un Dio Greco e soprattutto in boxer, mi guarda con uno sguardo fisso in attesa che io parli, mi faccio coraggio "Ciao, sono appena arrivata a New York, questa dovrebbe essere la stanza che dividerò con una certa Victoria" lui mi guarda divertito, fa un passo indietro e mi fa un cenno con la testa di entrare. Appena entro noto un letto disfatto e dei vestiti a terra, appoggio la mia valigia sull'altro letto e noto lui che mi fissa "Cosa c'è da guardare?" Domando irritata, non mi piace per niente quando qualcuno mi fissa insistentemente, lui sembra risvegliarsi dai pensieri e ritorna freddo come prima "Nulla" dice "Bene,ti sarei grata se ti mettessi qualcosa addosso" lui alza un sopracciglio, prende una sigaretta dal pacchetto che era su un mobile e la accende "Non credo che ciò che vedi ti dispiaccia" afferma, rimango sorpresa dalla sua sfacciataggine sto per rispondergli a tono quando una porta che presumo sia del bagno si apre facendo apparire una ragazza con una asciugamano intorno al corpo e con i capelli biondo platino gocciolare, lei guarda prima il ragazzo e poi me "E tu saresti?" Chiede acida..iniziamo con il piede giusto! "Avery Moore, sono appena arrivata, piacere" allungo la mano ma lei invece che stringerla sposta la sua mano intorno al braccio del ragazzo,come per marcare il territorio, lui la lascia fare
"Io sono Victoria Lee e lui è Brian Hughes" mi sento in imbarazzo,non so come comportarmi specialmente con lui nella stessa stanza. "Ora vado" Dice lui staccandosi dal suo tocco come se fosse infastidito essere toccato per un lungo tempo,si infila i jeans neri e una maglietta aderente bianca a maniche corte dove si intravedono i vari tatuaggi da uno schiaffo sul sedere di Victoria e se ne va senza aggiungere altre parole, già lo odio.
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Questa è la mia prima storia, ovviamente accetto i commenti negativi che siano costruttivi, per aiutarmi a migliorare 😊

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