Capitolo IX

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Jasmine Thompson - Demons (Imagine Dragons Cover)

Boyce Avenue feat. Carly Rose Sonenclar - Say Something (A Great Big World Cover)

Justin Nozuka - Down In A Cold Dirty Well.

Dopo una giornata intera passata circondato da persone, Harry trovò il suo appartamento sorprendentemente silenzioso.

Lasciò cadere lo zaino appena oltre la porta e si spostò in cucina, versandosi un bicchiere d'acqua che trangugiò in un unico sorso, sentendo lo stomaco brontolare subito dopo. I piatti e i bicchieri sporchi dalla colazione del giorno prima con Niall e Zayn erano ancora nel lavabo, assieme a due tazze raffinate – quelle con i motivi a fiori blu che Harry non usava quasi mai. Distolse lo sguardo per un secondo, lanciò un'altra occhiata e lo distolse nuovamente, come un sasso che rimbalza sull'acqua. Alla fine, le prese per lavarle, e le asciugò prima di riporle di nuovo nella credenza. Lontane dalla sua vista.

L'appartamento era ancora troppo silenzioso. Si fermò nel soggiorno per accendere la tivù senza neanche controllare cosa ci fosse in onda, poi si avviò verso la sua camera. Gli altri sarebbero stati lì entro qualche ora, poco prima dell'inizio della partita. Aveva tutto il tempo di farsi una bella dormita.

Il suo letto era esattamente come l'aveva lasciato, spoglio senza le lenzuola.

Harry rimase sulla porta per diversi secondi prima di entrare. Si sedette pesantemente sul bordo del materasso e lo sentì cedere sotto il suo peso. Un solo corpo, però. Solo il suo.

Poggiò entrambi i gomiti sulle cosce e abbassò la testa, chiudendo per un secondo gli occhi. Era tutto a posto. O lo sarebbe stato. Louis era stato una momentanea falla nel sistema, e Harry se lo sarebbe lasciato alle spalle in breve tempo. A partire da quel momento.

Quando sollevò di nuovo la testa, intravide un pezzo di stoffa nero, mezzo incastrato sotto il letto. Con le dita dei piedi, lo tirò fuori. La maglietta di Louis. Harry espirò bruscamente.

Fanculo. Quella era una cattiveria.

Perché Louis l'aveva lasciata lì? Per sfotterlo? O quello era ciò che considerava un equo risarcimento per la camicia che aveva rubato a Harry? Harry non aveva ancora capito perché Louis avesse scelto in primo luogo di mettersi la sua camicia. Faceva intendere un legame che non esisteva. O Louis l'aveva tenuta per – no. Harry scacciò molto, molto lontano l'idea che Louis l'avesse tenuta come trofeo. Di certo non sarebbe stato così crudele. Ma d'altronde, Harry avrebbe mai potuto dire come fosse Louis in realtà? Lo conosceva davvero?

Qualcuno che pronunciò il suo nome lo riscosse dai suoi pensieri. Ma che...? Oh, ma certo, la tivù.

Si alzò in piedi e seguì il suono fino al soggiorno. Era un programma di gossip, una presentatrice sorridente con capelli estremamente biondi e il viso ricoperto di trucco, i lineamenti stranamente fissi mentre parlava della scomparsa del principe, nessuna traccia di lui sin da quella sbalorditiva intervista. Con la nazione intenta a destreggiarsi tra il calcio e una partita a nascondino che il Principe Harry aveva chiaramente vinto, non era forse arrivato il momento di farsi vedere? Spiegare come volesse procedere?

Harry la detestò all'istante. Ancora di più a causa delle sue parole che gli si erano agganciate alla pelle e non volevano staccarsi, nonostante cercasse di scollarsele di dosso.

Lasciando la tivù accesa, uscì in terrazza, si buttò di schiena sul divano letto e chiuse gli occhi. Il basso brusio della città vibrava attorno a lui, onnipresente nonostante la distanza, e si sentì stranamente lontano da quel mondo, come se si trovasse in un universo parallelo. E gli orbitasse intorno.

Wear It Like A Crown [Larry Stylinson • Italian Translation]Where stories live. Discover now