Capitolo 1

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Un piccolo Aiuto






Hermione alzò lo sguardo dal libro che aveva in grembo, i suoi occhi cioccolato si posarono sulla sveglia sopra il comodino.

"Le 2.30...le 2:30 e Ron non è ancora rientrato" pensò la ragazza con apprensione.

La strega si alzò dal letto nervosa, mordicchiandosi il labbro inferiore.

Quando alcuni anni prima, finita la scuola, lei Ron e Harry avevano deciso di andare a vivere insieme, le era sembrata un'idea favolosa.

Ma desso, dopo cinque anni di convivenza, quell'idea non le sembrava più così tanto favolosa

Hermione posò il libro sul comodino decisa a scendere al piano di sotto.

A differenza di Harry e Ronald lei non era diventata Auror, dopo l'esperienza "Voldemort" l'ultima cosa che desiderava era continuare a rischiare la pelle. E così Hermione Granger aveva dato una svolta alla sua vita. Si era parta una piccola, ma fornitissima libreria a Diagon Alley, ma aveva anche fondato un'associazione in difesa degli elfi domestici di cui andava molto fiera.

La strega aprì la porta della propria camera uscendo in corridoio per poi, accendere la luce aspettando che Grattastichi la seguisse, Hermione voltò lo sguardo a sinistra verso il fondo del corridoio dove trovò la porta blu della camera di Harry Potter chiusa, nessuna luce filtra sotto di essa. Il suo migliore amico era di turno a lavoro, ma lei era tranquilla, Potter era montato un'ora prima a 1:00 e sarebbe smontato alle 9:00 del mattino seguente. Turno notturno. Tutto regolare. L'aveva anche salutata prima di uscire di casa.

Grattastinchi uscì dalla stanza della sua parola con fare lento e sinuoso, la ragazza chiuse la porta per guardare quella chiusa e arancione della camera di Ron difronte alla sua.

Ronald era di turno dalle 18:00 a 1:00 di notte, turno serale.

"Sarebbe dovuto tornare un'ora e mezza fa ne sono certa!" meditò Hermione ricordando quando prima di cena aveva controllato la lavagnetta con i turni lavorativi dei suoi due migliori amici.

"Sotto il nome di Harry c'era scritto "notte", mentre sotto a quello di Ron "serale" " continuò a pensare la ragazza scendendo le scale per raggiungere la cucina e poter controllare la lavagnetta.

Hermione sospirò mentre attraversava il salotto. Era più forte di lei, se non vedeva rientrare i suoi migliori amici si preoccupava. Forse perché da ragazzini quando Harry e Ron non erano dove sarebbero dovuti essere, probabilmente li avrebbe ritrovati o coperti di sangue, o in infermeria svenuti, oppure in pericolo di vita nei posti più disparati.

O forse perché loro avevano deciso di continuare a rischiare la vita ogni giorno facendo gli Auror.

Quando Hermione arrivò in cucina si posizionò davanti alla lavagnetta.

Ogni dubbio scomparve.

"Lo sapevo! Avevo ragione i turni sono come ricordavo" pensò sentendo l'ansia accedersi nel suo petto mentre Grattastinchi si strusciava contro le sue gambe.

La ragazza rabbrividì per il freddo, era scesa vestita solo da una canottiera dei pantaloncini del pigiama e dei calzoni ai piedi, si avvolse in un'auto abbraccio e con la coda dell'occhio notò una giacca rossa e felpata abbandonata su di una sedia, doveva essere di uno dei suoi migliori amici, la strega non ci pensò due volte e se la infilò velocemente, un profumo mascolino che sapeva di muschio l'avvolse.

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