Chapter 11.

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Se non fossi stato già morto mi sarebbe venuto un infarto.
Spalancai gli occhi, in modo esorbitante.
La mano di Laura rilasciava un calore piacevole, contro il mio petto.
Voltai la testa verso di lei, sempre sconvolto.
Cos'era successo? Com'era possibile?
No, no, no. Tutto questo non aveva senso.

Con la mano sinistra afferrai le coperte nel pugno, stringendole. Esse si mossero appena; ma a contatto con la mia pelle non sentii nulla. Né qualcosa di morbido, né qualcosa di ruvido. Nulla.
Come potevo sentire il calore di Laura, se il mio corpo non reagiva al tatto?
La mia povera testa era troppo presa a pensare - cosa che le avevo fatto fare troppe volte in questi giorni... -, per farmi rendere conto che la ragazza nel frattempo aveva appoggiato la guancia contro la mia spalla.
L'unica fonte di calore era la sua mano contro il mio petto. Quel semplicissimo tocco servì a farmi rilassare, piacevolmente.
Non sapevo come fosse possibile e l'unica cosa che feci per tutta la notte fu rimanere steso.
Fantastico. Veramente fantastico.

Fu solo quando Laura iniziò a stiracchiare le gambe che mi resi conto di che ore fossero.
"'Giorno." La salutai. Mi aspettai che lei scattasse in piedi, pronta a colpirmi.
"Mmh." Mormorò, affondando ancora di più il viso sulla mia spalla. Spostò la mano al centro del mio petto, per sistemarsi ancora più comodamente.
"Per quanto io gradisca stare a letto con una ragazza, tu hai lezione." Dissi, alzando il lato destro delle labbra in un sorriso.
Lei sbuffò, non muovendosi.

"Mancherai alla prima ora di lezione."

"Non ti laureerai mai così."

"Non troverai lavoro."

"Finirai a fare la spogliarellista nei night club di Denver." Laura alzò la testa, lanciandomi un'occhiataccia.
"Perché proprio la spogliarellista, scusa?" Domandò.
"Di tutto quello che ho detto solo questo ha attirato la tua attenzione?"
"Sì. Ora parla."
"Perché hai il fisico per farlo. Io verrei a vederti." Dopo aver detto ciò, mi passai la lingua sul labbro inferiore, lanciandole un'occhiata.
"Sei un cretino." Disse, scansandosi e spingendomi di lato, per poi alzarsi.
Raccolse i vestiti dalla sedia ed andò in bagno, mentre la mia risata risuonò molto più rumorosa, dentro la casa vuota.

Mi alzai dal letto, gironzolando per la stanza. Sbirciai dalla finestra, per guardare il cielo. La notte precedente ci eravamo entrambi dimenticati di chiudere la persiana. Il Sole si stava alzando con calma, creando dei riflessi arancioni sulle cose dell'isolato. I colori scuri della notte se ne stavano andando altrettanto lentamente.
"Lynch! Vieni un secondo!" Urlò Laura, dal bagno. Mi avvicinai alla porta chiusa del bagno, facendo passare la testa attraverso il legno.
"Desidera?" La ragazza sobbalzò, sentendo la mia voce.
"Cristo, non puoi entrare aprendo la porta?!"
"Dove sarebbe il divertimento?" Entrai nel bagno con tutto il corpo affiancandola vicino allo specchio. Sorressi il mio corpo con la mano sinistra, appoggiandola al bordo del lavello, tenendo l'altra nella tasca dei jeans.
Mi diedi un'occhiata intorno, nel mentre Laura ravanava dentro ad un cassetto.

Ovviamente il suo bagno era ordinato come la camera da letto.
Dietro la porta era appeso un asciugamano bianco, piuttosto lungo. Davanti alla porta c'era il lavello, con lo specchio e varie mensole di legno, che contenevano profumi e prodotti per i capelli.
"Ecco!" Esclamò la ragazza, tirando fuori dal cassetto due rossetti.
"Ho bisogno di un consiglio."
"E lo chiedi a me? Sono il tuo make-up artist?" Chiesi, con un ghigno giocoso.
"Ricordami di non chiederti mai più un consiglio." Borbottò lei, aprendo il tappo del primo rossetto.
"Spara dai." Dissi semplicemente.
Lei, che nel frattempo aveva aperto anche l'altro, li prese nelle mani, mostrandomi i colori.
"Meglio questo rosso o questo rosa ciliegia?"
Li fissai appena, ma risposi subito: "Rosso."
"Okay..." Lei richiuse quello rosa e lo mise nel cassetto. Restai a fissarla, quasi imbambolato, mentre si passava il rossetto sulle labbra. Prima se ne diede alcune passate sul labbro inferiore, strofinandolo poi con quello superiore. Infine li sistemò, con altre passate, molto più precise.
Non che ci capissi qualcosa di trucchi, però avevo sempre avuto un debole per le ragazze che mettevano il rossetto rosso.
"Ti piace quel che vedi?" Mi domandò, usando la frase che ci ripetevamo ogni qual volta uno trovava l'altro intento a fissarlo.
"Non ci credo che hai riesumato questa cosa." Mormorai, passandomi una mano sul viso. Lei rise, mettendo a posto il rossetto, lasciando il bagno.

Another Chance || A Raura Fanfic.Where stories live. Discover now