Chapter 25.

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Il cielo era pieno di stelle e della luna si vedeva solo una piccola parte.
Sia io che Laura avevamo la testa rivolta verso l'alto a guardare quegli astri stupendi.
Nonostante l'estate fosse alle porte, tirava ancora un leggero vento. I suoi capelli erano mossi dalla brezza, i suoi occhi illuminati dalla luce della luna e delle stelle. Le sue lacrime ormai dimenticate ed un tenero sorriso le arricciava le labbra. Alternavo lo sguardo dal cielo al suo viso e non avevo idea di quale fosse quello più bello da ammirare.
In lontananza si vedevano le luci della città, i fari delle auto che sfrecciavano lungo le strade, le spie delle antenne, un aereo che atterrava o partiva ogni tanto.
I rumori del traffico erano fin troppo lontani ormai, per essere udibili. Gli unici suoni che entrambi eravamo in grado di sentire era il cinguettio di qualche uccellino sugli alberi intorno a noi ed il canto dei grilli, nascosti nell'erba.

"Sai, non ho mai fatto niente di così pazzo, ma allo stesso tempo semplice." Disse Laura, la sua voce poco più alta di un sussurro. La osservai intensamente, mentre lei guardava lontano, lo sguardo perso chissà dove. "A parte Dan e Phil, sei l'unica persona che ha provato ad avvicinarsi a me, a diventare qualcuno nella mia vita. Sei l'unico che ha visto in me qualcosa, che gli ha impedito di mandarmi al diavolo e continuare a provare."
Sorrisi, sentendo quelle parole. Le apprezzai, perché ne avevo veramente bisogno.
"Discutiamo sempre, prima ancora di più, in modo più grave. Io ero una stronza, ti facevo infuriare e tu te ne andavi. Anche quando non mi stavi simpatico, mi chiedevo se ti avrei mai rivisto... perché eri l'unico con cui riuscivo a parlare e mi sembrava così irreale avere qualcuno. Così mi convincevo che saresti sparito." Laura si interruppe e prese un profondo respiro, chiudendo gli occhi. La vidi tremare, non so se per il freddo o le emozioni che stava provando.
"Eppure tu tornavi. Sei sempre tornato." La sua voce era colma di emozioni, che faticavo a comprendere.
"Ogni volta mi sorprendevo quando ti vedevo di nuovo lì. Mi domandavo come facevi a sopportarmi e tornare da me ogni volta. Ero sempre convinta che ti avrei visto sparire e lasciare la mia vita."
"Te l'ho detto, non ti libererai facilmente di me." Mi intromisi, cercando di farla ridere. Ottenni un misero sorriso, poiché lei era troppo presa da ciò che voleva dirmi.
"Quella sera... il giorno del compleanno di mia madre, quando ti ho visto andartene, mi sono sentita come quando vidi i miei genitori litigare per la prima volta: piccola, spaventata, insicura... sola. Non avevamo mai discusso così e te ne sei andato. Quella volta ero sicura di averti perso, una volta per tutte. Mi maledissi, perché avevo cacciato l'unica persona che c'era per me, che aveva provato ad essermi amico. Quando rientrai, scoppiai a piangere come una disperata. Avevo discusso con mia madre e tu non c'eri. Non eri lì a farmi ridere, con le tue stupide battute e la tua presenza costante."
Il vento divenne leggermente più forte, impedendomi quasi di sentire le parole di Laura.
"Stavo piangendo, desiderando di poterti chiedere scusa. Poi sei entrato da quella porta ed io non ci ho pensato due volte ad abbracciarti, a dirti tutto, a dimostrarti che volevo che tu restassi. Perché nessuno ha mai fatto tutto ciò per me e così come tu c'eri, io volevo esserci per te. Tu sei l'unica costante in un mare di variabili."
Lei riaprì gli occhi e questa volta pareva che le stelle stessero danzando dentro i suoi iridi, a causa delle lacrime che si erano formate.
Allungai la mano, facendo scivolare le dita tra le sue e stringendole, per darle e ricevere conforto, con un semplice gesto.
"All'inizio non sapevo neanche io perché tornavo da te. Mi trattavi di merda, mi ignoravi e sicuramente io non facevo molto per farmi tollerare." Ammisi, voltando il viso verso di lei.
"Non ero obbligato a tornare. Mi mandavi in bestia, mi facevi venire voglia di urlarti contro e dirti quanto tu fossi detestabile; ma qualcosa in me tutte le volte mi spingeva a riprovarci. Mi ripetevo che tutti meritavamo un'altra possibilità. Io tornavo e mi sembrava sempre che tu fossi lì ad aspettarmi." La mia voce era appena più alta di un sussurro. Perché stessimo mormorando non ne avevo idea. Eravamo solo noi due, eppure la nostre voci erano basse, come per paura che qualcuno potesse sentire. Quel momento era nostro e sarebbe dovuto rimanere tale.

Another Chance || A Raura Fanfic.Where stories live. Discover now