"Papa'??? Perche Papà Alec, porta sempre Rafe in accademia e a me non mi ci porta mai?" chiese di punto in bianco Max, al padre. Erano in biblioteca per studiare alcuni incantesimi base.
Max era sempre più padrone del suo potere, ma passava giornate intere sui libri, perché volava diventare bravo come il suo papà.
"Perché Rafe è uno Shadowhunters, e in accademia si può allenare e usare tutte le armi che vuole, senza rovinare nessun mobile". Ma era solo una mezza verità, in realtà a lui andava benissimo così, non aveva molta affinità con Rafe e, probabilmente sbagliando, nemmeno la cercava.
"Okay" rispose Max, ma Magnus fu certo che il bambino un po' pativa di quella preferenza. Era da un po' che notava lo sguardo triste del bambino quando la mattina i due uscivano e voleva parlarne ad Alec.
Ma non ne aveva mai avuto l'occasione o meglio....Cosa avrebbe fatto lui un intero giorno con Rafe?
Un paio di sere dopo, a letto, una volta che i bambini erano andati a dormire, decise di affrontare l'argomento con il compagno.
"Sai", disse, "Max è geloso del fatto che passi più tempo con Rafe in accademia che con lui. Credo che un giorno dovresti portarti anche lui."
"Scusa?" chiese stupito allora Alec. "E quando te lo avrebbe detto?"
"Un paio di mattine fa" rispose Magnus.
"E perché me lo dici solo ora?" chiese Alec infastidito.
"Perché me lo sono dimenticato" mentì Magnus.
"Ti sei dimenticato di dirmi che mio figlio è geloso. Ti sei dimenticato?" disse Alec fissandolo negli occhi.
Magnus abbassò immediatamente lo sguardo. La bugia era palese, e il compagno lo conosceva troppo bene, per non accorgersene.
"Magnus...che succede?. Non è da te dimenticare una cosa che riguarda Max." chiese calmandosi.
"Non so cosa fare" bisbigliò allora Magnus. "Io non saprei cosa fare con lui. Non abbiamo tanti argomenti di conversazione. A te chiama già papà,con me si rivolge ancora chiamandomi per nome." continuò lo stregone afflitto.
"Il Grande Sommo Stregone a corto di idee?" disse sorridendo Alec. Sorriso però che si infranse osservando il viso del compagno. Era veramente preoccupato. Mise in moto il suo cervello, per trovare una soluzione.
"Beh, potresti sempre insegnargli a distinguere le erbe medicinali" disse Alec sovrappensiero.
"Io non sono molto bravo e gli altri alunni l'hanno già imparato. In questo modo sarebbe al pari con gli altri cacciatori".
Lo stregone meditò un attimo ed entusiasta osservò il compagno. Sapeva che non era vero che Alec non sapesse la differenza delle erbe, anzi era rimasto stupito quando l'aveva visto in azione, preparando intrugli e poltiglie, durante la guerra in infermeria.
"E' proprio un'ottima idea" disse Magnus rincuorato. "Domani ne parliamo con i bambini."
Avevano concordato che per non forzare i bambini , che fossero loro a scegliere con quale padre andare il giorno dopo.
Alla mattina nella cucina regnava il solito caos, Alec preparava la colazione, Magnus sfogliava distrattamente il giornale e preparava, si fa per dire, i vestiti per i bambini. In realtà si limitava a schioccare le dita e far comparire sulle sedie in camera dei bambini i completi.
"Magnus si fa tardi, vai a svegliarli te?" chiese il cacciatore.
"ok" disse lo stregone , dirigendosi in camera.
"Bambini è ora di alzarsi" disse allegro accendendo la luce.
"Magnus ancora cinque minuti" disse Rafe da sotto la coperta.
"Papà chiudi la luce è presto" disse Max.
"Forza campioni Papà ha già preparato la colazione" disse allora Magnus facendo sparire le coperte.
"Uffa, ho sonno!!!" disse Max.
"Ha cucinato papà, Magnus?" chiese Rafe e lo stregone sentì una piccola fitta al cuore. " Sì Rafe ha cucinato papà Alec" rispose.
"Sulle vostre sedie avete i vestiti puliti" disse ancora lo stregone, "Forza che la colazione si raffredda" e detto ciò uscì dalla camera.
Alec vide il compagno rientrare con lo sguardo fisso a terra. Forse poteva immaginare cosa fosse successo, sicuramente il bambino lo aveva chiamato per nome contrariamente alle aspettative di Magnus.
"Non sono sicuro che sia una buona idea, questo scambio di bambini", disse infatti ;"Forse è il caso di rimandare il tutto".
"Scusa, fammi capire. Il sommo stregone ha forse paura?" chiese Alec, sperando di strappare un sorriso, senza riuscirci.
"Si" disse mesto infatti Magnus. Per poi farsi comparire un sorriso per quando i bambini entrarono vestiti a far colazione.
"Ciao Papà Alec" disse Max, scoccando un bacio al cacciatore.
"Ciao Papà" disse solo Rafe sedendosi.
Guardando il figlio più grande mangiare e il compagno, decise che quella situazione andava risolta, quindi a costo di guadagnarsi un invito ad andare al diavolo, decise di attuare il suo piano. O meglio, non era un piano studiato nei dettagli ma una improvvisazione bella e buona.
"Sai Magnus" disse infatti Alec, facendo innalzare un sopracciglio all'altro. "Ho trovato ieri tra le mie cose in accademia un libro su delle piante curative, solo che non ho più buona memoria. E quando hai tenuto la lezione io ero in missione con Jace. Potresti farmi un ripassino un giorno di questi? Vorrei essere pronto per eventuali ferite da curare."
Sfidò silenziosamente il compagno con gli occhi, aveva infatti notato che al ragazzino l'argomento interessava parecchio.
"Si , certo" rispose lo stregone, " e te potresti rinfrescarmi la memoria con qualche mossa di autodifesa, credo di essere arrugginito".
"Ma certo caro, sarà un piacere" rispose Alec.
Max e Rafe stavano ascoltando attentamente la conversazione dei genitori.
"Non ci basta la magia per difenderci" chiese Max all'improvviso, facendo sorridere Alec.
Missione semi compiuta. Attenzione attirata.
"Certo Mirtillo, ma se hai un nemico veramente vicino, puoi sempre sferrare un calcio o un pugno, in modo da risparmiare la magia, per sferrare un attacco più forte" rispose Alec. E a Magnus non sfuggì il tono di io lo sapevo che ne uscì mentre rispondendo, guardava Magnus.
"Che bello e posso imparare pure io?" chiese speranzoso Max ."Certo Mirtillo, ma dovrai andare in accademia con Alec" disse allora Magnus. "Non ho voglia di cambiare nuovamente arredamento" disse alzando gli occhi al cielo e facendo sorridere il bambino.
"Ma se lo hai cambiato ieri solo perché non ti piaceva il colore del divano" disse allora Rafe sorridendo a Magnus, che si sciolse letteralmente.
Ma Alec non aveva ancora finito e sferrò il suo ultimo attacco psicologico, sperando che lo stregone non si arrabbiasse.
"Allora è deciso, mi porto entrambi i bambini in accademia. Okay?" disse infatti. "Così te hai tutto il tempo di trovare i libri delle erbe e domani mi aiuti con il ripasso?". Ed attese.
"Posso restare io ad aiutare Magnus" disse allora Rafe. E solo il buon senso impedì ad Alec di battersi una mano da solo sulla spalla, complimentandosi.
"Posso restare con te, Magnus?" disse il ragazzino guardando lo stregone. Che colto all'improvviso fece un solo cenno di assenso, per poi dire "Si certo, mi farebbe molto piacere". Nel frattempo Alec aiutato da Max aveva sparecchiato il tavolo della colazione.
Magnus con mani tremanti, iniziò a lavare le tazze, rischiando più volte di farle cadere. Solo Alec si accorse dell'agitazione del compagno. "Andrà tutto bene, avete un giorno, per stare insieme e conoscervi meglio. Lo ha deciso lui, perché voleva farlo", disse Alec, quando i bambini lasciarono la cucina. "Non lo avrebbe fatto se non era veramente interessato" continuò. E il tremore nella mani dello stregone si affievolì.
Contrariamente a quanto temuto, Rafe pendeva letteralmente dalle sue labbra. Interessatissimo a quello che lo stregone gli stava insegnando.
"Esistono tantissime erbe, che possono essere sia utilizzate per curare, sia per creare incantesimi e pozioni. Voi Shadowhunters non usate la magia, la conoscete, sapete i suoi limiti, ma potete utilizzare le pozioni che gli stregoni possono creare per voi." Stava spiegando Magnus. " o potete anche prepararle da soli, con la presenza di uno stregone, o con la sua magia". "In che senso con la sua magia?". Chiese allora Rafe.
"Quando uno stregone ha un rapporto stretto con uno shadowhunters, c'è la possibilità di scambiarsi le energie, questo può avvenire anche se in quel momento si deve preparare una pozione. Almeno così ho letto su un libro, non l'ho mai fatto con nessuno" disse lo stregone.
"Nemmeno con Alec" chiese. " No, nemmeno con Papà" rispose. " Ma vi ho visti scambiarvi l'energia" disse Rafe.
"Si può capitare che Alec mi aiuto con la sua energia, quando io esagero usando troppo la mia. Ma solo perché io e lui abbiamo un rapporto che va avanti da tantissimo tempo".
"Rapporto?" chiese Rafe dubbioso
"Io amo tuo Padre e lui ama me" spiegò Magnus
"Quindi io potrei dare la mia energia a Max se ne avesse bisogno?" Chiese Rafe
"Gli vuoi bene?" domandò Magnus
"Si" rispose senza esitazione il bambino. "Quindi posso darla anche a te?" chiese titubante.
"Se mi vuoi bene si. Mi vuoi bene?" chiese Magnus, restando in attesa di una risposta con il fiato sospeso.
Dopo un attimo di esitazione Rafe, con le guance colorate di un rosa acceso rispose "Si, te ne voglio". E Magnus si sentì al settimo cielo.
"Credevo di non piacerti" disse ancora Rafe allo stregone. "In accademia ho sentito dire che a te gli Shadowhunter non piacciono. Che non capivano come mai stessi con Alec, se li odiavi tutti. E ho visto che stai sempre con Max."
"Rafe, non è vero che non mi piacciono gli Shadowhunters, cioè si, per molto tempo non mi erano simpatici, alcuni hanno fatto delle cose malvagie, e per tantissimo tempo mi hanno condannato solo perché sono un nascosto. Poi ho conosciuto Alexander e la sua famiglia, e ho iniziato a farmeli piacere, perché loro non mi hanno mai considerato diverso. E quando Alec mi ha parlato di te, abbiamo deciso insieme di adottarti."
"Quindi mi vuoi bene?" disse il bambino
"Certo che te ne voglio Rafe. Per me te e Max siete miei figli allo stesso modo."
"Ma lui è arrivato prima di me, forse a lui vuoi più bene" chiese ancora.
"No Rafe, solo che con lui ho avuto più tempo per adattarmi, quando era arrivato era un neonato urlante e io non sapevo nemmeno come tenerlo in braccio. Ho imparato, poco per volta. Te invece sei arrivato già grande e con una storia diversa. Avevo paura di far qualcosa per farti spaventare ancora di più."Rispose lo stregone.
"Io pensavo di non piacerti, per quello stavo sempre con Alec" disse Rafe, facendosi più vicino allo stregone.
"Possiamo provare?" chiese Rafe, speranzoso, prendendo la mano del più grande.
"Certo" disse Magnus, visibilmente commosso. Aveva ragione Alec, quella giornata era stato un continuo di sorprese.
Prese la mano del bambino e si concentrò, "Rilassati Rafe", disse semplicemnte lo stregone.
Una piccola nebbiolina avvolse le mani di entrambi, Rafe sussultò ma non tolse la mano. E poco dopo il contatto finì.
"Stai bene" chiese Magnus preoccupato, osservando il figlio.
"Si, mi sento come se dovessi andare a dormire dopo mangiato" disse Rafe.
"Ecco" disse Magnus schioccando le dita e facendo comparire una tavoletta di cioccolato. "Mangiala e ti sentirai meglio". " Grazie Papà" disse il bambino e Magnus pensò che il detto toccare il cielo con un dito fosse stato coniato per descrivere quel momento. Mentre orgogliosamente guardava il piccolo cacciatore.
"Caspiterina, si è fatto tardi" disse lo stregone " E non abbiamo preparato nulla per cena".
"Beh, puoi sempre schioccare le dita, prometto di non dirlo a Papà" disse complice Rafe, mangiando la sua tavoletta di cioccolato.
"Un piccolo segreto tra uomini. Mi piace" disse Magnus. E schioccando le dita fece comparire una tavola imbandita per quattro persone proprio mentre Alec e Max entravano in casa.
"Papà, siamo tornati. Guarda" disse Max esibendo un piccolo ematoma sulla mano. "Me lo sono fatto con l'arco di Papà" disse orgoglioso, scostando la mano del padre che voleva curarlo. "E' una cicatrice di guerra. Non curarla" disse allora Max.
Alec si avvicinò al compagno e baciandolo gli rivolse una muta domanda e lo stregone annuì felice.
Max stava raccontando a Rafe cosa avesse fatto in accademia e anche l'altro raccontò dello scambio di energie.
"Sai ho dato la mia energia a Papà," stava infatti dicendo Rafe " è stato strano. Ma posso darla anche a te. Perché vi voglio bene!"
Si fece così l'ora di andare a letto e i bambini, come sempre, entravano nella camera dei padri, per dare loro il bacio della buonanotte. Non sapevano che in realtà poi loro sarebbero scesi per andare a controllare che tutto andasse bene.
Max si precipitò ad abbracciare Magnus, che in breve si ritrovò anche Rafe addosso.
"E io?" chiese Alec, fingendosi offeso.
"E tu nulla" disse lo stregone, facendogli la linguaccia. Mentre i bambini lo abbracciavano.
"Quindi Papà Magnus, direi che oggi è andata come speravamo?" disse Alec, quando i bambini furono usciti.
"No Alexander, è andata molto meglio" disse lo stregone, baciando il compagno e addormentandosi quasi subito.

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MALEC ~ VITA DA PICCOLI STREGONI E CACCIATORI IN ERBA (Shadowhunters)
FanfictionFanfiction sulla Malec Family alle prese con un piccolo Max pasticcione e con la nuova vita da padri. Per completare il tutto, aggiungere un piccolo Rafe curioso. Ed eccovi servita la ricetta della famiglia perfetta .... scrivo per diletto ... per...