Capitolo 11

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«Buonanotte, e ricorda, sei la mia persona speciale, piccola.» mi diede un bacio a stampo e mi strinse in un abbraccio.
Sorrisi più felice che mai.

Cristo, mi stava facendo impazzire.

L'indomani mattina, Shawn decise di svegliarmi presto e non feci altro che lamentarmi per 20 minuti circa.
Erano le 9.30 quando mi decisi ad alzarmi e scendere al piano di sotto.
«Buongiorno ragazzi» dissero Manuel e Karen contemporaneamente, sorridendo a me e Shawn. Li salutammo e loro uscirono velocemente, probabilmente per andare a lavoro.
«Piccola, facciamo una torta?» propose Shawn facendo gli occhioni. Ridacchiai. «Va bene, bimbo» gli risposi, lui iniziò a saltellare dalla gioia.
Entrammo in cucina e insieme decidemmo di fare una torta al cioccolato, ripiena di Nutella.
Come diventare ciccioni, by Madison Beer e Shawn Mendes.
Prendemmo tutti gli ingredienti necessari alla preparazione del dolce ed iniziammo il nostro 'lavoro'.
Presi un cucchiaio e lo infilai dentro il barattolo della Nutella, guardai Shawn per un'attimo e gliela spalmai tutta sulla bocca. Lui sgranò gli occhi, mi tolse il cucchiaio dalle mani e mi spalmò la Nutella sulle labbra.
Risi guardandolo.
Lui sorrise e si avvicinò a me. «Che bimba malefica...» disse ridendo, io annuii. «Se mi svegliano presto, mi devo pur vendicare no?» dissi incrociando le braccia al petto, lui scosse la testa divertito.
Presi un tovagliolo e mi iniziai a togliere la Nutella dalle labbra, ma lui mi bloccò le mani e mi appoggiò al mobile della cucina.
Mise le mani sui miei fianchi ed iniziò a baciarmi dolcemente, sorrisi e ricambiai il bacio portando una mano sul suo viso, accarezzandoglielo dolcemente.
Mi allontanai poco dopo e mi leccai le labbra, lui sorrise.
«Non c'era bisogno del tovagliolo» ridacchiò facendomi l'occhiolino.
Riprendemmo la preparazione della nostra torta e dopo aver finito la mettemmo dentro al forno.
Ci sedemmo entrambi sul divano del salotto ed io lo guardai attentamente. «Shawn, ma tu sei figlio unico?» lui mi guardò ed il suo sguardo diventò cupo.
«No, non sono figlio unico...Ho, avevo, una sorella.» abbassò lo sguardo e serrò la mascella.
«Avevi? Perché, adesso dov'è?» chiesi prendendogli la mano e stringendogliela nella mia.
Lui con l'altra mano, indicò sopra di noi.
Il che significava soltanto una cosa: Era morta.
Restai a bocca aperta, lui rimase con lo sguardo fisso sul pavimento. «L'hanno uccisa.» alzò lo sguardo incrociando il mio. «Era una bambina! Non aveva fatto niente di male!» urlò, io sussultai.
Delle lacrime iniziarono a scolare dai suoi occhi.
Mi sentii davvero male, vederlo in quel modo mi faceva stare uno schifo.
Lo abbracciai subito e lo strinsi a me, volevo provare a consolarlo in qualche modo, anche se sapevo benissimo che ciò non avrebbe riportato sua sorella fra noi.
«È morta 4 anni fa.» sussurrò iniziando a singhiozzare. «Si chiamava Aaliyah.» continuò stringendomi.
Sospirai e passai una mano sulla sua schiena. «Shawn, mi dispiace così tanto...Tua sorella ti vorrà sempre bene...Adesso sta tranquillo, non piangere.» sussurrai al suo orecchio cercando di tranquillizzato, lui si rilassò e smise di tremare, singhiozzando di tanto in tanto.
Si allontanò poco dopo da me, aveva gli occhi rossi e gonfi dal pianto.
Cazzo, vederlo così mi distruggeva.
Se avessi saputo dell'accaduto non avrei mai toccato quell'argomento, ma io come avrei fatto a saperlo?
Passai i pollici sotto i suoi occhi per togliergli il residuo delle lacrime, lui sorrise lievemente.
Gli diedi un bacio a stampo e mi alzai dal divano entrando nella cucina.
Nel momento esatto in cui varcai la soglia della porta della cucina, suonò il timer del forno, il che significava che la torta era pronta.
Infilai i guantoni per aprire il forno ed uscii la torta.
La misi su un piatto e finii di prepararla.
Dopo che si raffreddò la misi in un piatto e ne tagliai una fetta per Shawn.
La misi in un piattino e tornai in salotto.
Mi sedetti accanto a lui e gli porsi la torta, lui mi sorrise e prese il piatto.
Prese la torta e diede un piccolo morso, chiuse gli occhi e sorrise. «Mh...È buonissima, tieni, assaggia.» disse porgendomi la torta, ne diedi un morso e sorrisi. «Oh si, è davvero buona!» dissi soddisfatta. Finimmo insieme quella fetta di torta e ci andammo a preparare per andare a casa mia.
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Una volta arrivati davanti casa mia, mi avvicinai a Shawn e lo baciai, lui ricambiò sorridendo.
«Ci vediamo stasera?» Chiese lui leccandosi le labbra. «Va bene, a stasera Shawn.» «A stasera piccola.» disse baciandomi nuovamente. Ricambiai e scesi poco dopo dalla macchina.
Abbassò il finestrino e mi guardò. «Un ultimo bacio?» disse facendo il labbruccio. Sorrisi e lo baciai un ultima volta. Mi voltai per andare verso la porta di casa mia e non riuscii a credere ai miei occhi.
Jack, cazzo, Jack era lì davanti a me.
Ma aveva un espressione strana...
Corsi verso di lui e lo abbracciai stringendolo a me, lui mi prese in braccio baciandomi più volte la guancia. «Jack, Jack non ci posso credere...Mi sei mancato da morire!» dissi mentre qualche lacrima iniziò a rigare il mio viso.
Come l'ultima volta, lui mi baciò le lacrime sorridendomi. «Rose, anche tu mi sei mancata.» sussurrò al mio orecchio stringendomi.
Mi mise per terra e mi guardò, ma questa volta senza sorridere, anzi, sembrava...Nervoso?
«Madison, chi era quello?» domandò serrando la mascella.
«Quello chi?» chiesi confusa. Indicò qualcosa dietro di me, mi voltai e vidi che indicava la Mercedes nera di Shawn. Deglutii quando vidi Shawn scendere dalla macchina.
Mi voltai di nuovo verso Jack e gli presi le mani. «Jack, te l'ho detto non so quante volte...Ho 17 anni, so badare a me stessa...Voglio iniziare a farmi una vita e-» «Madison! Non lo conosci nemmeno, come cazzo fai a stare così tranquilla?» urlò Jack nervoso.
Tutt'ad un tratto, sentii qualcuno prendermi il polso e mi voltai in quella direzione, logicamente era Shawn.
«Ei Ei Ei ragazzi, che succede?» disse lui calmo. «Succede che devi girare i tacchi e andartene dalla vita di Madison.» rispose Jack fulminando Shawn con lo sguardo.
Dio mio, perché non posso MAI stare tranquilla?
Jack non capiva, non capiva cosa stava iniziando ad esserci fra me e Shawn, cosa era lui per me.
Gli voglio bene, ma non può intromettersi così nella mia vita sentimentale.
«Oh amico, nessuno mi dice cosa fare, che problemi ti do?» disse Shawn irritato. «Mi dai problemi perché devi stare lontano dalla mia ragazza.»
C O S A?
Oh cazzo, ero nella merda più totale.
Shawn mi lasciò il polso e mi guardò con gli occhi scuri, non lo avevo mai visto così.
Iniziò ad indietreggiare, ma io lo bloccai. «Shawn ti prego, non è come pensi, ti prego...» Lui fece un sorrisetto e scosse la testa. «Mi hai solo preso in giro, mi hai deluso Madison. Ed io che stavo aprendo il mio cuore a una come te. Vaffanculo.» disse con tono acido.
Il mio cuore andò in frantumi, iniziai a piangere.
Provai a seguirlo, ma lui se ne fregò altamente e salì sulla sua auto partendo ad una velocità incredibile.
Mi portai le mani sul viso scoppiando a piangere.
Sentii delle braccia stringermi il corpo, mi allontanai subito furiosa. «Dopo quel che hai fatto hai pure il coraggio di abbracciarmi? Mi hai rovinato la vita!» urlai fra le lacrime. «Madison, volevo solo proteggerti.» disse lui. «Ah si? Cazzo Jack non pararti il culo così, io con lui ero felice! Hai rovinato TUTTO!» urlai di nuovo portandomi le mani fra i capelli.
Che ne sarebbe stato di me e Shawn? Mi odiava? oh si se mi odiava...
Pensava che l'avevo solo preso in giro.
Come avrei rimediato? Era la fine?
Presi il telefono e provai a chiamare Shawn, ma lui riattaccava. Ci riprovai altre 10 volte e per 10 volte accadde sempre la stessa cosa.
Entrai in casa mia, seguita da Jack.
Mia madre mi guardò stranita, non capiva il mio comportamento. «Madison, tesoro, che succede?» chiese venendomi in contro, Jack abbassò lo sguardo. «Succede che quel coglione di Jack Gilinsky mi ha fatto litigare con Shawn! Ha iniziato a dire che sono la sua ragazza ed ora Shawn pensa che l'abbia preso per il culo.» dissi nervosa. «Madison ma ti ho dett-» «Jack, devi stare zitto e devi sparire dalla mia vista!» urlai correndo al piano di sopra.
Sentii mia madre urlare qualcosa contro Jack, suppongo lo stesse rimproverando per bene e quel coglione se lo meritava.
Entrai in camera mia e mi buttai sul mio letto, scoppiando di nuovo in lacrime.
La mia vita, non aveva più senso ormai.
4 settembre 2016, la mia vita era finita.
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Passai un intera settimana fra le lacrime, Jack era venuto per farmi una sorpresa ma aveva trasformato tutto in un inferno.
Shawn non si era più fatto sentire, non sapevo come stava, se stesse male, se stesse bene...
Mangiavo poco, mi sentivo debole.
Mia madre mi portava il cibo in camera, assaggiavo qualcosa ma lasciavo tutto come intatto.
Controllavo il telefono ogni 30 minuti, sperando di trovare un messaggio da parte di Shawn, ma tutte le volte in cui non trovavo niente mi crollava letteralmente il mondo addosso.
Mi aveva già dimenticata? Era passata solo una settimana dall'accaduto...
Quando l'avrei rivisto? E soprattutto, l'avrei rivisto?
Siamo all'11 settembre 2016, mancano 3 giorni all'inizio della scuola.
Non avevo la minima voglia di andare in una nuova scuola, fare nuove conoscenze, frequentare nuovi corsi.
Non avevo voglia nemmeno di respirare.
Mi alzai dal letto, a breve avrei perso l'equilibrio.
Mi diressi al piano di sotto e mia madre sembrava avesse appena assistito a un miracolo.
Mi raggiunse velocemente e mi abbracciò. «Piccola mia, finalmente...Come stai?» «Male. Mamma, lui è venuto?» chiesi con voce spezzata. Lei sospirò e scosse la testa. Mi strofinai gli occhi ed annuii semplicemente, ormai rassegnata. Mangiai qualcosa ed andai in salotto buttandomi sul divano, volevo ricominciare la mia vita normale.
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14 settembre 2016.
Stavo dormendo tranquillamente quando sentii mia madre chiamarmi più volte.
«Madison, avanti, altrimenti si fa tardi...Oggi è il primo giorno nella scuola nuova.»
Oh cazzo, è il 14 settembre oggi.
Mi decisi a svegliarmi e mi strofinai gli occhi alzandomi. Scesi al piano di sotto e mangiai un cornetto velocemente, poi tornai sopra ed entrai in bagno.
Lavai la faccia ed i denti e ritornai in camera mia per vestirmi.
Indossai un jeans nero aderente e strappato alle ginocchia a vita alta, e sopra una canottiera semplice bordeaux. Misi le mie solite converse anch'esse bordeaux e andai di nuovo al bagno, mi lisciai come al solito i capelli e mi truccai per bene per essere presentabile. Schiarii il rossetto rosso ed infine mi spruzzai il profumo Chanel.
Presi il mio zaino della Vans nero già pronto e il mio cellulare.
Scesi al piano di sotto e salutai mia madre. «Buona giornata tesoro» sorrise dandomi un bacio sulla guancia. «Grazie mamma» sorrisi uscendo di casa.
Mi diressi alla fermata dell'autobus e poco dopo arrivò il mezzo di trasporto.
Salii all'interno del veicolo e mi sedetti nei posti in fondo, come era mia abitudine fare.
Avevo un'ansia assurda.
Dopo 20 minuti circa l'autobus si fermò davanti alla mia nuova scuola e scesi.
Mi guardai attorno e restai stupita. "Welcome to Los Angeles High School"  lessi l'insegna all'ingresso dell'istituto.
Ebbi il tempo di guardare un po' il luogo e dopo qualche minuto la campana d'ingresso suonò.
Ero disorientata, così fermai educatamente un ragazzo per chiedere informazioni. «Ehi scusami, potresti dirmi dove si trova la segreteria?» «Oh certo, si trova alla prima porta a sinistra...Benvenuta» disse sorridendomi, lo ringraziai e mi diressi dove mi aveva indicato.
Bussai e dopo aver ottenuto il consenso entrai dentro la stanza, profumata ed accogliente.
«Buongiorno, sono Madison Beer, la nuova studentessa...» dissi un po' impacciata, una donna sulla cinquantina sorrise educata e mi diede un foglio dove c'erano scritti i miei corsi. «Bene, oggi come tutti gli altri giorni avrai 5 ore di lezione, in base ai vari corsi dove entrerai dovrai far firmare questo foglio al professore che ci sarà in classe e a fine giornata me lo riporterai va bene? Oh e benvenuta nel nostro istituto.» disse rivolgendomi un sorriso, annuii semplicemente ed uscii dalla stanza leggendo il foglio.
4ªA, era la mia aula e a prima ora avevo Musica, la giornata non poteva iniziare in modo migliore.
Bussai alla porta dell'aula e poco dopo entrai. «Oh buongiorno, lei deve essere la signorina Beer.» disse in modo gentile l'uomo appoggiato sulla cattedra. «Si, salve.» sorrisi. «Io sono il Professor Anderson, l'insegnante di musica, benvenuta.» annuii rivolgendogli un sorriso come per ringraziarlo e gli dissi di firmare il foglio.
Mi sedetti al penultimo banco della fila centrale e seguii serenamente la lezione.
Finirono tutte le 5 lezioni e finalmente era il momento della mensa, così poi sarei stata libera di andare a casa. Tutti i professori avevano firmato il foglio e velocemente lo portai alla segretaria.
Mi diressi poi con il gruppo della mia classe appunto alla mensa ed entrammo nella grande sala già affollata.
Mi misi in fila tenendo il vassoio in mano e presi una fetta di pizza ed una mela.
Mi sedetti al tavolo con dei miei compagni e parlammo un po', erano piuttosto simpatici.
Mangiammo tranquillamente ed una volta finito il pranzo mi alzai, salutai i miei compagni ed scii dalla mensa, andai nel corridoio dove c'era il mio armadietto e lo aprii con la chiave, presi i miei libri e li misi nel mio zaino.
Richiusi l'armadietto ed uscii dall'istituto tranquilla e serena, mi piaceva già quella scuola.
Mi bloccai quando arrivai all'ultimo scalino.
Lui, lui stava baciando una ragazza mentre era appoggiata ad un muro, lui le toccava i fianchi, lui sorrideva ad un'altra.
LUI MI AVEVA DIMENTICATA.

Spazio autrice

Ma ciao bellezzeee!! Ecco l'undicesimo capitolo di Cause I'm addicted to you!
Che capitolo strano eh? Jack si è vendicato, Madison si è, o meglio, si era ripresa dalla 'depressione' e...Shawn?
Oops...
Che succederà? Lo scopriremo nel dodicesimo capitolo.
Votate e commentate come sempre e grazie per le quasi 500 letture...
Vi adoro!

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