Una strada senza nome

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Siamo quasi arrivati nella nuova città. Ero abbastanza triste nel lasciare una parte di vita a Naperville. Eppure, quest'aria nuova, mi fa sentire meglio. Vediamo il cartello: Welcome to Chigago.

Sento un fremito di ansia, misto a gioia. Finalmente potrò ripartire da zero, dimenticando i brutti ricordi che ho avuto fino a poco tempo fa con le persone che conoscevo. Finalmente, smetto di pensare. La mia attenzione è colta da una canzone che mi piace moltissimo. La riconosco subito è "Where the street have no name". Quando papà era ancora con noi, la cantava a squarciagola. Era un visionario, uno che prende tutto come va. Per questo, spesso con mamma litigavano. A me piaceva il suo lato sognatore. Ad un tratto smetto di pensare perché, questa melodia si impossessa delle mie orecchie:

I want to run, I want to hide
I want to tear down the walls That hold me inside
I want to reach out And touch the flame
Where the streets have no name
I want to feel sunlight on my face
I see the dust cloud disappear
Without a trace
I want to take shelter from the poison rain
Where the streets have no name...

Mamma gira la manopola del volume della radio e mi dice quasi sconfortata: << Promettimi che non farai i tuoi soliti casini! >>. Non potevo deluderla di nuovo, così annuì semplicemente anche se per me sarebbe stato difficile stare lontana dai guai. Chiedo quanto manca per arrivare. <<Porta pazienza>>. Intanto, io picchietto le unghie contro il cruscotto con nervosismo, la mamma se ne accorge e per un momento mi fulmina con il suo sguardo. Così, decido di staccarmi per un po' mettendo le cuffie e ascoltando qualcosa di rilassante, infine chiudo gli occhi.

La macchina si ferma e vedo una casa rossa, lo steccato decadente, rimango un po' scossa della scelta della mamma, ma naturalmente con il suo stipendio e i soldi che ci manda papà è già molto.

Mamma apre la porta, mentre io vado a fare un giro di perlustrazione del giardino. L'erba è secchissima, un giallo allucinante, mette quasi tristezza. La casa confina con la foresta, a delimitarne la sua potenza è una recensione di rete di metallo. E' tutta rotta e arrugginita, non potevamo scegliere posto migliore per essere assaliti dagli animali. C'è anche un capannone dismesso, una finestra è rotta, mi affaccio e mi accorgo che è pieno zeppo di cose. Così, mossa dalla curiosità, decido di entrare. Mentre giro la maglia, sento la voce di mia madre << Vieni a darmi una mano a scendere gli scatoloni!>>.

La mia curiosità dovrà aspettare.

THE URBAN LOVE- Quando l'amore può colmare le nostre crepeWhere stories live. Discover now