Capitolo 3: The Truth

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Dal capitolo precedente:

Mi volto a guardarlo, si sta grattando la testa: mi sta mentendo.

[...]

-Visto che posso usare, lo stesso, l'arco?- mi dice divertito.

Ok, vuole giocare? Giochiamo!

Pensa di essere furbo, ma sappiamo tutti che, se solo volessi, potrei mandarlo al tappeto in un paio di secondi

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Pensa di essere furbo, ma sappiamo tutti che, se solo volessi, potrei mandarlo al tappeto in un paio di secondi.

-Vuoi usare l'arco in una battaglia con una spada? D'accordo!- dico con un ghigno malefico sul volto.

-Che aspetti ad attaccarmi tesoro? Paura di perdere?- ammicca lui sfidandomi apertamente.

Non gli rispondo, parto, semplicemente, all'attacco. Lo sto, appositamente, attaccando con mosse che lui, sicuramente sa parare, voglio dargli l'impressione di poter essere il vincitore per, poi, farlo andare K.O. quando meno se lo aspetta.

Una folla inizia a raggrupparsi attorno a noi. Sento, chiaramente, la mia migliore amica gridare il mio nome per incitarmi a vincere. In un momento in cui Jason mi è lontano, intento a riprendere il fiato, con tutti i sensi affaticati, ma all'erta, mi volto verso la mia migliore amica e le faccio un occhiolino e un sorriso divertito. Come mi aspettavo, il mio avversario mi si avventa contro nel momento in cui mi distraggo, peccato per lui, però, che era tutta una messa in scesa. Velocemente, mi volto, nuovamente, verso di lui bloccando l'attacco, mi sono stufata di questo gioco iniziato da me, voglio finirlo il prima possibile, così, ora, mi impegno sul serio e, in pochissimo tempo, lui è disarmato, sdraiato a terra con la mia spada che, per pochi millimetri, non gli tocca la gola. Un coro di applausi ci circonda, ma, se normalmente questa cosa mi avrebbe messo in imbarazzo, questa volta non ci faccio nemmeno caso, perchè l'unica cosa che m'interessa, al momento, è sapere perchè mi ha mentito e cosa mi nasconde. Rimaniamo così fin quando la folla intorno a noi si dirada e rimaniamo solo io, il mio ragazzo a terra, la mia migliore amica e il suo ragazzo. Ancora non sciolgo la posizione, lui ansima sotto la mia spada e il mio sguardo arrabbiato per la stanchezza.

-Vuoi levare quella spada dalla mia gola amore?- mi dice lui, tranquillo e stanco allo stesso tempo.

-No- è la mia risposta secca e decisa.

Il suo sguardo, ora, cambia, da tranquillo e affaticato passa a preoccupato e curioso.

-Come mai? Ti piace comandare, eh? Non me lo avevi mai detto. Ma se è così, nessun problema tesoro, basta dirlo e, in camera da letto, quando siamo soli, potrai sottomettermi quanto vuoi- dice cercando di stemperare la tensione e farmi imbarazzare per cambiare posizione con un sorriso malizioso a increspargli i lineamenti.

Nonostante tutti i miei sforzi, arrossisco, ma riesco, a stento, a non mettermi le mani sul viso per nascondere il mio imbarazzo. Dopo un paio di respiri profondi, riesco a calmarmi, più o meno, permettendomi di rispondergli come se non avesse mai pronunciato quell'ultima frase.

The Her Saga #2 - The GirlOnde histórias criam vida. Descubra agora