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6 anni dopo...

"Bonjour Madame Hale"
"Bonjour Messier, vi prego di scusarmi per il ritardo"
Eccomi qui. Di nuovo tra i banchi di scuola.
"Ora si metta seduta, nous voudrions iniziare la lezione" mi rispose Messier David, il mio insegnante di matematica.
Dopo essere arrivate in Francia, io e la mia migliore amica Lydia ci siamo innamorate di questi posto.
Abbiamo trovato subito una scuola inglese, un college per così dire, che ci avrebbe permesso ugualmente di studiare quello che avevamo lasciato venendo qui.
Ma essendo dall'altra parte di Parigi, è un po' difficile se vogliamo continuare a vivere una vita normale per noi arrivare in tempo.
"Bonjour, pardon pour mon ritard Messier David" disse la mia amica entrando. Lei ci sa fare meglio di me con il francese.
"É retard, Madame, non ritard" la corresse il professore e si girò nuovamente verso la lavagna. Come non detto...
Lydia si mise accanto a me e si asciugò la fronte leggermente sudata per la corsa.
"Sembra che sia a casa Hale che a casa Martin sia di obbligo fare retard" disse il professore con il suo accento francese marcando l'ultima parola e continuando a scrivere alla lavagna.
"Se venisse a sapere che la casa dove vivete è una sola, allora la dividerebbe in due" disse una voce maschile dietro di noi.
Era il nostro amico Jasper, dai capelli bruni, gli occhi verdi e un piercing sul lato sinistro del labbro inferiore.
"Senza di te saremmo spacciate Jasper" gli dissi pensando a ciò che sua madre fa per noi.
Siamo riuscite a trovare un college, come dicevo prima, dove si studia in lingua americana e fortunatamente Jasper, il nostro vicino di casa, è nella nostra classe. É da cinque anni che sua madre ci fa favori molto importanti, tra cui quello di tenere mia figlia.

Esatto, mia figlia.
Sarah.
É identica a suo padre, capelli scuri con qualche mèches più chiara, occhi castani e un sorriso identico a quello di Stiles, anche l'umorismo l'ha ereditato da lui.
Ma c'è una cosa di cui non sono molto contenta che ha preso da me.
Anche lei è una Kamrow, ma non una normale. Anche lei è speciale come me.
Mi è capitato di riparlare con mia madre dopo la nascita di mia figlia ed è stata lei a dirmi che anche lei è una Kamrow di tipo Incly, il nome specifico per definire al meglio la specie più forte come me.
Ho cercato di non farle scoprire i suoi poteri, ma ovviamente le capita durante la luna piena di trasformarsi in una banshee o in un licantropo e anche se non crea molti problemi, cerco sempre di farle ritornare il controllo.
Ormai sa come domare i suoi poteri, e tutto grazie a Lydia che mi ha aiutata.
"Cosa ha spiegato fino ad ora?" chiesi a Jasper dietro di noi.
"Oh ancora nulla" disse sussurrando per non farsi sentire "ha solo continuato il discorso di venerdì sul fatto che voi continuiate ad arrivare in retard" disse in un risolino imitando il professore facendolo innervosire un poco.

Le lezioni fortunatamente finivano per l'ora di pranzo, dalle 8 e 30 fino a circa le 14 o le 15, dipendeva dal programma dei professori.
"Ti serve un passaggio come le altre volte?" chiesi Jasper che uscí dall'aula insieme a noi.
"Oh, oggi no, vi ringrazio. Vado a studiare a casa da Francis" disse e gli si arrossarono di poco le guance vicino agli zigomi.
Sapevamo dell'omosessualità del nostro amico e ormai dopo 5 anni non ci si fa più caso.
"Tranquillo, avviseremo noi tua madre" gli disse Lydia mettendogli una mano sulla spalla da dietro "ora va' dal tuo principe azzurro"
"Lui.. Non è il mio principe azzurro" si difese il ragazzo.
"Vai su, non farlo aspettare" lo spronai e così tornammo a casa dalla scuola senza il nostro amico.

"Sai, l'altro giorno mi ha chiamata Scott" mi disse Lydia mettendo in moto la macchina che avevamo comprato con un po' dei nostri risparmi.
"Davvero?" chiesi stupita. Non capitava di sentirci spesso ora che anche loro avevano iniziato il college "cosa ha detto? Come stanno?"
"Beh, ha scoperto di Sarah" disse in un sussurro mentre iniziava a partire "ma sta tranquilla! Ha promesso di non parlarne con nessuno, specialmente con Stiles, anche se anche io mi chiedo come mai ancora tu non glielo abbia detto" mi disse velocemente.
Per un momento sbiancai.
"Come l'ha scoperta?" chiesi preoccupata.
"Ha fatto due più due. Ha detto che ti ha vista ingrassata quando siamo partite e poi mentre parlava con me Sarah mi ha chiamato zia e perciò..."
"...ha capito tutto" finii la frase e sospirai.
"Ha detto che se riesce dovrebbe venirci a trovare la prossima settimana perché ha il riposo libero al college" continuò.
"Capisco..." dissi tranquilla ma anche un po' nervosa per il fatto di mia figlia, ma dopotutto.. É Scott. É il mio migliore amico "sono felice che riesca a venire" conclusi e mi raccolsi i capelli in una coda di cavallo.
"Hai fatto bene a tenerli biondi" mi disse guardando per un attimo la mia chioma non più nera.
"É da 3 anni che me lo stai dicendo" le dissi ridendo.
"Lo so... E solo che non voglio che cambi idea" mi disse sorridendo anche lei.

Arrivate a casa, parcheggiammo la macchina poco prima del portoncino d'entrata, presi le chiavi ed entrammo.
Andai subiti a suonare alla signora Clayton, la mamma di Jasper, per riprendere come ogni giorno mia figlia.
"Oh buongiorno cara, come è andata oggi?" mi chiese la donna.
"Tutto bene, la ringrazio. Sono venuta a riprendere Sarah" le dissi e vidi un sorriso poco prima spuntato dalle sue labbra smaterializzarsi.
"Sono 6 anni che vi dico di darmi del tu e di chiamarmi Clara" disse puntandomi un dito contro ridendo.
"Va bene, va bene... Mi arrendo" dissi alzando le mani e sorridendo di poco.
Anche Lydia mi raggiunse da dietro e sorrise per il piccolo teatrino che mettevamo in scena ogni mattina e ogni pomeriggio.
"Mamma!" sentii dalla casa della signora Clayton.

Vidi la piccola Sarah venirmi incontro e mi abbassai di poco per prenderla in un abbraccio.
"Ciao tesoro mio" le dissi abbracciandola e accarezzandole i capelli mossi "dai saluta Clara che io e la zia andiamo a mangiare"
"Ci vediamo domani Clara!" disse con la sua vocina e dopo essermi rialzata e dopo aver salutato anche io la mamma di Jasper, presi per mano Sarah e la portai a casa.
"Perché io non vado a scuola?" mi chiese Sarah entrando in casa.
"Perché non è ancora il momento piccola mia" le dissi semplicemente "non ti piace giocare con la mamma di Jasper?" le chiesi portandola in camera per metterle dei vestiti più comodi.
"Ma io voglio andare a scuola..." mi disse e fece finta di essere triste.
"Va bene allora" le dissi "questa settimana la mamma cercherà una scuola per la piccola Sarah, ma promettimi che non mostrerai a nessuno i tuoi trucchi di magia. Chiaro?" le dissi puntandogli un dito contro sorridendo.
"Lo prometto" mi disse e mi buttò le braccia al collo.

"Ti voglio bene mamma"

Own Mind 2 || Teen WolfWhere stories live. Discover now