Tranquilla

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I giorni passavano, e le cose per Veronica erano tornate serene. Aveva ripreso a correre tutte le mattine, lavorava e continuava ad essere raggiante come sempre.
Erano passate due settimane circa da quello strano avvenimento, ogni tanto ci ripensava ma era convinta che lei e la sua paura avessero ingigantito le cose. E forse era veramente così. Forse.
Quel sabato si svegliò di buon umore, andò a correre, fece colazione e si recò a lavoro. Il negozio già alle nove aveva un bel flusso di clientela,tra saldi e fine settimana le persone avrebbero sicuramente invaso interi centri commerciali. Veronica era felice, più persone c'erano e più lei si sentiva utile e pronta ad aiutarli. In quei giorni stava bene, il suo viso era sereno, lo si notava dalle piccole e leggere fossette che aveva sulle guance. I suoi occhi neri spesso malinconici brillavano, e la sua bocca sfoggiava i migliori sorrisi.  Che solo lei poteva dare.

In negozio entrarono alcune ragazze che frequentavano la  scuola che Veronica aveva finito due anni prima, avevano forse diciassette anni. Appena videro Veronica le si avvicinavano e la salutarono, ricordavano i tempi in qui quella ragazza tanto buona le aveva aiutate a studiare e le riempiva di consigli anti-ansia. A Veronica faceva piacere che qualcuno la ammirasse così tanto e scambiare due parole con le ragazze la rese ancora più allegra. Mentre parlavano un uomo incappucciato era fuori dal negozio e guardava verso la direzione delle ragazze. Veronica lo notò di sfuggita, era un ragazzo con il cappuccio, uno di quei soliti ragazzi stanchi della vita, e, alle orecchie hanno sempre le auricolari che pompano musica "alternativa".

Le ragazze se ne andarono dopo una lunga chiacchierata e Veronica tornò al suo lavoro. Era lì con Maya che stava sistemando i prezzi su tutti i capi scontati.
-"L'altro giorno che eri di riposo, è venuto un ragazzo e ha chiesto di te" disse Maya.
-"E chi è?"
-"Non mi ricordo il nome, ma era molto carino!"
-"Ma come? Uno sconosciuto ti parla di me e tu non ricordi nemmeno il nome?" replicò Veronica.
-"Aspetta, la cosa più divertente è che non sapendo il tuo nome,  continuava a dirmi che voleva uscire con la BELLA ADDORMENTATA! Bizzarro non credi? "
-" Ho capito chi é!"

Era lui. Il ragazzo visto dal tabaccaio, poi alla pasticceria e poi in negozio. Sorrise. Quel ragazzo era bizzarro sì.
-"Oh allora sai come si chiama questo grande ammiratore.." disse incuriosita Maya.
-"No!" e fece spallucce.
L'amica la guardò perplessa:"No?! Ma allora mi spieghi o tiro ad indovinare? "
-"Mi ha solo chiesto se c'erano altre taglie delle camicie a righe e gli ho detto di no, poi ha insistito a sapere come mi chiamavo ma non gli ho detto nulla!" sorrise malefica.
-"Che cattiva!" rispose Maya.
-" Non ero di buon umore quel giorno!" disse Veronica lasciando l'amica al suo lavoro e si recò a continuare il suo.

Stava sistemando i capi invernali. C'era tantissima gente, quattro persone entravano, tre ne uscivano, era un via vai continuo.
Fuori davanti alla porta del negozio, lui era lì.  L'incappucciato, quello con il giubotto nero, e la felpa nera, e i pantaloni neri, e un paio di converse nere. Sì, le converse in inverno.
Lui era lì con la testa bassa, ascoltava la musica. Forse.

Veronica rabbrividì. Per un momento lui era tornato, e la paura di muoversi era infinita. Ma quell'uomo davanti al negozio era colui che l'aveva seguita tempo prima? Era lui? O era semplicemente un ragazzo che incappucciandosi si nascondeva dal mondo che lo circondava? Voleva andare là e parlargli, chiunque egli fosse stato. Si guardò intorno. Respirò profondamente e si incamminò verso l'uscita. Qualcuno le andò addosso.

-"Accidenti! Ma guardi dove cammini?" infuriò Veronica.
Guardò la persona che le aveva tagliato la strada. Era un ragazzino che cercava suo fratello.
-"Scusa, non volevo venirti addosso..." disse il ragazzo timido.
Veronica guardò un'ultima volta l'entrata; lui non era più lì.

-"Tranquillo, ma dove vai così di fretta? Sembri spaesato!!"
-"Sto cercando mio fratello, ci siamo trasferiti da poco e non saprei ancora come tornare a casa, mi perdo sicuramente perché non conosco le strade...''
-"Beh da quanto lo stai cercando?"
-"Da poco, era con me nel reparto uomo pochissimi minuti fa ed è evaporato nel nulla"
-"Dimmi che aspetto ha! Ti aiuto a cercarlo, nel frattempo stai qui vicino a me eh!"
-"È alto, ma non tanto...ha 24 anni, capelli disordianti biondi, occhi neri. Si chiama Elijah, ha un cappotto nero e un paio di pantaloni color senape." disse il ragazzo tutto d'un fiato.
-"Okay, tu intanto non ti allontanare. A proposito! Tu come ti chiami?"
-"Jeremiah, grazie per l'aiuto che mi stai dando comunque."
-"Io sono Veronica, e lo faccio volentieri, ma non mi é chiaro come faccia tuo fratello a lasciarti solo così." fece spallucce.
-"Posso aiutarti a sistemare i vestiti?" chiese lui timido.
-"Assolutamente no! Piuttosto parliamo, mi dispiacerebbe sfruttarti per poi non poterti pagare!" sorrise lei.
-"Allora ti parlo della mia vita. Sono nato in California, i miei genitori sono originari di qui però. Sono cresciuto lì, fino all'età di dieci anni, poi siamo stati in Inghilterra per due anni e adesso qui. Ci spostiamo spesso a causa del lavoro dei miei genitori..e dicono che questa sia l'ultima volta, sarà definitivo ma non ci credo. E poi, beh ho un cane, anzi adesso due Rusty che è un corso e Sam un rottweiler, mio fratello è un tipo molto strano, è il classico ragazzo un po' sfacciato, timido mai,  cattivello no?!"
Veronica ridendo chiese:"E tu? Tu che tipo sei?"
-"Io sono tranquillo, bravo a scuola, mi vesto normale, leggo, gioco ai videogiochi, non faccio a botte con gli altri, non prendo in giro nessuno, e aiuto spesso gli altri." finì con tono fiero.
-"Quindi a casa tu sei il figlio buono e tuo fratello quello che crea problemi, giusto?" sorrise Veronica.
La guardò e sorrise anche lui.
-"Sei simpatica, e gentile"
-"Grazie! Anche tu, mi ha fatto piacere conoscerti, ma tra poco io vado via, finisco il turno e tuo fratello non lo vedo."
-"Spero arrivi prima che tu vada via, perdermi è uno dei miei terrori più grandi".
Prima che Jeremiah finisse di parlare,suo fratello si stava avvicinando a lui, e toccandogli la spalla disse:-"Andiamo a casa, sù!"
-"Almeno dimmi dove eri finito, e abbi la cortesia di  ringraziare chi mi ha fatto compagnia fin'ora." replicò suo fratello Jeremiah.
Veronica guardò il ragazzo, rimase sconvolta
Era lui. Sempre lui. Il ragazzo che l'aveva chiamata "bella addormentata", era lui: Elijah.
-"Chi si rivede! Quindi ti chiami Eljah?! Tuo fratello aveva paura di perdersi e ho pensato di tenerlo qui, è proprio un bravo ragazzo!"
-"Sì, grazie" rispose freddo lui è guardando il fratello disse: "Andiamo sù, e la prossima volta ricordati di prendere il telefono e non lasciarlo a casa!"
-"Aspetta! Perché non aspettiamo anche lei e la accompagniamo a casa?! Tra poco finisce." disse Jeremiah.
Elijah rimase in silenzio e guardò Veronica.
-"Non serve, sono in macchina e prima di tornare a casa devo fermarmi a comprare alcune cose al supermercato" sorrise lei.
-"Va bene, ma siamo in debito con te" concluse Jeremiah dando una gomitata al fratello.
-"Finisco il mio lavoro ora, ci vediamo in giro" sorrise Veronica allontanandosi dai due fratelli.
-"Aspetta! Scusami per quello che è successo e se sono stato freddo prima, non è stata una bella giornata, ma sono assolutamente in debito con te, mio fratello ha ragione" disse Elijah.
-"Non mi devi spiegazioni, l'ho fatto volentieri e grazie per le scuse ma non servivano, capisco le brutte giornate, le passo anche io" sorrise Veronica.
-"Ti lascio finire ora, ciao bella addormentata" sorrise lui.
-"Ciao" sorrise lei mentre lo guardava allontanarsi e uscire dal negozio.

Finì il turno, prese le sue cose, salutò chi era rimasto a chiudere il negozio e si incamminò verso la sua auto. Sistemò le borsa nel sedile di fianco, accese la radio, trasmettevano "In the name of love"  di Bebe Rexha e Martin Garrix. Sorrise.
Si avviò verso casa, e lungo il tragitto ripensò più volte a Elijah, come mai era così turbato? Ma soprattutto ripensò più volte a quel sorriso, e dentro di sé si chiedeva: "Cosa mi sta succedendo? Non lo conosco nemmeno. Sì, è carino, ma non è il mio tipo."
Arrivò a casa, cenò e dopo essersi preparata per andare a letto, non chiuse occhio tutta la notte. Pensò continuamente a Elijah.

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