Volto

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Erano le dieci del mattino, Veronica non si era ancora alzata, però sentiva qualcuno che chiacchierava dalla cucina. Le parve di sentire la voce di Jeremiah.
Si girò sul letto, sua sorella non c'era. Chiuse di nuovo gli occhi. Non voleva muoversi.
Sentì l'aroma del caffè che lei tanto amava, in modo goffo appoggiò i gomiti sul cuscino, e, togliendosi i capelli che aveva davanti al viso, aprì piano gli occhi. Tuffò di nuovo il viso nel cuscino.

Toc toc

Bussarono piano alla porta. Era Elijah.
-"Bella addormentata, che ne dici di alzarti e fare colazione con noi?"
-"Non pensavo avrei dormito così tanto...adesso arrivo"
Si alzò piano dal letto, prese il cardigan e se lo infilò, cercò le pantofole, ma non le trovava.
Elijah era rimasto a guardare la scena divertito dalla goffaggine di lei.
-"Psss, zuccherino... Sono dall'altra parte del letto, qui." e si avvicinò per porgerle a Veronica.
-''Grazie" e si catapultò tra le braccia di Elijah, che ricambiò l'abbraccio e sorrise.

Arrivati in cucina Arianne stava dando da mangiare al gatto. E Jeremiah leggeva una rivista scientifica.
-"Veronica, finalmente!! Pensavo non ti saresti alzata fino a mezzogiorno inoltrato" disse la sorella.
A tavola c'era una tazza di caffè calda e una brioche al cioccolato, che Elijah era andato a prendere un'ora prima.
-"Come avete dormito?" chiese la ragazza, sedendosi a bere il suo caffè.
Arianne fece spallucce, Jeremiah affermò di aver dormito meglio di come dormiva a casa sua. Ed Elijah appoggiandosi al muro disse: -"All'inizio è stato un po' difficile ma poi sono riuscito a prendere sonno" e fece l'occhiolino a Veronica che arrossí lievemente abbassando lo sguardo sul tavolo.
Squillò il telefono di casa, Arianne rispose, era la madre che avvisava che sarebbe tornata a casa dopo pranzo.

Jeremiah intuí chi fosse allora intervenne: "Come facciamo a dirlo ai nostri genitori? Giustamente la cosa non mi riguarda perché forse quel psicopatico non ha seguito me, ma dal momento in cui so la storia e sono andato personalmente dalle autorità a chiedere aiuto per mio fratello. Siamo coinvolti tutti, ognuno in parti diverse ma lo siamo. Facciamo le valigie e scappiamo in un isola sperduta caraibica?"
Arianne lo fulminò con lo sguardo.
-"Vai pure, se così si risolverà qualcosa allora parti. Per fortuna non è successo nulla di grave ai nostri fratelli, e sto parlando di ferite o peggio ancora morte. Immagina solo un secondo come si sentirebbero i tuoi genitori? I nostri genitori?"
Jeremiah si sentì in colpa per la battuta fatta e spostò lo sguardo sul fratello.
Veronica dopo aver finito la sua brioche si pulí le briciole attorno alle labbra e cercò di rassicurare tutti.
-"Tocca ad Elijah e me raccontare la storia, e voi siete solo stati d'aiuto in un momento davvero difficile. Non nego che si preoccuperanno, ma è normale. Qualunque genitore si spaventerebbe a sentire una storia del genere."
Intervenne Elijah: "Capiranno e ci appoggieranno come hanno sempre fatto, e ci aiuteranno a passare anche questa. Sono d'accordo con Veronica, dobbiamo essere noi a parlare, e poi sicuramente andremmo al comando di Polizia e lì ci saranno più chiarimenti."
Ci fu un momento di silenzio. E sempre Elijah annunciò che i due fratelli sarebbero tornati a casa loro, e si sarebbero sentiti nel pomeriggio.
-"Ricordati di chiamare qui a casa, tieni il numero..." Veronica porse il biglietto al ragazzo.
-"Grazie, a dopo" le diede un bacio sulla guancia, e si avviò con Jeremiah verso casa, a piedi.

° ° ° ° ° °

Era l'una, si sentì l'auto della madre parcheggiare. Era tornata a casa.
Bussò e ad aprile fu Arianne, che appena la vide le saltò quasi addosso e la abbracciò!
-"Mi sei mancata moltissimo!"
-"Ohh! Ari, anche tu mi sei mancata amore, ma son passati neanche due giorni! Ho visto un auto della polizia passare un paio di volte qua, è successo qualcosa?
Arianna fece spallucce - "Non lo so cos'è successo, ma sarà semplicemente un controllo.. è bello vederti! Sei stanca?"
La madre togliendosi la giacca e appoggiando la borsa che aveva con se annuí.
-"Sono esausta, ho dovuto sostituire Jane che si è ammalata all'ultimo quindi ho fatto un bel giretto di riunioni e presentazioni. Ho parlato con Bill, avrò un aumento. E adesso ho una settimana di relax totale quindi organizziamo qualcosa di carino da fare insieme...Veronica dov'è?" concluse guardando lungo il corridoio.
-"Mamma, sono in cucina, adesso arrivo" due secondi dopo la madre l'aveva raggiunta nella stanza.
-"Cosa stai preparando di buono? Risotto!! Mmh non vedo l'ora di mangiare" si avvicinò per abbracciare sua figlia quando notò un paio di segni sul viso, sbiancò -"Che cosa ti è successo? Ti ha fatto male qualcuno? Veronica..."
-"Calma, sto bene, sono solo due piccole botte...ho avuto un incidente mentre uscivo a cena ieri..."
-"Ma sei andata in ospedale? Chi guidava? Si è ferito qualcun altro?"
-"MAMMA, respira. Eravamo io ed Elijah, non ci siamo fatti male...siamo stati sequestrati...siediti ho un po' di cose di cui devo parlarti..."

La madre si mise la mano davanti alla bocca, tremava ancora di più dopo aver sentito la parola "sequestro". Trattenne le lacrime e si sedette davanti alla figlia in cucina e ascoltò ogni singola frase della storia che Veronica le stava raccontando. I primi messaggi, la sensazione di essere seguita, l'incontro con Elijah, la mattina mentre correva e l'uomo dietro di lei l'aveva terrorizzata, la tortura del cane, altri messaggi e chiamate. E infine la sera precedente, quando lo stalker sapeva e aveva pianificato ogni singolo gesto e ogni singola fine. Le raccontò di come erano riusciti a sfuggire a quello psicopatico, e di cosa avevano scoperto alla polizia.

-"Cosa ti ha impedito di non parlarmene? Hai rischiato tanto, perché non mi hai mai detto che avevi queste sensazioni? Noi parliamo sempre di tutto..."
-"Avevo paura, non volevo coinvolgere le persone che amo, non avrei mai pensato sarebbe arrivato a questo punto... Mi dispiace, per tutto.. Ma so che mi capisici" stava per scoppiare a piangere.
-"Ti capirò sempre tesoro, però ti prego, sai che su di me puoi contare per qualsiasi cosa...qualsiasi." si alzò in piedi e abbracciò la figlia forte, per rassicurarla, per dimostrare qualcosa che le parole a volte non sono in grado di esprimere.
-"Vado a farmi una doccia veloce, mangiamo...poi andiamo dal detective, voglio saperne di più si quest'essere, torno subito!"

Lasciò le due ragazze in cucina da sole, fu allora che Veronica scoppiò in lacrime, si porto le mani sul viso e si abbassò fino al pavimento, singhiozzando borbottò qualcosa come -"È tutta colpa mia!"
Arianne si avvicinò e si mise di fianco a lei, la abbracciò e sottovoce si limitò a dire -"Non dire cazzate!"

Dopo mezz'ora erano sedute a tavola a mangiare, più tardi rispetto a com'erano abituate. Non parlarono molto, il dialogo quasi assente. Fecero tutte e tre in fretta e poi si avviarono in auto dalla polizia.
-"Devo chiamare tuo padre, lo farò dopo che avrò sentito il detective...come hai detto che si chiama?"
-"Salvatore"
-"Mmh Salvatore, sì. Papà dovrebbe tornare tra un paio di giorni, ma è meglio avvisarlo, dev'essere prudente, non si sa mai cosa passa per la testa alle persone. Lo chiamo appena finiamo qui. "
-"Volevo dirglielo io di persona, ma forse hai ragione è più opportuno non aspettare, è già passato troppo tempo"

Scesero dall'auto tutte e tre, e si diressero verso l'ufficio del detective.
La mamma di Veronica bussò e si fece avanti: -"Buongiorno, disturbiamo?"
Lui alzò lo sguardo perplesso e fece cenno di entrare, ricambiando il saluto. Quando vide Veronica e Arianne capí chi era la donna con loro.
-"Prego, accommodatevi."
-"Grazie, sono la madre di Veronica, mi ha già raccontato tutto mia figlia, volevo sapere se avete scoperto altro sul presunto serial killer oppure se avete trovato l'auto, o altri indizi. Perdoni il mio modo agitato di parlare, ma credo possa immaginare e capire io mio stato d'animo."
-"Certo, non si preoccupi può chiedermi qualsiasi cosa. Sono qui per questo. Per quanto riguarda le novità, abbiamo trovato l'auto che il criminale ha usato, una Jeep. L'abbiamo trovata a un quarto d'ora da dove è avvenuto l'incidente di Elijah e Veronica. Il gioco purtroppo è sempre questo, la macchina appartiene ad un uomo giovane che è morto pochi mesi fa d'infarto. Non riusciamo a capire come quest'uomo faccia a procurarsi il materiale. Non ci sono impronte, non c'è un capello sul veicolo, nulla."

Un email attirò l'attenzione del detective."Ti stai muovendo troppo, detective Conan. Attento"

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