Capitolo 3 -Se stesso, e nessun altro

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Quando il messo di zia Craythorne giunse a Broxenban Manor, dieci giorni più tardi, Rose si trovava nella serra.

Era riuscita a far attecchire l'arbusto di rosa selvatica, che per l'inverno avrebbe dovuto accontentarsi di un grande vaso nella serra, per poi essere trapiantato nel roseto di sua madre in primavera.

Certo, se fosse sopravvissuto. L'aveva osservato ogni giorno, disperando di vederlo migliorare: eppure, il bocciolo aveva piano piano rialzato la testa e schiuso i petali, rivelando un cuore screziato di rosso. Un secondo bocciolo era spuntato, e il giardiniere le aveva assicurato che la pianta si stava adattando bene al suo nuovo ambiente. Al ritorno da Bath, forse, avrebbe trovato altre rose nel pieno della loro miracolosa fioritura.

La governante venne ad avvisarla dell'arrivo di zio Edwin mentre era ancora intenta a eliminare qualche foglia rinsecchita dal suo arbusto prediletto. Rose sospirò, e si strofinò le mani nel grembiule da lavoro. Era in completo disordine, e per niente certa di aver messo tutto ciò di cui avrebbe avuto bisogno nei bagagli. Probabilmente aveva perfino della terra sul viso. Sua madre sarebbe stata furibonda.

Uscì dalla serra e si affrettò a raggiungere Mrs Kirby e Octavia sulla soglia di casa, lisciandosi le gonne nella speranza che non fossero rimaste tracce della sua attività di poco prima. Sua madre le gettò appena un'occhiata di rimprovero, storse il naso, e volgendo il viso verso la carrozza in arrivo rimise in piedi la sua maschera da perfetta padrona di casa.

Dalla carrozza scese quell'uomo piccolo e tozzo che era zio Edwin, vestito di un soprabito chiaro che evidenziava ogni imperfezione della sua figura, con la cravatta annodata all'ultima moda sotto il mento prominente.

«Prudence, tesoro! Ti trovo ogni volta più giovane» esclamò lo zio, baciando Mrs Kirby sulla guancia.

La donna sorrise. «Tu invece invecchi, fratello mio: è ora che ti sposi.»

«Che Iddio me ne scampi, allora sì che invecchierei tutto in un colpo. Rose, Octavia! Bambine mie, fatevi guardare. Siete i fiori più splendidi che io abbia mai visto.»

Le sorelle Kirby accennarono a un inchino scherzoso.

«Benvenuto nella nostra umile dimora, Sir Edwin» disse Rose, con esagerata deferenza. «Vogliate perdonarci se accogliamo il nuovo baronetto di Sua Maestà così miseramente.»

Lo zio scoppiò a ridere e le prese entrambe sottobraccio.

«Sciocchezze, ragazze mie, sciocchezze! I titoli non fanno che appesantire le spalle degli uomini, e io non voglio diventare gobbo anzitempo. Ascoltate il mio primo decreto da baronetto: io proibisco a qualunque mio parente di qualsivoglia grado o età di chiamarmi sir!»

«Fratello, ti prego» lo riprese Mrs Kirby.

«No, Prue, è la pura verità. È solo un vezzo, come le targhe di ottone sui cancelli dei poderi. Anche se levassero quella di Broxenban Manor, qualunque stupido che abiti nei dintorni saprebbe come arrivarci, non trovi? Broxenban non passa inosservata: come me,d'altronde» terminò l'uomo, battendosi le mani su uno stomaco non propriamente asciutto.

Rose e Octavia si scambiarono uno sguardo divertito, e a entrambe fu subito chiaro che il pomeriggio non sarebbe stato sgradevole come avevano temuto.

Le ore che seguirono furono anzi piacevoli e spensierate. Zio Edwin raccontò dei fasti della corte e criticò la metà dei suoi pari grado e buona parte dei nobili di lignaggio superiore; riportò loro le sue impressioni sui concerti e gli spettacoli che si davano in quel periodo in città, e infine le rassicurò sulla salute di zia Craythorne, presso cui era stato ospite a Bath prima di andare a Corte a ricevere la nomina. La gravidanza della zia procedeva tranquillamente verso l'ultimo mese: tuttavia, il medico le aveva proibito di uscire di casa in quel delicato periodo, il che doveva sicuramente indispettire molto una donna di mondo come lei.

Una Rosa d'Inverno [SOSPESA]Where stories live. Discover now