Capitolo 18

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Dylan

-Ciao Leila, ciao Leo - li saluta dalla porta Victoria. Siamo rimasti solo io e lei.

Felice?

Solo un pochino, ma veramente...pochino.

Certamente, molto poco a sentire il tuo cuore.

Sento caldo.

Sarà l'amore!

Quando ho visto sulla porta quel ragazzo, quel Clac..

Chris

Sì, lui. Mi sono sentito male, nel senso, ferito? Non saprei come descriverlo. Faceva il cascamorto. Le ha chiesto se sarebbe andata a scuola domani. Ma che domande fa? È ovvio che va, e che soprattutto, viene con me, sulla mia moto, sul mio motore, sulla mia sella, vicina al mio culo.

Romantico.

Molto.

-ehi, perché non vai anche tu? Sembri stanco- mi dice seria fermandosi dietro al divano.

-No, non sono stanco- dico serio, devo avere un aspetto orribile.

-Sicuro? Sai dopo aver scalato un albero per entrare in maniera troglodita nella mia stanza...- chiede ridacchiando.

-Si, sicuro, ti aiuto a mettere a posto- dico incominciando a raccogliere gli scatoli.

- faccio io- ride leggermente.

-Perché ridi?- le chiedo avvicinandomi.

- Hai un bernoccolo in testa- ride quasi sussurrando.

-Colpa della tua scarpa- dico puntandole il dito contro.

-Colpa tua, te lo sei meritato- dice seria portandosi le mani ai fianchi e assumendo un'espressione meravigliosa, è seccata e wow e.. sembra anche divertita e in imbarazzo...ho voglia di baciarla. Le sue labbra, il loro colorito, se le morde in continuazione e non capisco se lo fa apposta o è un suo tic.

-Ti stavo riportando il telefono che tu hai dimenticato- le ricordo.

-Esiste la porta- dice ridendo- quella che hai sbattuto in faccia a Chris- dice poi.

-Ho suonato quattro volte e tu non mi hai aperto- dico- e per quanto riguarda Chris, pensala come vuoi-

-quindi hai pensato bene di entrare dalla finestra e inoltre sbirciare fra le mie cose- dice- sei stato un coglione in entrambi i momenti-

-Bhe, il piano era quello di lasciarti il telefono e basta, poi le cose si sono modificate...- porto una mano dietro la nuca. Lei va in cucina dopo aver preso due dei bicchieri che aveva messo sul tavolo e li mette nel lavandino fa la stessa cosa per gli altri due che aveva lasciato li. Io butto gli scatoloni e senza dirle niente inizio a lavare i bicchieri dopo averle lanciato in faccia uno strofinaccio per poterli asciugare. Tutto avviene in silenzio, nessuno parla e i nostri respiri sembrano una colonna sonora, regolari a momenti e irregolari in altri. I nostri corpi si sfiorano ogni tanto e quando lo fanno mio si riempie di brividi. Victoria, cosa mi stai facendo?

****

Sul mio letto, finalmente. Posso dormire. Sono stanco e il bernoccolo ha assunto un colorito violaceo misto al nero.
Sono stato con Victoria solo una mezz'oretta in più per poi andarmene salutandola con un bacio sulla guancia. Non so perché l'ho fatto ma è successo. Anche se ero arrabbiato con lei per il fatto che stava cercando di proteggere Chris. Mi andava e l'ho fatto.
Bhe in realtà avrei voluto baciarla anche sulla bocca ma ho preferito evitare di ricevere un altro colpo, che sono sicuro, mi sarebbe arrivato se solo mi fossi permesso.
Prima che uscissi, però mi sono fermato a guardare le foto e ne ho vista una che la ritraeva con tutto il sedere di fuori, era una foto di quando era piccola, chiaramente.

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