Capitolo 14

5K 324 1K
                                    

  I legami che ci vincolano a volte sono impossibili da spiegare.
Ci uniscono anche quando sembra che si debbano spezzare.
Certi legami sfidano le distanze, il tempo e la logica perchè ci sono legami che sono semplicemente destinati ad esistere.

Meredith Grey - Grey's Anatomy



-Granger-

Mi asciugo velocemente le lacrime cercando di non farmi vedere e mi rimetto in piedi.

Cosa vuole ancora?

Mi giro e ignorandolo lo supero, raggiungendo l'uscita. Per sua fortuna non mi ferma, perché se osa anche solo sfiorarmi, lo schianto: la rabbia mi percorre da capo a piedi.

Fuori continua a nevicare, ma un tiepido sole ha fatto capolino tra le nuvole. Anche stavolta ne avverto il calore. Mi faccio strada nelle neve, senza però sapere che direzione prendere.

"Come ne esco?"

Vorrei urlare.

Mi giro per tornare indietro, ma vedo Malfoy fermo davanti l'entrata. Gli volto le spalle, zigzagando senza meta, finchè un'idea mi balena nella mente: devo allontanarmi da questo cimitero.

Inizio a farmi spazio tra gli alberi, procedendo in linea retta rispetto al mausoleo.

-Granger!-

E' tutto un intrico di rovi e man mano che procedo, la vegetazione si fa più fitta.

-Fermati!-

"Per Merlino..."

Ad un certo punto però, sono costretta a fermarmi davvero: non riesco più ad andare avanti perché i tronchi degli alberi sono talmente vicini da impedirmi di passare.

Cambio direzione: mi sposto di lato. Probabilmente ci sarà un passaggio da qualche altra parte, ma capisco immediatamente che la mia è stata una cattiva idea: i rami sembrano quasi spine e più volte mi sfiorano provocandomi dei graffi lungo le braccia. Non mi importa. Devo continuare a camminare.

Sento un ramo spezzarsi dietro di me e istintivamente mi porto la mano alla cintura voltandomi di scatto.

E' Malfoy.

Non so neanch'io quanta rabbia dimostri la mia espressione, ma lui non si lascia influenzare: -E' tutto inutile. Ho già controllato-

Lo ignoro nuovamente e mi giro facendo un passo avanti, o almeno, cercando di farlo. Sento formarsi dei nuovi graffi che bruciano e cerco di trattenere qualsiasi verso di dolore mordendomi il labbro.

Vengo bloccata da una mano che mi afferra la spalla: -Fermati, per Salazar!-

-Lasciami!- rispondo, liberandomi con uno strattone. Torno indietro, prendendo un'altra direzione.

Lui mi segue senza dire niente e quando raggiungo di nuovo il cortile, inizio ad esaminarmi le ferite. Per fortuna nulla di grave. Devo medicarmi però. Di nuovo.

E di nuovo, è tutta colpa sua.

-Granger-

Ma perché non la smette di infastidirmi?

Mi giro e allungo una mano: -Ridammi la mia bacchetta. Adesso- gli dico freddamente.

Stranamente mi ascolta: lo vedo portarsi una mano alla tasca ed estrarla per poi porgermela. L'afferro velocemente e mi allontano da lui, andando a sedermi su un cumulo di neve poco distante non ancora sciolto. Inizio a evocare le bende e a fasciarmi mentre, con la coda dell'occhio, lo vedo fermo in piedi, che mi osserva.

Lumos - Nihil est ut videtur | Dramione (COMPLETATA) #Wattys2018Where stories live. Discover now