CAPITOLO 4

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- Bambolina sono tre ore che lavori su quell'auto.. Forse non sei portata- ridacchiò Styles mentre io ero occupata a lavorare sotto l'auto.
Se c'era qualcosa che non bisognava fare mentre lavoravo erano proprio le battute. Strisciai con la schiena sul carrello mobile e uscii da sotto l'auto. Mi alzai aiutandomi con la mano con ancora la chiave inglese stretta tra le dita.
- vuoi dirmi che genere di problema hai con me?- chiesi infastidita mentre con un panno mi pulivo le mani sporche di grasso.
- non ho nessun problema con te, bambolina- disse lui sorridendo.
- senti prima cosa, non infastidirmi mentre sto lavorando, e secondo, non chiamarmi bambolina- dissi scandendo bene le ultime parole.
- d'accordo - disse ridendo tra sé e sé. - però non prendertela, è solo che devo farci l'abitudine ad avere una ragazza che gira in officina- disse sogghignando.
- oh allora si tratta di questo?- chiesi ridendo. - hai paura che io possa essere più brava di te, non è così?- chiesi guardandolo divertita.
- sei lontana anni luce da quello che intendevo dire.. Comunque non ho paura di quello che sai fare- disse facendo spallucce.
- stai insultando la mia intelligenza Styles? Va bene, se entro mezz'ora quest'auto partirà ammetterai che sono più brava di te.- proposi io con sguardo di sfida.
- perché dovresti essere più brava di me se riuscissi a far partire quella macchina?- chiese incrociando le braccia al petto mantenendo il suo ghigno che tanto mi infastidiva.
- perché quasi sicuramente tu hai messo le mani su questa Berlino del 98, e non sei riuscito a farla ripartire, quindi poniti nuovamente la domanda e datti una risposta- dissi sorridendo soddisfatta di avergli fatto sparire quel ghigno dalla faccia.
Stava per replicare ma lo precedetti.
- adesso lasciami vincere la scommessa, Harry- dissi facendogli l'occhiolino per poi voltarmi e tornare a lavoro. In mezz'ora avevo dovuto sostituire i dischi dei freni, cambiare le candele e dare una ripulita al motore. Una volta portato a termine il lavoro salii in macchina e misi in moto.... Accidenti, ruggiva come un leone.
Il signor Freeman si avvicinò constatando il lavoro che avevo appena concluso. Harry era dietro di lui con le braccia incrociate al petto che cercava di nascondere un sorriso.
- complimenti Roo, se devo essere sincero non pensavo potessi farcela, ci hanno provato praticamente tutti qui dentro a farla ripartire. Brava- esordì l'uomo soddisfatto allontanandosi nuovamente verso il suo ufficio.
- beh allora?- chiesi ironica rivolgendomi al riccio.
- lo ammetto sei brava- disse sorridendo avvicinandosi a me. Prese il panno che aveva sulla spalla e me lo lanciò dicendomi - datti una ripulita, tra poco si chiude- e poi si voltò andando non so dove.
Avevo usato il bagno sul retro per darmi una ripulita.. Se Zayn mi avesse visto unta di grasso mi avrebbe fatto domande e la mia scusa del "negozio di Cd musicali" non avrebbe retto. Dopo aver eliminato ogni traccia d'olio o di grasso dal corpo, uscii dal bagno e mi diressi verso la mia auto. Tornai a casa esausta. Liam e Zayn dovevano ancora arrivare così ne approfittai per cambiarmi e starmene dieci minuti in pace. Erano quasi le otto e mezza quando la porta si aprì rivelando miei fratelli con delle buste di carta in mano.
- cinese- disse Liam alzando i sacchetti che teneva tra le mani.
- e da bere- aggiunse Zayn mostrandomi una bottiglia di Jack daniel's. Ironia della sorte?
- Tu da quando bevi whiskey?- chiesi sbalordita aiutandoli ad uscire le varie porzioni di cibo dalle buste.
- Tu da quando ti interessi all'alcol?- chiese lui di rimando.
- da quando portavate i vostri amici a casa e facevate giri di chupiti per tutti. Eri talmente fuori da versarmi da bere tu stesso- dissi scoppiando a ridere ricordando le feste organizzate a casa quando papà non c'era.
- non posso crederci!- disse portandosi una mano alla fronte.
- credici. Adesso possiamo mangiare? Sto morendo di fame- dissi prendendo posto vicino a Liam.
Durante la cena Zayn mi chiese com'era andato il colloquio al negozio di Cd musicali, e io mentendo spudoratamente dissi che era andato benissimo.
Zayn era una boxing trainer, mentre Liam era un normale personal trainer. Lavorano nella stessa palestra, la Cross Gym, che era vicino la spiaggia. Quindi molto lontano dal mio posto di lavoro.
- ragazzi io vado a letto, ne ho bisogno- mi congedai dirigendomi nella mia stanza. Ma nemmeno il tempo di togliermi la maglietta che mi squilla il telefono.
- pronto?-
- Roo! Che fine hai fatto aspetto la tua chiamata da due giorni! Credevo fossi morta in un incidente aereo o che ti avessero rapita e portata in africa per la vendita di schiavi..- disse preoccupata la voce dall'altro capo del telefono.
- Niall calmati, sto bene. Scusa se non ti ho chiamato ma ho avuto un po' di cose da fare-
- farmi preoccupare era una di quelle per caso?- chiese lui ironico.
- forse.- dissi facendolo ridere - come stai?- chiesi poi.
- molto meglio adesso, e tu? Dai raccontami un po'.-
- la mia camera è da urlo e oggi ho avuto il mio primo giorno di lavoro, sai quello di cui ti avevo parlato...- dissi sperando che capisse.
- Zayn come ha reagito?-
- Non lo sa.. Per lui lavoro in un negozio di Cd Musicali. Non posso dirglielo, non ancora-
- non hai tutti i torti, adesso devo scappare, ci sentiamo appena ho un buco libero di tempo, ciao dolcezza-- ciao Biondo- dissi attaccando.
Ero felice di averlo sentito. Nina non si era fatta viva, probabilmente era troppo indaffarata con lo studio e non l'avrei certo disturbata. Così dopo aver chiamato mio padre e avergli dato la buonanotte, mi misi sotto le coperte e mi addormentai tranquillamente.

- Ciao Bambolina- mi salutò il riccio mentre ero occupata a lavorare su una moto Guzzi rossa.
- Ciao Styles- dissi alzando una mano senza però guardarlo.
- ti fanno fare il lavoro sporco eh.?- mi stuzzicò lui mentre raggiungeva la sua postazione.
- non mi dispiace- ammisi sincera.
- Harry lasciala stare e vieni a darmi una mano con questa- urlò un'altro ragazzo al riccio. Era un po' più basso di Harry e aveva il ciuffo all'insù castano e degli occhi blu che risplendevano. Anche lui come Styles ero pieno di tatuaggi. Anche io ne avevo alcuni, crescendo e vedendo i miei fratelli farseli mi ero "appassionata".
Finii il mio lavoro e decisi di andare fuori a prendere una boccata d'aria, e trovai il ragazzo che mi aveva gentilmente allontanato Styles dalla visuale.
Stava facendo qualcosa con il cellulare e io ne approfittai per accendermi una sigaretta. Non che io fumassi tanto, solo ogni tanto. Un pacchetto da venti poteva durarmi anche due settimane a volte.
- una ragazza che fa il meccanico, a cui piacciono i tatuaggi e che fuma.. Sei la ragazza perfetta insomma- disse il ragazzo accanto a me senza distogliere lo sguardo dallo schermo del suo telefonino. Lo guardai e sorrisi tra me e me.
- non per tutti i ragazzi- scherzai io facendolo sorridere. Alzò lo sguardo e allungo la mano verso di me
- io sono Louis-
- Roo- dissi stringendogli la mano.
- non sei di queste parti, vero?- chiese appoggiandosi al muro con la schiena.
- No, sono nata in Texas ma vivevo a NY fino a qualche giorno fa- dissi facendo un tiro dalla mia sigaretta.
- Texana, mi piace- disse facendo un gesto d'apprezzamento.
- hai già conosciuto Harry a quanto ho visto- aggiunse poi trattenendo una risata.
- Già- dissi facendo un mezzo sorriso.
- non prendertela, ti chiama così solo perché sei carina, e lui è un'idiota.. È solo che vuole fare il duro, ma è un bravo ragazzo.- dissi in sua difesa.
- può darsi-
-allora ti piacciono le auto eh?- chiese cambiando discorso.
- si, mi sono appassionata verso i quindici o sedici anni, quando i miei fratelli avevano cominciato a correre- spiegai brevemente facendo l'ultimo tiro.
- e tu hai mai corso?- chiese
- no, mi piacerebbe farlo ma..- lasciai la frase in sospeso.
- ma?- mi incitò lui.
- mio fratello maggiore non sa nemmeno che lavoro qui, figuriamoci se sapesse che corro.. Non gli va a genio che io frequenti certi posti.- dissi facendo una smorfia.
- se permetti credo sia ingiusto toglierti dal tuo "habitat naturale"- disse mimando le virgolette con le dita.
- che intendi dire?- chiesi accigliandomi.
- sei la tipica ragazza da corse, e non sto parlando di quelle che vanno solo a mostrare, scusa il termine, tette e culo, ma le ragazze che vanno per vincere- spiegò lui facendo spallucce.
- tu corri?- chiesi di rimando.
- si, corro ormai da 5 anni.. La prima volta avevo solo 18 anni- disse lui con un sorriso sul volto.
- adesso però "corro" dentro o il signor Freeman mi uccide- aggiunse poi ridendo tornando a lavorare, e io lo seguii a ruota.

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