CAP. 67(SARESTI DAVVERO DISPOSTA A FARLO?)

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La luce diventa sempre più abbagliante man mano che la moto si avvicina.

Appena parcheggia davanti a me, Max spegne la luce e scende dalla mia baby Max.

Cioè...è la sua e questo nome è patetico, ma dettagli...

<<Che ci fai sotto la pioggia?>> Scrolla la testa e goccioline di pioggia gli cadono dai capelli, andando a finire per terra, dove diventano indistinguibili insieme alle altre mille.

<<Ballo!>>

<<Seriamente>> Mi guarda male.

<<Cosa vuoi che ci faccia sotto la pioggia?! Devo andare a casa e non ho un passaggio. Ti andrebbe di fare il gentiluomo una volta tanto?>> Mi stringo le braccia al petto e starnuto.

<<Solo a te può venire in mente di uscire di casa quando c'è il diluvio universale!>>

Ineffetti si sente il cadere della pioggia sui tetti simile al rumore di un trapano , l' aria è gelida, non c'è nessuno per strada e sono tutta bagnata.

<<E solo a te può venire in mente di andare a fare un giro in moto con il rischio di fare qualche incidente stradale>> Controbatto prima di emettere una lunga serie di starnuti.

<<Avevo bisogno di azzerare i pensieri>> Confessa.

Solo ora mi rendo conto che non mi ha ancora guardata da quando ha spento la moto.

Sto iniziando a pensare che quella con Manuel sia stata solo una messinscena, come per dire : " te
l' avevo detto io di stargli lontana. Ora guarda chi è il buono e chi il cattivo".

È inutile che cerchi di risolvere il maestro dei rompicapi, non si può capire qualcuno che non ti permette di farsi capire.

Forse avrei dovuto concentrarmi di più quando stavamo insieme. Quando avevo una piccola voce in capitolo.

<<Prendi. Stai congelando>> Mi porge la sua giacca nera con le borchie, continuando a tenere lo sguardo fisso sulle ruote della sua moto.

Non capirò mai tutte le sue sfaccettature...

<<Grazie>> Rispondo con un pizzico di rimorso quando mi accorgo che adesso gli rimane solo una maglietta a maniche corte.

<<Sali e non fare storie>> Parla in modo freddo. Freddo come il ghiaccio.

<<E chi fa storie! Non sono talmente pazza da andare a piedi a casa e rifiutare un passaggio in moto!>>

Mi siedo sul sedile e insistintivamente mi aggrappo alla sua schiena per non cadere, ma ,appena mi rendo conto di starlo praticamente abbracciando, mi affretto a ritirare le mani e ad aggrapparmi al sedile per non cadere.

Il rombo della moto che parte nasconde la frase di Max, facendomene capire solo una metà.

<<... perciò non mangio mica>>

<<Come scusa?>> Devo urlare per sovrastare il rumore della pioggia.

<<Niente d' importante...>>

Sentendo il rumore delle ruote che scivolano sull' asfalto bagnato e constatando che sono seduta ad almeno quindici centimetri di distanza da Max,  ho un po' paura di fare un incidente stradale.

La mia testardaggine, però, ha la meglio e non mi avvicino minimamente a lui.

Sono confusa.

Siamo di nuovo su questa moto per le strade di Oxford, ma non è come le altre volte.

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