Il flauto magico (parte terza)

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Il figlio si stupì per la reazione della madre e guardò di nuovo lo strumento

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Il figlio si stupì per la reazione della madre e guardò di nuovo lo strumento. "Beh, sì. Papà, prima di... andarsene... mi ha ordinato di salire in soffitta e mi ha dato delle indicazioni per trovare quest'oggetto, dicendomi che mi avrebbe cambiato la vita." Poi alzò lo sguardo e incontrò i suoi occhi neri come la notte. "Ne sapevi qualcosa?"

Lei appoggiò due dita sul tavolo e le sue labbra cominciarono a muoversi velocissime, senza emettere alcun suono. Si allontanò dal figlio e si avvicinò a un mobile.

Pip rabbrividì: l'inquietudine della madre era palpabile. Perché il suo sguardo si era velato di tristezza appena aveva visto quel flauto?

Osservò la donna che stava fissando il vuoto e, dopo qualche minuto, la raggiunse. "Mamma... scusami, non volevo rattristarti. Cosa succede?"

Aura sospirò e, borbottando tra sé, si sedette al tavolo. Il suo volto era una maschera di terrore.

Pip non riusciva più a trattenere la sua curiosità, così le mise una mano su una spalla. "Ti prego, parlami."

Lei sospirò e annuì, asciugandosi le lacrime dagli occhi. "Tutto è cominciato dieci anni fa. Tuo padre era di ritorno da un lungo viaggio di lavoro e incontrò un barbone che chiese il suo aiuto. Non voleva del cibo, ma dei vestiti nuovi. Nick gli diede ciò che desiderava perché quello che aveva con sé era anche più di quanto dovesse vendere. L'uomo lo ringraziò e in cambio gli diede in regalo il flauto dicendo che gli avrebbe portato fortuna."

Aura si chiese se fosse arrivato il momento di raccontare tutto oppure se fosse il caso di nascondersi dietro alla metà delle cose che non aveva ancora svelato; alla fine scelse la seconda opzione perché non poteva rivelargli la verità. Conosceva bene il figlio e lui non sarebbe stato in grado di reggere una notizia simile.

Decise di raccontare solo la parte meno dolorosa.

Aura invitò Pip a sedersi, il figlio obbedì e la guardò con occhi espressivi. Non aveva paura di sapere. Credeva di essere abbastanza forte per poter sopportare tutto.

La donna continuò il suo discorso: "Oltre a questo... il barbone disse che quell'oggetto era lo stesso flauto presente nella famosa leggenda del Canto del Richiamo."

Il ragazzo si alzò di colpo, esterrefatto: tutti conoscevano quel mito. Veniva insegnato ai più piccoli in modo che lo sapessero raccontare, da grandi, ai loro figli.

Si narrava che, un giorno, una bambina vietnamita di nome Virahs avesse trovato un flauto con il potere di richiamare gli animali. Dopo la sua morte, avvenuta in circostanze misteriose, lo strumento sarebbe stato tramandato di persona in persona e il possessore sarebbe stato sempre cacciato dai villaggi per la sua pericolosità.

Qual era il collegamento tra la leggenda e il flauto?

Aura guardò Pip, gli prese le mani e sorridendo ammise: "Non è solo per questo motivo che l'ho nascosto in soffitta. Jakob, l'amico di Nick, disse, anni fa, che la nostra comunità a Londra si era messa d'accordo con una sezione del Museo di Arte antica e Leggende con l'obiettivo di verificare l'autenticità di miti raccontati da secoli."

Chiave: verità e menzognaWhere stories live. Discover now