ventuno

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Elisa's point of view

«Sei pronta? Hai preso tutto? Possiamo andare?» erano sempre queste le frasi che mio padre mi ripeteva non appena mi o ci spostavamo da un posto a un altro.

Annuii solamente,prendendo il borsone da sopra il letto.
«Aspettami fuori,ti raggiungo subito.» il tonfo della porta fu già una risposta.

Andai in bagno giusto per capire in che condizioni ero. Accesi la piccola luce,iniziandomi a guardare allo specchio: l'immagine riflessa mi metteva così tanta inquietudine tanto da non riconoscermi. Sospirai e mi sciacquai il viso,per poi uscire dal quel maledetto ospedale.

Mio padre mi aspettò silenziosamente all'ingresso e non appena mi vide,prese solamente il mio borsone per poi dirigersi in auto con me che lo seguivo.

In tutto ciò,non avevo né visto né sentito Gionata ma andava bene così. Non volevo di certo rischiare con la mia salute nuovamente. Che vada a farsi fottere.

Il viaggio fu veramente molto silenzioso,ma d'altronde,c'era da aspettarselo. Da quando i miei si erano separati tra me e mio padre era nata una tensione spaventosa che non pensavo potesse esistere.

Ieri sera aveva tanto insistito per portarmi a pranzo con lui che non potei rifiutare: in un certo senso mi sembrava veramente brutto,non passavamo da tanto un po di tempo assieme.

Andavo tranquilla,convinta che mi avesse portato in uno di quei bellissimi ristoranti nel centro di Milano ma non appena vidi l'insegna 'Cinisello B. - Sesto San G.' beh li mi si gelò il sangue. Il mio sguardo andò verso la figura di mio padre che non perse un momento a sorridermi. «Andiamo a casa mia oggi,ci aspetta Daniela.» fece un tiro da quella sigaretta,accennando un mezzo sorriso.

Ricordo ancora quando mio padre mi presentò Daniela: mi chiamò,quasi implorandomi di andare a cena da lui,dato che mia sorella se n'era altamente fregata,trovandosi una scusa del tipo 'ho un'importante riunione,non posso disdire.' Per fortuna che Gionata mi accompagnò,altrimenti sarei stata la classica asociale scazzata che ad ogni domanda avrebbe risposto con dei monosillabi.

Non appena arrivammo a Cinisello,presi una boccata d'aria abbassando il finestrino dell'auto. In fondo non potevo di certo rinnegare le mie origini: Cinisello era casa e lo sarebbe sempre stata,indipendentemente da ciò che avevo vissuto.

«Fede,Vero!» mi alzai sulle punte,agitando la mano sperando che mi vedessero. Non appena le due si girarono verso di me,sembravano aver visto un mostro. 'Avevo un aspetto così orribile?' pensai velocemente.

Le due incominciarono a correre verso di me,lasciando perdere gli altri,che erano dietro di loro.

Inutile dire che Londra era bellissima ma quando ritorni a casa,beh... è tutta un'altra storia.

«Elisa,oddio! Quanto ci sei mancata!» mi stritolarono ed io iniziai a piangere. Mi erano mancate proprio come mi era mancata mia madre,mio padre,mia sorella,insomma tutti... Compreso lui.

«Siamo arrivati,puoi scendere.» mi distolse dai ricordi mio padre con la sua possente voce.


La giornata passò in modo tranquillo,nonostante io avessi le peggio aspettative su come sarebbe andato questo pranzo: ma Daniela si  mostrò veramente dolce e disponibile.

«Grazie Daniela per il pranzo,è stato tutto davvero squisito.» la abbracciai forte,sorridendo.

«E di che,sei sempre la benvenuta qui.»

Sentii un tonfo e mi spaventai,sussultando leggermente. Mi girai in direzione del rumore e vidi un ragazzo intento a litigare con la serratura della porta,imprecando di tanto in tanto.

«Dai,noi andiamo. Alla prossima!» dissi,infine,girandomi verso di lei dandole due baci in guancia.

Mio padre mi riaccompagnò a casa di mia madre senza dire una parola tanto da farmi innervosire. Ma gli veniva difficile parlare? Probabilmente si ma questo,non era affar mio. Non appena arrivai,presi le mie cose,scesi dall'auto e me ne andai.

Forse avevo bisogno di parlare con qualcuno e,quel qualcuno era proprio Rebecca.

spazio autrice

capitolo dimmerddda ma tranquilli,è solo di passaggio.
che ne pensate di questa situazione? fatemelo sapere nei commenti!

a presto!

@/gionatabbst su ig

BACK IN TIME • sfera ebbastaWhere stories live. Discover now