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L'autunno.
L'autunno era quella stagione in cui il vento cominciava leggermente a diventare più freddo, più sbarazzino.
L'autunno era quella stagione in cui le foglie degli alberi si coloravano di un arancione sfumato,cadendo verso la fredda terra da dove la pianta madre le aveva procreate.
L'autunno era quella stagione dove il giovane Jimin amava fare le passegiate attraverso le piccole vie di Busan,o addirittura in riva al mare.
Le giornate si facevano piú corte,piú buie.Ció non disturbó affatto l'animo del ragazzo,anzi,era quello il bello dell'autunno.
Come si poteva odiare quella stagione?
Inutile ragionarci sù, inutile pensarci.
A jimin piaceva e basta, più delle altre stagioni avvenire.

" jimin, quando ti farai degli amici? Hai 20 anni, e ancora ti vedo disegnare su quel piccolo blocchetto di carta. "

la voce del padre era diventata ormai fragile, quasi inesistente.
La malattia lo stava lentamente mangiando dal dentro, impossessandosi dei suoi organi vitali.
Egli ogni giorno lo andava a trovare in quel piccolo ospedale, specializzato nel campo della ricerca contro i tumori.
Le lacrime si erano mai sperdute con gli anni a venire, dato che prima o poi sapeva che anche lui lo avrebbe lasciato per sempre.
Come tutti.

" sto bene così, non ho bisogno degli amici. Ho te, papà. "

in contrasto con la voce del padre, la sua era delicata ma allo stesso tempo smarrita. Era come se il suo animo si era ormai rassegnato alla solitudine, quell'inconscio nel sapere che da un momento all'altro la sua vita si sarebbe sperduta in chissà quale parte dell'universo.

" lo sai che non vivrò a lungo.Cosa farai dopo che saró morto? "

" Tu non morirai. NO! "

odiava quando suo padre gli ricordava la preminente morte.
Non osava neanche immaginare come la sua vita sarebbe andata avanti, come sarebbe riuscito a sorpassare ogni ostacolo senza la propria figura paterna.

" senti, questa sera a Seoul apre una nuova galleria d'arte dove verranno esposti nuovi quadri proveniente da tutto il mondo.
Perché non ci vai? Magari farai nuove amicizie. "

egli conosceva bene il proprio figlio, sapeva benissimo il suo amore nei confronti dell'arte.
Molte volte aveva sbirciato dentro lo spiffero della porta, osservando a bocca aperta le numerose opere d'arte che Jimin dipingeva.
Magari quell'occasione gli avrebbe aperto gli occhi.

" ci penseró. "

le parole espresse dal padre non poterono che date un pizzico di curiosità nella mente del ragazzo, istigandolo seriamente ad andare a quella mostra d'arte.
Molte volte egli gli aveva promesso di andare insieme a lui, ma purtroppo la malattia glielo impediva.
Forse andarci da solo gli avrebbe aperto la mente, gli avrebbe dato quella scintilla di felicità perduta.

" tu intanto riposati e mangia, domani verró come sempre a trovarti alla stessa ora. "

avvolgendo i propri calori in un dolce e delicato abbraccio, salutó con un picchino inchino la sua figura paterna,uscendo dall'ospedale con un piccolo sospiro di amarezza.
Ormai si era abituato a quella routine, quella routine quasi insopportabile e sofferente.
Ma egli non sapeva che a poco sarebbe finita.
Non sapeva che l'indomani non sarebbe andato a trovare suo padre.

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