21.

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Un giorno ti accorgerai che sarà troppo tardi, capirai di aver perso la luna mentre cercavi di contare le stelle.

Penso di non aver mai dormito così bene. Non avevo mai provato la bellissima sensazione che mi descriveva ogni volta Madison, fino ad ora.
La sensazione di sentirsi completi, non più soli. Di sentirsi amata, non usata. Di sentire quel profumo che ti avvolge mentre dormi e che sai di ritrovare quando ti svegli. Di sentire quel calore di cui sai che non potresti farne a meno. Di sentire quel corpo, quella carne viva che aderisce al tuo corpo, l'unica creata per te.
Si ho dormito bene, ma solo per qualche ora. Quando si è alzato dal letto, l'ho sentito subito. Ho sentito il vuoto. Ho sentito che il calore, il mio calore, era sparito.
Mi sono sentita di nuovo sola, senza un posto fisso in cui poter stare.
Ma cosa mi aspettavo?
Lo sapevo a cosa andavo incontro, sapevo che era sbagliato, ma ho voluto rischiare.
Perché nella vita bisogna rischiare. Bisogna fare la prima cosa che ti passa per la testa. Non bisogna pensare a quello che succederà dopo, bisogna pensare a come ci si sente in quel momento. Non bisogna avere rimpianti.
E io non ne ho. Non rimpiango quello che è successo ieri sera, anche se dopo mi farà male. Hi vissuto il momento con Michael, ci siamo fatti trasportare dai nostri sentimenti. Si noi, perché so che lui sente qualcosa, lo percepisco dal battito del suo cuore, dal suo respiro affannato.
O magari sbaglio.
Mi alzo lentamente dal letto, avvolgendomi nel lenzuolo bianco del letto.
Lo porto al naso, inspirò e chiudo gli occhi. Il suo profumo mi inebria il cervello, mi rende debole, indipendente.
Cerco il mio intimo e il mio vestito per tutta la camera di Michael. Li raccolgo e li indosso velocemente.
Voglio solo andarmene da questa stanza, da questa stanza che sa di lui e di noi.
<< Fanculo..>> dico passandomi una mano sulla faccia.
Mi ero ripromessa che andavo avanti, che non sarei più ricaduta tra le sue grinfie e invece ogni volta mi ritrovo punto e a capo.
Vado verso la porta, la apro e mi dirigo verso la mia camera per prepararmi.
Tra un'ora devo essere alla reception per David e quello stupido convegno che deve tenere.
Voglio solo tornare a casa dalla mia famiglia allargata e basta.

<< Sei pronta?>> mi chiede David entrando dalla porta della mia camera.
<< Certo. Possiamo andare.>> dico prendendo la valigia e mettendola per terra.
L'afferro dal manico e la tiro fino alla porta.
<< Lascia, la porto io.>> dice facendomi un sorriso.
Gli sorrido a mia volta e insieme ci dirigiamo verso l'ascensore.
Michael è di spalle, davanti all'ascensore, che grida al telefono.
È sempre strano vederlo, soprattutto ora e dopo ieri sera.
Per tutto il giorno non si è degnato di farsi vedere.
<< Lo sai...No...Sono sempre io...>> inizio a sentire, mentre ci avviciniamo sempre di più a lui.
<< Vaffanculo! Appena torno vedi..>> dice chiudendo la chiamata e passandosi una mano tra i capelli.
Quando si gira, il suo sguardo cade subito su di me.

No lo guardare. Non lo guardare.

Entriamo nell'ascensore e la situazione diventa imbarazzante, finché Michael non parla e la rende il triplo imbarazzante.
<< Allora Rose, ti sei divertita ieri sera?>> domanda con un ghigno sulle labbra.
Lo ha chiesto davvero?! E per giunta davanti a David?!
<< Ehm..si..>> dico piano.
<< È vero, ma che fine hai fatto ieri sera?>> mi chiede David dal nulla.

Ho fatto sesso con Michael, mente mi ero ripromessa di andare davanti.. Magari con te..

Il mio antidotoWhere stories live. Discover now