Capitolo 3

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Non riesco a smetterla di guardare il ragazzo/uomo davanti la mia cella, sento semplicemente i suoi gemiti di dolore, ha un occhio nero e il labbro spaccato per quel che ho potuto vedere.

Porto la mano dietro la mia testa dove mi fa ancora male e guardo la mano che è sporca di sangue. "Quello non è niente piccola puttana" sento dire, alzo lo sguardo e vedo sempre lui, ora non è più sdraiato, ma seduto sul letto. "Scommetto che sei in questa prigione perché ti hanno beccato a fare la puttanella minorenne." Dice ridacchiando. Abbasso lo sguardo mordendomi il labbro, le sue parole mi colpiscono subito, mentre le lacrime scendono silenziose lungo le mie guance, sistemo subito i capelli per non farmi vedere le lacrime. A scuola non ero il tipo di persona accettata, forse per tutti i problemi famigliari, stavo sempre a pensare e non parlavo con nessuno.

Ricordo di aver avuto un ragazzo a quei tempi, eravamo molto legati ,  lui fece un incidente e morì, da allora non vedo più nessun ragazzo, ho preferito pensare solo alla mia famiglia, che purtroppo mi ha abbandonato.

Sento il mio stomaco brontolare, mi mordo il labbro, dopo l'impatto non mi hanno portato da mangiare. "Hai fame?" Lo sento dire. Non perdo nemmeno tempo a guardarlo, e abbasso lo sguardo sui miei piedi scalzi. "Se facevi la brava puttanella ti avrei dato da mangiare questa- dice indicando una mela- ma hai scelto la strada sbagliata, che ti porterà alla morte." Lo guardo negli occhi quando parla, e mette letteralmente paura, non esprime emozioni, il suo sguardo e penetrante, mi mette i brividi. "Emmh sto pensando a un modo per ucciderti, ma lo voglio lento e doloroso, perché non mi dai una mano?!" Chiede ghignando, stringo le gambe al petto terrorizzata dalle sue parole, ma non riesco a togliere lo sguardo dai suoi occhi, vorrei vedere qualcosa che mi dica che sta scherzando, ma vedo perfettamente che è serio.

"Ti potrei lasciare senza mangiare per giorni interi finché non muori." Dice mordendosi il labbro divertito, mi stringo ancora più a me, come se ciò servisse a proteggermi. "E dopo quando ti vedrò morta mi potrei approfittare del tuo corpo." Ghigna divertito, mentre il labbro spaccato e chiusa tra i suoi denti. "Si farò così." Dice lasciandomi un ultimo sguardo e poi inizia a mangiare la mela, quando lo guardo mangiare la fame si fa ancora più spazio in me, e da due giorni che non mangio, e non potrei stare a lungo senza farlo.

Mi sdraio per passare il tempo, e per mia fortuna mi addormento.

Spazio me
Allora è corto, ma qui vediamo un po'di più il personaggio maschile, forse nel prossimo ci sarà il capitolo che porterà avanti il libro ma non vi garantisco che sarà il prossimo, vedo come mi vengono le idee.
Lasciate qualche commento se volete, scusare gli errori grammaticali.

La seduzione del criminale Where stories live. Discover now