✿⁶

629 62 6
                                    

1st october
6:39 am

Luhan si stropicciò gli occhi, guardando poi verso la finestra, dalla quale proveniva una fioca luce affievolita dalle tende.
Ci mise qualche secondo per accorgersi del ragazzo sotto di lui.
Si rese conto di avere la testa appoggiata al petto di Sehun e il braccio dell'altro ragazzo gli cingeva la vita, mentre lui dormiva ancora.
Il battito del suo cuore iniziò ad accelerare e sentì le sue guance diventare roventi.
Sapeva che avrebbe dovuto alzarsi, ma era piacevole stare lì sdraiato con lui.
Intanto Sehun aprì gli occhi e, quando i loro sguardi si incrociano, gli sorrise mentre le guance di Luhan diventavano sempre più rosse.

— Comodo? — chiese il minore con gli occhi socchiusi e un mezzo sorriso assonato sulle labbra.

Luhan si mise immediatamente seduto, allontanandosi dall'altro.
— Scusami — disse imbarazzato, senza nemmeno guardarlo negli occhi.

— Non era per dirti di spostarti — si mise seduto e prese gli occhiali che erano appoggiati sul tavolino davanti al divano — Comunque è colpa mia, sarei dovuto tornare a casa ma mi sono addormentato. —

— Sì, a proposito, devo scusarmi anche per ieri sera — disse timidamente, mentre le sue guance cominciavano a riacquisire il loro colore naturale.
— Cosa vuoi per colazione? — chiese poi, alzandosi e andando verso l'angolo cucina.

— No, niente, grazie. Torno a casa, ti ho già disturbato troppo. —

— Guarda che a me non dà fastidio, davvero — Luhan cercò di convincerlo, il tono della sua voce era dolce — Anzi, mi fa piacere avere un po' di compagnia. —

— Beh, allora resto — gli sorrise.

— Quindi, cosa vuoi per colazione? —

— Per me è uguale, va bene qualsiasi cosa, davvero. —

— Un caffè? —

— Sì, è perfetto — gli rispose, continuando a sorridere.

Luhan allora si avvicinò alla dispensa e prese la polvere di caffè poi ne mise qualche cucchiaio nella caffettiera elettronica accanto al lavandino.
Dopo qualche minuto, la bevanda era pronta e la versò in due tazze che aveva già disposto su due piattini, poi ne passò una a Sehun.

— Grazie — disse, prendendo la tazza tra le mani e sorseggiando un po' il caffè caldo. Poi il suo sguardo cadde sull'orologio appeso alla parete dietro al televisore; segnava le 7:15, circa.
— Cavolo, — trangugiò tutto il liquido nella tazza in un solo sorso — è tardissimo, devo andare. —

Luhan seguiva l'altro ragazzo con lo sguardo mentre si rimetteva le scarpe e riprendeva le sue cose.
— Come mai? — chiese, deglutendo il suo caffè e andando verso Sehun, che era accanto alla porta.

— Tra circa mezz'ora devo essere in negozio, apre alle otto — si mise la giacca — Ciao — lo salutò dandogli un veloce bacio sulla guancia, poi uscì chiudendosi la porta alle spalle.

Perché l'ho fatto?, si maledì mentalmente per avergli dato un bacio mentre scendeva le scale del condominio.
Ora penserà che io sia un idiota.

Luhan intanto fissava immobile la porta di casa sua, il viso completamente arrossato. Si portò una mano sulla guancia e deglutì nervosamente.
Era stato un gesto impulsivo a cui l'altro probabilmente non stava dando peso, si diceva, ma la sua pelle bruciava ancora dove si erano appoggiate fugacemente le labbra del moro.
Non pensava certo che ora Sehun si stesse facendo infinite paranoie, inutili in realtà, perché a Luhan non aveva dato fastidio, quel gesto.

Strizzò gli occhi, provando a scacciare Sehun dalla sua testa, pensando a ciò che doveva fare quella mattina.
Doveva sistemare il divano e pulire la cucina, si ricordò ciò che si era appuntato mentalmente.
Si girò e si avvicinò al sofà, raccogliendo i cuscini che erano caduti quando ci avevano dormito sopra.

Sì, avevano dormito insieme.
Sullo stesso divano.
Abbracciati l'uno all'altro.

Sembrò realizzarlo in quel momento. Non si era soffermato a pensarci, prima.
Chiudendo gli occhi, rivide il viso di Sehun mentre, assonnato, riapriva lentamente gli occhi e gli rivolgeva un sorriso malizioso.
Rivide le sue stesse braccia, una appoggiata sul petto e l'altra lungo il fianco del ragazzo sotto di lui.
Poi le braccia di Sehun che lo avvolgevano e lo stringevano a sé, e gli sembrò di sentirle ancora sulla sua schiena.

Portò entrambe le mani a coprirsi il volto e si lasciò cadere tra i cuscini del divano, i quali emanavano ancora l'odore del moro.

Non è giusto, pensò.
Non è affatto giusto.

---
scusate il capitolo corto ma boh è così

comunque, tra poco pubblicherò il primo capitolo della yoonmin che sto scrivendo, quindi se vi va andate a dare un'occhiata all'intro
grazie

heaven; hunhan ✓Onde as histórias ganham vida. Descobre agora