Capitolo 11

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HARRY’S POV.Mi tiro velocemente su i pantaloni e vedo Dakota coprirsi il petto nudo con il suo vestito bianco che era rimasto sul pavimento prima di rialzarsi, nonostante né io, né lei conosciamo queste tre donne, almeno penso che lei non le conosca. Io non penso di averle mai viste.“Harry, ti sembra questo il modo di comportarti con un bambino in casa?!” quando una delle tre mi chiama per nome, le rivolgo uno sguardo confuso. Proprio non mi ricordo, dico davvero.“Io vado di sopra!” mi dice Dakota imbarazzata, dopo essersi infilata il suo vestito, facendosi spazio tra le tre donne e scappando via.“Ci conosciamo?” chiedo confuso, beccandomi da loro un’alzata di sguardi al cielo.“Sono la mamma di James, è in classe con Dylan. E loro sono le mamme di Celine e Lucas.” Cazzo. Non capisco per quale fottuto motivo siano qui.“Perché siete qui?” sbuffo, rivolgendo un’occhiataccia a quelle tre impiccione.“Sapevamo che Dylan ora sta con te, senza Lena e quando non l’abbiamo visto a scuola pensavamo che ti servisse una mano, dato che Lena ci ha detto che si è sempre occupata lei di Dylan e ora ce ne rendiamo perfettamente conto.” Dice con un finto sorriso, rivolgendomi uno sguardo disgustato, proprio come quelle altre due dietro di lei.“Oh davvero, Lena?!” urlo, stringendo i pugni e cercando di non farmi prendere dalla rabbia. Lena non ha mai fatto un cazzo per Dylan, se non rimproverarlo, sculacciarlo e dirgli quello che non può fare.“Andate via da casa mia, non ho bisogno di niente!” urlo, superandole e iniziando a camminare verso la porta per accompagnarle. Capisco che mi stanno seguendo quando sento i loro tacchi fare rumore contro il pavimento.“Bambini, andiamo! Subito!” dice una di loro, non appena arriviamo in salone. Fortunatamente i bambini erano rimasti qui con Dylan. Dopo una serie di sbuffa, seguono le mamme alla porta senza aggiungere nulla.“Voglio solo dirvi che dovreste vergognarvi entrambi di fare una cosa del genere con un bambino in casa, oh, e ora capisco perché con Lena è finita. Lei si che era una mamma perf-“ non la lascio continuare, le sbatto la porta in faccia con forza, camminando velocemente verso le scale per cercare Dakota.“Papà, perché i miei amici se ne sono andati così presto? Io mi annoio…” dice Dylan, aggiustandosi la frangetta sui capelli, rivolgendomi uno sguardo triste.“Avevano da fare, tesoro… ti va di andare al luna park insieme a me e Dakota?” gli chiedo, fermandomi sulle scale e immediatamente i suoi occhi s’illuminano. Annuisce velocemente, battendo le mani con un sorriso stampato sul viso.Salgo velocemente di sopra per avvisare Dakota e quando entro in camera mi accorgo che sta piangendo. Quando mi vede, si asciuga velocemente le lacrime con il dorso della mano e si gira dall’altro lato del letto per impedirmi di vedere il suo viso.“Amore, che succede?!” le chiedo preoccupato, salendo sul letto e poggiando le mani sulle sue spalle per farla girare verso di me e a quel punto le accarezzo velocemente una guancia.“Come che succede?! Siamo un pessimo esempio per Dylan, forse è meglio che io tornassi al dormitorio!” dice rivolgendomi un sguardo triste, mentre una lacrima scorre lungo la sua guancia.“No, sono io il pessimo genitore, perché tu mi avevi detto che Dylan era in casa ma io non ho voluto ascoltarti, la colpa è mia!” lei scuote la testa e mi lascia un bacio leggero sulle labbra.“E’ di entrambi, Harry. Non faremo più nulla con Dylan in casa.” Le rivolgo uno sguardo confuso, sperando che sia scherzando, ma dall’espressione sul suo viso, capisco che è totalmente seria, purtroppo.“Va bene…” dico sbuffando, rassegnato all’idea. Mi stendo sul letto, fissando il soffitto.“Oh amore, ho detto a Dylan che l’avremmo portato al luna park, ti va di venire? A lui farebbe piacere!” lei mi sorride ed annuisce velocemente, alzandosi dal letto e camminando verso l’armadio. Tira fuori dei jeans e un maglione, per poi andarsi a chiudere in bagno.Io mi cambio solamente la maglietta, tirandone una completamente nera da uno dei miei cassetti.“Papà, mi posso mettere la maglia di Monster & Co. per andare al luna park?” chiede Dylan, entrando in camera e dondolando sui talloni mentre aspetta una mia risposta.“Sì certo, andiamo!” gli prendo la mano e vado in camera sua insieme a lui per cambiarlo. Subito dopo, quando stiamo per ritornare in camera mia, Dakota esce precedendoci. I suoi capelli sono legati in una coda di cavallo, indossa un maglioncino azzurro chiaro, un jeans stretto e delle ballerine dello stesso colore del maglione. Ci sorride, mentre s’infila il giubbino che aveva tra le mani.“Andiamo?” chiede con un sorriso e Dylan annuisce saltellando fino a lei e prendendo la sua mano.“Ti piace la mia maglia Dakota?” chiede lui, mostrandogli la maglietta con un sorriso fiero.“Sì piccolo, è bellissima!” scendiamo di sotto, Dakota prende la sua borsa e a quel punto andiamo via, salendo in auto diretti al luna park.DAKOTA’S POV.La sveglia del mio cellulare mi fa sobbalzare. Controllo velocemente l’orario prima di disattivarla e mi accorgo che sono già le sette, purtroppo. Ieri, abbiamo fatto piuttosto tardi, Dylan non voleva più scendere dalle giostre. Mi fa davvero piacere che si sia divertito e sono sicura che abbia fatto piacere anche ad Harry, che non smetteva di sorridere guardando suo figlio.Purtroppo devo tornare all’università, oggi. Maledetto il giorno in cui ho scelto di andarci.“Harry, amore, tra un’ora Dylan deve entrare a scuola” gli sussurro, mentre lo scuoto per farlo svegliare.Lui si lamenta, girandosi dall’altro lato e nascondendo il viso sotto il cuscino.“Puoi accompagnarlo tu già che ci sei? Io lo vado a prendere!” annuisco velocemente, prima di sgattaiolare fuori dal calore del nostro letto, afferrando i miei vestiti e chiudendomi in bagno. Indosso una gonna a vita alta nera a pois bianchi, una camicetta bianca e da sopra metto un maglioncino arancione che sistemo all’interno della gonna e da sotto metto delle calze nere, visto il tempo. Lego i capelli in una treccia al lato disordinata e non appena esco dal bagno infilo le mie stringate nere.Cammino in silenzio fino alla camera di Dylan per non svegliare Harry e inizio a scuoterlo per farlo svegliare.“Dylan, sveglia! C’è scuola, oggi ti accompagno io!” lui si lamenta proprio come il padre, ma a differenza sua inizia a strofinarsi gli occhi prima di alzarsi e rivolgermi uno sguardo assonnato. Alza le mani, per farmi capire che devo vestirlo io, così lo svesto e lo rivesto velocemente, per poi scendere di sotto insieme a lui per fare colazione.Quando siamo entrambi pronti, gli infilo il cappotto e prendo il suo zaino, facendo io lo stesso subito dopo.Per fortuna, quando arriviamo davanti alla sua scuola non siamo in ritardo. Scendo dall’auto e dopo aver preso la sua mano lo accompagno fino al portone assicurandomi che entri. Quando lo faccio però, mi accorgo che stranamente lo sguardo di tutti e su di noi, o meglio: su di me. Cerco di non far percepire il mio imbarazzo, mentre faccio le solite raccomandazioni a Dylan, prima di lasciarlo entrare.Lui annuisce e sorride, scostandosi poi la frangetta dalla fronte, lasciandola scoperta per me.“Mi dai un bacino?” chiede con dolcezza, dondolandosi sui talloni. Annuisco sorridendo, per poi abbassarmi e lasciargli un bacio sulla fronte.“Ora vai, altrimenti farai tardi!” gli dico con un sorriso e lui immediatamente annuisce, camminando verso la ringhiera dove stringe la mano per salire le scale. Distolgo lo sguardo dalla sua piccola figura solo quando lo vedo entrare dentro, quando mi giro per andar via mi accorgo che lo sguardo delle donne presenti è ancora su di me e si sussurrano qualcosa all’orecchio, continuando a guardarmi.“E’ quella la ragazza, non è vero?!”, “Ma quanti anni ha? E’ una ragazzina!”, “Del sesso orale, ti rendi conto?!” e avrei voluto rispondere a tutte loro, ma il mio imbarazzo me lo impedisce. Mi sistemo la borsa sulla spalla e cammino via con un passo veloce, desiderando solo sprofondare per l’imbarazzo.***Quando arrivo alla prima lezione del giorno sono in ritardo. Appena entro, il professore interrompe per un attimo la sua spiegazione per lasciarmi uno sguardo infastidito. Mi scuso e cammino velocemente verso l’unico posto libero: accanto a Niall.Quando mi accorgo che il suo sguardo è in continuazione su di me, il mio imbarazzo aumenta, mentre cerco di far finta di niente e di seguire la lezione.“Sei sparita!” dice all’improvviso, facendo portare la mia attenzione su di lui.“Non sto più qui al dormitorio…” dico velocemente, prima di riportare lo sguardo sul professore.“Lo so, Alex mi ha detto che stai con Harry!” sembra arrabbiato, il suo tono di voce è così duro.Decido di non rispondere e continuo a far finta di niente, ignorandolo.“Dakota, io ti amo!” dice all’improvviso, quasi urlando, facendo girare i ragazzi davanti a noi che ci rivolgono uno sguardo infastidito.“E io no! Fattene una ragione, Niall!” dico con cattiveria, guardando per un attimo i suoi occhi lucidi.“Ti farà solo altro male Dakota, come fai a non accorgertene?!” sussurra con disperazione, mentre passa freneticamente le dita tra i suoi capelli biondi.“Questo non ti riguarda! Da quando sei diventato così? Dov’è il Niall della casa in campagna?” gli chiedo, girandomi verso di lui e rivolgendogli uno sguardo arrabbiato.“Sono diventato così da quando mi sono accorto che io sono meglio per te di lui. Questa volta non ho intenzione di lasciarti andare, lotterò per te!” alza di nuovo la voce, portando l’attenzione della classe su di noi.“Voi due, dato che vi piace tanto parlare vi do il permesso di farlo, ma fuori dalla mia classe.” Dice il professore, portando l’attenzione di entrambi su di lui. Rivolgo a Niall uno sguardo arrabbiato, come per dire “hai visto? È tutta colpa tua!” mi alzo velocemente dal mio posto. “Non c’è niente per cui lottare.” Gli sputo contro con odio, prima di camminare via velocemente, lasciandomelo alle spalle.Mi siedo fuori su una panchina e tiro fuori il telefono dalla borsa, componendo il numero di Harry, che non tarda a rispondere. Per fortuna è sveglio.“Amore, che succede, non sei a lezione?” mi chiede allarmato. Decido di sorvolare su tutto quello che è successo.“E’ una storia lunga, comunque ho dimenticato di avvisarti. Ho risolto tutto con Michelle e Tim, non saranno più un problema e in più ho riavuto il mio posto da Prada, ricomincio oggi!” dico con un sorriso, che ricompare al solo pensiero, facendomi dimenticare di Niall per un attimo.“Dici davvero?! Ma è fantastico! Come hai fatto?” occupo il resto del tempo per raccontare ad Harry tutto quello che è successo e subito dopo riattacco il telefono per non arrivare in ritardo anche alla prossima lezione. Siamo stati tantissimo a telefono, in effetti resterei a parlare con lui in eterno.Mi avvio verso la prossima lezione, sperando davvero che vada meglio. Questa volta Niall non c’è, ancora non posso credere a quello che ha detto.Quando sto per entrare, il mio telefono suona di nuovo. E’ Harry, quindi rispondo velocemente per vedere quello che vuole.“Che c’è, amore?” gli chiedo, allontanandomi leggermente dall’entrata alla classe.“Devo chiederti un enorme favore! Mi ha chiamato la scuola di Dylan e non si è sentito bene, mi hanno chiesto di andare lì per riportarlo a casa, ma ora non posso proprio, mia madre mi ha incastrato lei e l’idea di dovermi trovare un vero lavoro. Puoi passare un attimo?” sembra così preoccupato, non smette più di parlare. Visto come stanno le cose, le lezioni sono gli ultimi dei miei problemi.“Certo, vado subito!” riattacco il telefono e inizio a camminare verso l’auto, cercando di fare tutto il prima possibile.Quando arrivo a scuola di Dylan chiedo indicazioni per la sua classe e dopo averle ottenute cammino velocemente per i corridoi. Quando vedo il cartello “1C” appeso su una delle porte, busso ed entro velocemente.“Dakota!” la voce di Dylan mi rende subito più facile trovarlo, lo vedo alzarsi dal suo posto e correre verso di me, stringendosi ad una delle mie gambe e mi accorgo che tiene una mano sullo stomaco.M’inginocchio per arrivare alla sua altezza e gli scosto la frangetta dalla fronte, rivolgendogli uno sguardo preoccupato.“Cos’hai, piccolo? Ti fa male il pancino?” gli chiedo, massaggiandogli lo stomaco, dopo averlo visto annuire con un’espressione di dolore dipinta in volto.“E’ venuta a prendere Dylan?” chiede una donna, che dev’essere la maestra, avvicinandosi a noi.Mi rialzo ed annuisco velocemente.“Lo sa che non posso lasciare il bambino a lei se non è un genitore?” mi rivolge un sorriso finto, squadrandomi da capo a piedi.“Il padre mi ha chiesto di venirlo a prendere, può chiamarlo se non mi crede!” la donna alza gli occhi al cielo, camminando verso la cattedra. La vedo parlare per qualche minuto al cellulare, per poi ritornare da noi.“Allora, è tutto okay?” questa volta sono io a fingere il sorriso, dato che so che è tutto perfettamente in ordine.“Sì, direi di sì. Ho chiamato sua madre, sta venendo a prenderlo!” la mia mascella per poco non cade alle sue parole. Che grandissima stronza! A quelle parole Dylan si stringe di più contro la mia gamba, rivolgendomi uno sguardo imbronciato.“Quindi può anche andare.” Dice la donna, rivolgendomi uno sguardo disgustato.“No che non me ne vado. Il bambino vive con suo padre e sono io a doverlo riportare a casa, madre o non madre. Lena lo sa benissimo, quindi aspetterò qui.” La donna mi rivolge un’occhiataccia, prima di tornare alla sua scrivania.Quando arriva Lena, insieme a sua madre, si precipita subito verso Dylan, che appena la vede si nasconde dietro di me.“Tesoro, ti è mancata la tua mamma?!” finge un sorriso a Dylan. Appena la maestra la vede si alza dal suo posto e si raggiunge salutando Lena e sua madre.“Forza, vieni un po’ con la tua mamma!” dice Lena, cercando di prendere la mano di Dylan.“No! Io non ci vengo con te, mai! Io voglio stare con papà e Dakota!” Dylan inizia ad urlare e dimenarsi dalla stretta di sua madre, lanciando calci e pugno a vuoto. Lena lo lascia andare immediatamente rivolgendogli uno sguardo disgustato.“Avete visto cosa gli hanno fatto?! Il lavaggio del cervello, è ovvio!” dice Lena alla maestra di Dylan, che annuisce alle sue parole con un’espressione sconvolta sul viso.“Piccolo demonio!” sussurra la madre di Lena a Dylan, rivolgendomi un’occhiataccia.“Mi dispiace molto per la vostra separazione, ero così ansiosa di vedere entrambi sull’altare finalmente!” dice la maestra e Lena annuisce con finta tristezza.“Il padre del bambino preferisce le ragazzine, chissà perché!” dice Lena, con ironia, dopo avermi rivolto uno sguardo schifato.“Sono brave a succhiare, quando glielo si chiede ovviamente.” Risponde la maestra, senza fare precisazioni, ma so benissimo a cosa si riferisce.Prendo Dylan tra le braccia e mi avvio verso la porta.“Sapete?! Se succhiaste di più anche voi, magari vostro marito smetterebbe di riempirvi di corna. Dovreste provare!” dico fingendo un sorriso, decisamente compiaciuta dall’espressione sconvolta sul viso delle tre donne e lascio la classe insieme a Dylan, che poggia la testa sulla mia spalla.“Succhiare cosa, Dakota?” chiede Dylan, giocando con una ciocca dei miei capelli scappata via dalla treccia.  “Il lecca-lecca, tesoro!” dico, cercando di non ridere. “Quello alla ciliegia!” aggiungo velocemente, dirigendomi verso la macchina.“Dakota, posso cambiare scuola?” chiede Dylan all’improvviso, facendomi concentrare su di lui mentre guido verso casa.“Perché vorresti fare una cosa del genere, tesoro?” chiedo, non appena mi accorgo dell’espressione triste sul viso di Dylan.“Così!” scrolla le spalle, senza dire nient’altro.Non appena arriviamo a casa, lui corre di sopra ed io lo seguo.“Devi andare in bagno, piccolo?” gli chiedo, ma lui scuote la testa, andando in camera sua e stendendosi sul letto.“Ti è passato il mal di pancia?” gli chiedo, sedendomi sul bordo del suo letto.“Mmh… no. Mi fai un massaggino?” chiede, poggiando una mano sul suo stomaco. Annuisco rivolgendogli uno sorriso, prima di tirargli su la maglietta. Quando vedo il suo stomaco pallido, con una macchia violacea al centro, spalanco la bocca spaventata.“Come lo hai fatto questo?” gli chiedo, iniziando a massaggiargli lo stomaco, facendo attenzione a non applicare troppa pressione.“Dei bambini mi hanno colpito con dei giocattoli, ma sulla pancia mi ha fatto più male.” Dice con tristezza, scrollando le spalle.“Perché l’hanno fatto?” chiedo sconvolta e triste.“Perché sono cattivi. Nessuno più vuole essere mio amico, loro dicono che tu e papà siete cattivi e che fate cose brutte e che io dovrei stare con la mia mamma e il mio papà e quando gli ho detto che tu eri la mia mamma loro hanno riso di me e hanno detto che sono stupido.” Dice mettendo il broncio e a quelle parole devo metterci davvero tutta me stessa per non scoppiare a piangere davanti a lui. Non posso farlo, lo farebbe solo stare peggio.“Vuoi conoscere una storia?” gli chiedo, sbattendo le palpebre, per mandare via i residui di lacrime e lo vedo annuire.“Da bambina è successo anche a me, i bambini erano cattivi con me perché il mio papà era andato via. Dicevano che io avevo solo una mamma e ridevano di me. Poi siamo cresciuti, ma nonostante questo le persone hanno continuato ad essere cattive con me, perché non ero carina come le altre ragazzine della mia età, ma di sicuro a te questo non succederà, perché sei bellissimo. Come il tuo papà.” Dico facendolo sorridere, passando una mano tra i suoi capelli.“Dakota io e il mio papà ti troviamo bellissima, invece!” questa volta è lui a far sorridere me, gli lascio un bacio sulla fronte e poi mi stendo accanto a lui.“Tesoro, dopo parlerò con papà e se ti darà il permesso ti prometto che cambierai scuola, va bene?” gli chiedo, avvolgendolo tra le mie braccia.“Grazie Dakota!” sorride, stringendosi a me, per poi addormentarsi subito dopo tra le mie braccia.HARRY’S POV.Quando torno a casa, chiudo in silenzio la porta dietro di me, sperando che Dylan e Dakota non mi abbiano sentito. Rivolgo uno sguardo alle scale, assicurandomi che non ci sia nessuno e a quel punto tiro fuori dalla tasca la scatolina.“Amore!” la voce di Dakota, mi fa subito posare di nuovo la scatola in tasca e a quel punto mi giro verso di lei e la vedo scendere dalle scale, raggiungendomi.“Hey piccola! Come sta Dylan?” gli chiedo, dopo avergli lasciato un bacio sulle labbra.“Ora bene, direi! A scuola sono cattivi con lui e in più sanno tutti quello che è successo, lui mi ha detto che vuole cambiare scuola ed io penso che sia una buona idea. Non è bello essere una vittima dei bulli già a questa età.” Le rivolgo uno sguardo confuso, cercando di rimanerle dietro, ma me lo rende un po’ difficile. Non posso credere che addirittura i bambini siano stati cattivi con lui per una cosa di cui siamo colpevoli solo io e Dakota.“Quella scuola fa schifo, l’ho sempre detto. L’ha scelta Lena!” dico arrabbiato, cercando di non pensare a quello che è successo. Il solo pensarci mi fa salire il sangue al cervello.“Harry era così giù di morale, mi è dispiaciuto così tanto…” dice quasi in lacrime, rivolgendomi uno sguardo pieno di tristezza.Poggio le mani sulle sue spalle, cercando di tranquillizzarla.“Facciamo così: tu vai di sopra e inizia a riempire la vasca, io subito ti raggiungo. Vedrai che un bagno caldo ti farà sentire meglio.” Lei mi sorride leggermente e annuisce. Si alza sulle punte stampandomi un bacio sulle labbra prima di salire di sopra.Quando la vedo sparire tiro un sospiro di sollievo. 

Per fortuna non ha visto l’anello.

Light and DarknessWhere stories live. Discover now