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                                                  2014.01.16
Caro Diario,
dopo l'incontro con il ragazzo, non è successo più nulla.
Ecco le cose belle durano sempre poco, ma voglio continuare a sperare di rivederlo, di poter incrociare di nuovo quei due occhi grandi, a mandorla.
Scusa per essere così paranoica, prometto la prossima volta di raccontarti qualcosa di più interessante.
Con affetto, Lavi.

pochi giorni dopo
22.00 p.m
Le luci psicadeliche della discoteca stavano scombussolando la mia vista, la gran quantità di gente disposta in questa piccola area stava letteralmente dandomi alla testa, gli odori, le voci, la musica assordante, tutto creava una situazione che non mi portava ad essere a mio agio, odio le discoteche, odio stare così a contatto con le persone.
Per colpa del mio gruppo di amiche però mi ci ritrovavamo dentro, quasi ogni sabato sera; dato che odio questi posti e odio anche bere, il mio compito era quello di riportare tutte a casa a fine serata, da brava "unnie" come mi dicevano le mie ragazze. Quella sera però Jennie e Francesca mi convinsero a bere, non so perché le avessi dato retta, ma quel giorno ero davvero convinta di volermi davvero lasciar qualcosa alle spalle, provare qualcosa di nuovo e di diverso, sempre stando sulla soglia della normalità, non credo di sapere il perché, ma da quando l'episodio del ragazzo ha dato la svolta alla mia giornata, ho pensato di poter fare qualche pazzia in più.
Bicchiere dopo bicchiere, ingerì vodka, jin tonic e altra robaccia che mando ero riuscita ad identificare, roba che una volta bevuta mi aveva schifata, non mi aveva dato nulla, ma che il mio spirito di sfida interno mi diceva di continuare a bere. Poco dopo mi ritrovai ubriaca, barcollavo, la vista era offuscata, le persone sembravano ombre che si muovevano nel buio, le luci più fioche e sfocate, dondolai per il luogo, avevo completamente perso di vista le mie amiche.
Non mi resi neanche conto di essere uscite e di trovarmi in un vicolo buio, al di fuori della discoteca, il vestito corto e blu brillantinato sembrava luccicare moltissimo grazie alla luce scura dei lampioni, non riuscivo a reggermi sui tacchi che Rebecca e Lisa mi avevano regalato e costretto ad indossare. Sentì il bisogno di appoggiarmi a qualcosa e così feci: la mano ora toccava delicata il muro e gli occhi si presentavano semi chiusi per il bruciore che in quel momento stavo provando, i capelli erano semi spettinati ed il viso stanco.
Tuttavia dopo circa dieci minuti in cui stavo completamente oziando, senti una presenza avvicinarsi al mio corpo, prima un fruscio, poi qualcosa accarezzarmi dolcemente il braccio destro; aprí leggermente gli occhi, anche se questo mi avrebbe costato fatica. Non potevo crederci, quello che mi ritrovavo di fronte era un ragazzo, uno che non conoscevo affatto, ma i suoi occhi gli occhi, che riflettevano la luce, mi hanno fatto collegare tutto: era il ragazzo della metro, il "teppista". Ora potevo ammirarlo in tutta la sua unicità, sapevo, ero certa, che sotto quella mascherina nascondeva qualcosa di bellissimo: potevo notare il viso dolce e rotondo, il naso all'insù che sembrava esser perfetto , le guance piene, lo sguardo dolce, possessivo e penetrante, le sopracciglia folte e così ben ordinate, indossava ancora il cappello, quindi non potei guardare quei bellissimi capelli che doveva nascondere, da quel che potevo intuire nella notte era ancora tutto vestito di nero, indossava degli orecchini sul l'orecchio sinistro, metallizzati e neri.
Era di singolare bellezza. Non avevo mai visto un ragazzo come lui e non dico "bello" come lui, perché ne avevo visti di più belli, ma che mi avevano lasciata senza fiato come quel ragazzo, nessuno.
Continuó, mentre mi fissava con un sorrisetto, ad accarezzarmi il braccio, finché non lo afferrò e si appoggiò anche sull'altro. Non stavo provando paura, anche se la situazione era ambigua...non riuscivo a spiegarmi nulla.
ll suo corpo si avvicinó al mio, lo potevo sentire caldo, come i baci che stava iniziando a imprimermi sul collo e sulla spalla sinistra, uno dopo l'altro, sembravano rilassarmi ed il suo respiro continuo stava torturandomi internamente. Sentì che dopo queste azioni, il vestito che indossavo stava salendo, grazie alla sua mano, non mi stava toccando però in modo volgare, sembrava avere un occhio di riguardo. Ecco perché non avevo paura.
Pochi secondi dopo e realizzai che le nostre bocche si sovrapponevano, le sue erano leggermente umide, ma carnose, notai il suo profumo, non volevo più staccarmi. Era da minuti credo che stavamo pomiciando, era tutto così strano...
Ad un certo punto, il ragazzo perse pure in capello e, per guardare i suoi capelli, aprì gli occhi, erano biondi platino, morbidi, puliti, lo rendevano ancor più magnifico.
Mentre mi baciava vagavo col cervello, ad un certo punto, però, si staccò e si avvicinò al mio orecchio dicendo:"sei bellissima" mise una mano tra i miei capelli poi continuò" verrò a prenderti"
Detto ciò se ne andò via correndo, di nuovo vidi la sua figura scomparire tra il buio della città.
Ero confusa e scombussolata. Forse era solo un sogno, forse era l'alcol.
Dieci secondi e sentì una vocina a dir poco fastidiosa dirmi:" Lavi oddio finalmente ti ho trovata, pensavamo tutte fossi stata rapita o stuprata da qualche pazzoide, vieni dai che andiamo a casa" mi osservó ancora, poi aggiunse :" credi di star bene tesoro?" non le risposi neanche, ma andai da lei e mi aggrappai al suo abbraccio *adoravo rosé era così premurosa e gentile con me*.
Tornammo a casa, non so chi fosse più ubriaca tra noi, a parte rosé che appunto guidava; durante il viaggio, il quale sembró durare ore, al posto di ascoltare ciò che farfugliava Rebecca (cose insensate come al solito del tipo "voglio comprare dei cerchi argentati da mettere in testa che ho visto su eBay), pensavo a ciò che era poco prima successo, quanto stupore stavo provando...aspettavo solamente il suo arrivo, l'arrivo dell'ormai "mio teppista".

catch me when I fall/  jackson wang Место, где живут истории. Откройте их для себя