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E' mattina.

Ho mal di testa.

Ieri sera sono stata tutto il tempo a pensare alle parole di Martinus.

"Ma non innamorato"

Ma allora perchè diamine sta con lei?

Non capirò mai quel ragazzo.

Scendo per fare colazione ma di fronte alla porta trovo mia madre.

Faccio un piccolo scatto prima di indietreggiare.

"Buongiorno Saretta."

Saretta?

Si avvicina e posa le sue labbra carnose sulla mia fronte.

"Vieni, ti ho preparato una crostata."

Sta succedendo qualcosa.

Solo quando mia madre deve darmi una notizia importante, è sempre gentile e affettuosa.

Ha fatto le stesse azioni un giorno di ottobre.

Due settimane dopo ero su un aereo per la Norvegia.

Mi siedo al mio posto, sperando con tutta me stessa che non ci siano notizie pericolose.

"Senti tesoro." dice, sospirando e voltandosi verso di me.

Ha un sorriso tirato.

La notizia non deve entusiasmarla più di tanto

Deglutisce e si fa coraggio.

"Io e tuo padre abbiamo deciso di iscriverti a scuola."

Tiro un leggero sospiro di sollievo, ma poi nella mia mente si accende una lampadina.

" E Rita?"

Dal suo sguardo percepisco che era questo il lato che le doleva di più.

"Se avrai bisogno, Rita ti darà ripetizioni ma non più di queste."

Ingurgito un sorso di succo prima di porre una domanda fondamentale.

"Sarò con Mac e Tinus?"

"Sì" sorride, questa volta spontaneamente.

Adora Marcus e Martinus.

"Quindi inizio con loro?"

Annuisce.

Lascio la mia colazione e scatto verso le scale.

"Sara" mi blocca.

"Tutto a posto?"

"Sì, mamma."

Salgo in camera mia e, di fretta e furia, mi vesto.

Afferro il telefono prima di uscire e mi dirigo verso i miei vicini di casa.

Appena la porta si apre, il mio respiro diventa irregolare.

Tinus è di fronte a me, torso nudo e pantaloni della nike che gli arrivano alle ginocchia.

I suoi capelli non hanno una direzione, sono tutti scompigliati e gli cadono in modo adorabile sugl'occhi.

Un enorme sorriso si fa spazio nel suo volto apena i suoi occhi mettono a fuoco.

Entro in casa e vedo solo la piccola Emma sul divano.

Infilo una mano nella tasca e le porgo una scatolina.

"Buon compleanno piccoletta."

I suoi occhi si illuminano e mi salta in braccio.

Apre la scatola e rimane a bocca aperta.

"Me la puoi mettere?"

"Ma certo!" rispondo, contentissima che le piaccia.

Intanto Tinus è seduto sul bracciolo del divano e sorride.

Quando ho finito, Emma corre allo specchio e guarda la sua nuova collana.

E' molto semplice, con una piccola E al centro.

Tinus mi afferra delicatamente il polso e andiamo al piano superiore.

Mi siedo sul divano ed inizio a tremare un po'.

Mi accorgo ora di quanto faccia freddo e, ovviamente, io indosso una maglia a maniche corte.

Tinus se ne va in camera sua e torna con addosso una maglia e in mano una felpa.

Si siede accanto a me e me la appoggia sulle spalle.

"Ti ricordo che l'estate è praticamente finita, Sa."

"Caro mio potrei dirti la stessa cosa, dato che fino a due secondi fa eri senza maglia."

"Non mi sembrava ti desse fastidio."

Ridacchio e gli tiro un pugno amichevole sulla spalla.

"Ma tutti gl'altri?"

"Mac è dal medico con i miei."

"E' successo qualcosa?"

"Visita medica per il calcio."

Con questa risposta, i miei muscoli si rilassano.

"Tu, piuttosto." si volta verso di me ed i nostri sguardi si incrociano.

"Perchè sei qui?" ride.

Ride e voglio che non smetta.

Non mi muovo e a malapena respiro.

E' inutile.

Una volta incrociati gl'occhi di Martinus Gunnarsen, per me non esiste più nulla.

Cerco di distrarmi posando lo sguardo su qualcosa di indefinito dietro di lui.

"I miei mi hanno iscritta a scuola."

Sorride, contentissimo.

"Finalmente!" esclama.

"Sei con noi, vero?" dice subito, quasi preoccupato.

Annuisco e sorrido.

"Potrai farti delle amiche, almeno."

"Oh certo, almeno non romperò a voi."

"Tu non rompi." dice immediatamente.

Porto il mio sguardo verso i braccialetti al mio polso.

Li sto tormentando da quando sono entrata.

"Chi intendi con noi?"

Lo ha capito.

Sono sul punto di dirgli qualcosa, ma dalle mie labbra non esce nulla.

"Perchè non puoi essere felice per me, come le amiche normali?" esclama, alzandosi in piedi.

"Perchè non sono un'amica normale?" chiedo, ironicamente.

"Io sto bene con lei, voglio che lo capisci."

Un modo gentile per dirmi:

Voglio che esci dalla mia vita.

Mi alzo.

"E va bene"confermo " me ne andrò dalla tua vita."

Si avvicina precipitosamente a me, afferrandomi dolcemente il polso.

"Cosa vuoi fare?"

E' preoccupato, arrabbiato.

"Uscirò dalla tua vita, è meglio anche per la tua relazione. Voglio che tu sia felice, Tinus."

"Io voglio la stessa cosa per te."

"Io non sono felice senza di te."


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