Capitolo 19

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Ieri è stata una serata intensa, oltre il fatto che mi hanno nominata vice allenatrice, sono successe molte cose a cui non riesco a dare risposte. Il fatto che Ilaria sia innamorata di me ci sta, ma la reazione del prof mi ha lasciata sbigottita. Perché gli frega tanto di cosa faccia la nipote? O forse non sapeva che fosse lesbica, per questo avrà reagito così. Anche io avrei avuto la stessa reazione se avessi saputo che una delle mie nipoti fosse lesbica. Ma poi un semplice bacio non può significare che sia innamorata di me giusto?
Tutte queste domande mi tormentano la testa e decido di andare a fare una passeggiata, magari arrivare al parco e tornare, sperando di riuscire a scacchiare tutti questi pensieri.
Oggi fa molto freddo siccome si avvicina Natale e indosso il mio cappottino rosso, giusto per rimanere in tema.
-Marica ti sei dimenticata una cosa!- urla mia mamma rincorrendomi per le scale.
-Cosa?-domando.
-La sciarpa e il cappello.- dice porgendomeli.
-Oh mamma ma non sta facendo la neve e poi non fa tanto freddo.-
-Non mi importa, tu portali dietro.-
-Ok.- dico seccata.
Non ho voglia di mettere il cappello perché, essendo riccia, non mi sta bene e non voglio sembrare ridicola.
Cammino verso il parco a testa bassa e cercando di scacciare tutti quei pensieri, però mi è invano perché vado a sbattere addosso a qualcuno.
-Ehi stai attenta dove metti i piedi.- sbraita questa voce.
Alzo gli occhi e credo di vedere Ilaria, o forse sarò io ad immaginarla.
-Ilaria?- chiedo fiduciosa, anche se spero non sia lei.
-No mi dispiace.- e continuo per la mia strada.
-Aspetta!- dice la ragazza, riavvicinandosi a me e mi volto verso lei.
-Sono Giordana, la sorella.-
-Ah si giusto, come ho fatto a non pensarci. Credevo fossi impazzita!- dico ridacchiando e lei ridacchia a sua volta.
-Ilaria come sta?- chiedo.
-Non l'hai saputo?!- dice seria.
-Ehm no, cosa? È successo qualcosa?- chiedo in preda all'ansia.
So di essere la causa di qualunque cosa le sia successo e se quello stronzo del prof l'ha fatta male, di nuovo, non saprei cosa potrei fargli.
-Ha avuto una discussione con nostro zio e ha deciso di trasferirsi.-
-Non me l'ha detto. E dove si è trasferita? Se posso sapere.- chiedo.
-Non l'ha detto a nessuno, è scappata in piena notte. Non risponde alle telefonate, ma so come è fatta e di certo vorrà restare sola. Lei era la nipote preferita di zio, non so se la conosci, ma lei quando si affeziona ad una persona, le vuole un mondo di bene e credo che questa discussione l'abbia sicuramente delusa.-
-Speriamo stia bene.- dico tristemente.
-Speriamo.- ripete Giordana.
-È stato un piacere parlare con te. Ciao.- la saluto.
-Piacere mio. Ciao.- e ognuna continua per la propria strada.
Oltre alle domande che avevo nella mia mente adesso se ne sono aggiunte altre. E se il prof avesse minacciato Ilaria? E se l'ha picchiata un'altra volta? Ieri mi ha messo davvero paura, nei suoi occhi si poteva vedere solo rabbia. Era furioso, ma furioso per cosa? Sarà omofobo? Altre domande a cui non posso dare risposta...
Aspetta ma quello è il prof con la supplente di italiano che portano a spasso un cane? Non sapevo avesse un cane...
Merda se mi vede qui sarò una persona morta. Tutto d'un tratto mi vengono in mente il cappello e la sciarpa che ho in borsa e decido di indossarli. Raccolgo i capelli in una coda e metto il cappello, così potrò sembrare un maschio; anche se sarà difficile visto il mio cappottino che mette in risalto le mie curve.
Mi dirigo verso l'interno del parco con nonchalance, guardando dritta sullo schermo del mio telefono e mi mantengo a distanza di sicurezza dai due. Si siedono e mi siedo anche io a due panchine di distanza, purtroppo non riesco a sentire ciò che si dicono, ma vedo che il prof le tocca le gambe, i fianchi e all'improvviso le da un casto bacio. Io sussulto e si girano verso di me. Merda. Merda. Merda. E adesso che faccio? Scappo? Troppo tardi che il prof si sta avvicinando a me.
-Signore posso aiutarla?- dice dolcemente.
Meno male non mi ha riconosciuta. Si ma prendermi per un signore è troppo, lo so che con questo cappello e la sciarpa sembro un maschio, ma adesso ha proprio esagerato. Con un solo movimento mi tolgo il cappello e la sciarpa, e rimane schioccato.
-Marica!- dice con un sorriso a 32 denti.
"Ma cosa?! Pensi davvero che non ricordo di ieri sera, non sono nata ieri." Penso.
-Prooof!- sorrido, cercando di restare al gioco.
-Che ci fai qui?- chiede indifferentemente.
-Nulla. Mi andava di fare due passi, voi invece?-
-Niente stavo con la mia nuova fidanzata, che credo conoscerai.- indicando la supplente, che si sta avvicinando a noi.
La mia nuova fidanzata... Tutto d'un tratto mi sento il cuore in mille pezzi, ma non devo dare a vedere perché è questo che vuole.
-Wow e chi l'avrebbe mai detto il prof d'economia con la prof d'italiano. Siete proprio una bella coppia, complimenti.- dico sorridendo, anche se anche uno scemo si sarebbe accorto che è falso. La verità è che sto morendo dentro e non vedo l'ora di correre a casa e liberare le lacrime che sto trattenendo.
-Grazie mille.- dice la bionda sbattendosi tutta.
-Prof avete un cane? Che carino!- dico accarezzando il cane.
-No veramente è di Ilaria.- dice disgustato.
-Uhh e come si chiama?-
-Siri.-
-Oddio come l'assistente vocale del mio iphone.- ed inizio a ridere come una cretina, se ci fosse stata Ilaria lì sicuramente avrebbe riso con me.
-Mhhh ok.- risponde il prof serio e smetto di ridere.
-Ok allora vi lascio soli, ci si vede a scuola. Arrivederci.- e mi dirigo verso l'uscita.
Appena uscita, mi accerto che non mi stiano guardando anche se sono occupati a limonare, lancio un urlo liberatorio o di dolore, non saprei come definirlo ed inizio a correre verso casa.
Arrivo a casa con il fiatone, e non mi importa, posso anche morire all'istante che farà sicuramente meno male di ciò che sto provando. Voglio lanciarmi dalla finestra di camera mia; mi avvio verso la mia stanza e mi affaccio alla finestra, ma sento la voce di Ilaria nella mia testa che mi implora di non farlo.
"Ti prego Marica, sii forte. È davvero quello che vuoi? Non ne vale la pena per un ennesimo stronzo. Sfogati in un altro modo, non saprei...Piangi, ascolta musica, disegna, scrivi..."
Faccio un passo indietro, non saprei proprio come ringraziarla ad Ilaria, mi ha salvato la vita.
Credo proprio che mi sfogherò in un'altro modo, magari scrivo.
Mi siedo alla mia scrivania e inizio a scrivere come un treno.

Non so se incontrarti sia stata la cosa migliore,
per colpa tua passo notti insonni
pensando perché preferisci lei a me,
le mie giornate dipendono da te,
non c'è momento che non sei nei miei pensieri.
Tu sei perfetto come un dio greco
invece io non sono ció che vuoi,
e questo fa male, tanto male.
Vederti lì ridere e parlare con lei mi fa male.
Chi sa se hai mai pensato come mi sentissi?
Beh non credo riusciresti ad immaginare che casino c'è dentro me.
Lei, la tua dolce bionda, la tua musa, il tuo tutto.
A volte la invidio e penso beata lei che puó averti,
poi vedo che ti prende solo in giro
e preferisco rimanere al mio posto.
Ma tu,
sei troppo innamorato per capirlo.
Lei ti illude, io la vedo
sbatte la sua chioma bionda e tu la mangi con gli occhi.
Tu hai bisogno di un amore vero,
ma sei troppo illuso per capirlo.
Cosa ha lei che io non ho?
Tutto d'un tratto mi sveglio e capisco che non sei la mia persona e che sto vivendo d'illusioni.
Non sei ció di cui ho bisogno,
Sei uno dei tanti che mi han fatto perder la testa.
Ora dico basta, devo fermare tutto questo casino
Basta perché devo essere sempre io a rincorrere le persone?
Ora basta, lascio che il destino venga da se
ed io saró qui ad attenderlo.

La rileggo un paio di volte e rimango soddisfatta, adesso manca solo il titolo.
La rileggo qualche altra volta e poi mi soffermo su "Ora basta". Sembra perfetto perché questa poesia segna la fine del mio amore per il prof, o almeno spero.

Addicted to youWhere stories live. Discover now