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Sono esausta, ho passato la mattinata a sollevare massi e spostare i rami degli alberi.

Direi che non è andata così male a parte quando un ramo mi ha colpito in pieno graffiandoli il braccio e un sasso mi è arrivato in testa, ma per il resto è andata bene.

Torno a casa ma di Alex nessuna traccia.

'Ci tiene proprio tanto a quella ragazza'
Si basta che non si dimentichi di me però
'Non succederà tranquilla'

Prendo un pentolino e lo riempio d'acqua, lo metto sul fornello e provo ad accendere il fuoco.

Molto probabilmente è una mossa azzardata dato che ho appena iniziato ma tentar non nuoce.

Alex mi ha spiegato che il colore dei miei occhi cambia in base all'elemento che evoco.

L'iride diventa rosso acceso ovviamente quando evoco il fuoco, esso in parte racchiude anche il potere delle tenebre.

Blu elettrico per l'acqua.

Bianco latte per l'aria.

E infine marrone per la terra.

Sento gli occhi iniziare a bruciare, ma non un bruciore leggero no, è come se dentro di me divampasse un falò che mi annebbia la vista facendomi vedere totalmente rosso con sfumature nere.

Una piccola fiammella inizia ad accendersi e pian piano si fa sempre più grande, da piccola diventa una fiammata enorme che si arrampica fino a raggiungere la cappa.

In preda al panico chiudo gli occhi sperando che nulla salti in aria.

Ne apro uno e poi anche l'altro e il fuoco non c'è più.

Forse è meglio lasciare stare il fuoco per il momento..
'Direi, hai quasi fatto saltare in aria la cucina'
Ho voluto provarci..
Vabbè mi preparo un panino.

Apro il frigo prendo pane, salame, mortadella, prosciutto, formaggio, maionese, ketchup..
'Hai detto un panino non una bomba orologeria'
Ho fame.
'Noo giura?'

Aaah, prendo il tutto e lo metto dentro le due fette di pane per poi accomodarmi sul divano in pelle nera.

Inizio a mangiare come se non toccassi cibo da mesi, la raffinatezza non è proprio il mio stile ma poco mi importa ho tutto il tempo per maturare e ora come ora voglio solo godermi la vita, o almeno provarci.

Accendo il televisore iniziando a fare zapping tra i canali intenta a trovare qualcosa di interessante da guardare ma con scarsi risultati e la noia pian piano prende il sopravvento.

Il libro l'ho finito, sono troppo stanca per andare nel bosco e mi annoio, meglio di così non si può.

Penso e ripenso a qualche alternativa ma non mi vengono idee.

'Un giro in moto?'
Mh..

Prendo il tutto e parto, non ho una meta precisa, non faccio caso ai semafori, alle persone che attraversano la strada, ai bambini che giocano rincorrendosi, penso e ripenso a tutto ciò che mi è successo in questi anni e soprattutto in questi giorni.

Non mi hanno mai dato tante informazioni sul mio vero padre, ogni volta che cercavo di scoprire qualcosa in più tutti sviavano l'argomento come se mi volessero nascondere qualcosa.

Ormai so cosa sono l'ho provato sulla mia pelle ma voglio sapere le mie vere origini, non sono più una poppante, una bambina che ha paura di affrontare il mondo timida ed insicura.

Ora so che se voglio posso mettere il mondo ai miei piedi.

Quest'idea mi alletta e anche molto, forse perché è quello che vorrebbe Lucifero ma io non voglio, la mia vita è stata distrutta come un tornado che distrugge una città e non voglio che altre persone passino ciò che ho dovuto affrontare io.

Lo ammetto ho paura, paura di non essere all'altezza di ciò che tutti si aspettano, anche i miei genitori si aspettavano che io guidassi il branco verso qualcosa di grande per far capire a tutti che noi eravamo il branco più temuto al mondo ma allo stesso tempo accogliente.

L'arrivo di Micheal aveva messo in allerta i branchi circostanti, insomma quale persona sana di mente con un branco potentissimo permetterebbe a un'Omega qualsiasi di entrare a farne parte?

Ma a noi non importava se gli Omega erano e sono considerati l'anello debole della gerarchia, più si è meglio è ed era questa la politica dei miei genitori ed è per questo che tuttora li ammiro perché vorrei essere come loro anche se so che questo non succederà mai.

Ho quasi diciassette anni e tutto il mio mondo è stato distrutto quella sera, quella dannata sera e mi odio per questo, mi odio con tutta me stessa perché sono riuscita a distruggere il lavoro di una vita e non mi perdonerò mai per aver commesso un'orrore simile.

Sento che le lacrime stanno per uscire ma cerco in tutti i modi di ricacciarle dentro, non è nella mia indole piangere, ho promesso di essere forte e l'ho promesso non solo a me stessa ma anche ai miei genitori e io le promesse le mantengo a costo della vita.

Non riesco a continuare, la testa inizia a farmi male e le palpebre le sento pesanti.

Mi devo fermare cinque minuti.

Metto il cavalletto alla moto e mi distendo per terra osservando il cielo ormai quasi scuro dato l'inverno alle porte.

Non ho idea di dove sono, non c'è anima viva e la strada è illuminata da lampioni che con la loro luce lasciano dei cerchi per terra, controllo l'ora e vedo che da quando sono partita sono passati quasi sessanta minuti.

Forse è meglio tornare a casa, non so come farò dato che la strada non me la ricordo ma ci provo, rimetto il casco dopo aver fatto dei respiri profondi e riparto.

Il mio senso dell'orientamento fa schifo ci ho messo letteralmente due ore per ritornare, la prossima volta sto direttamente nel mio letto.
Prendo le chiavi ed apro la porta, Alex stranamente ancora non c'è e io non ho fame.

Vorrei andare nel bosco per allenarmi ma fuori è buio e io detesto il buio ma voglio andarci ugualmente.

'Vai pure così dopo ci troviamo nella cacca come l'ultima volta.'
Non hai voglia di uscire?
'Voglio stare con lui.'
Lo vediamo domani a scuola
'Dopo come lo hai trattato non penso neanche che lui vorrà più parlarti.'
Scusa White..
'Lasciami stare fa come ti pare.'

E se ne va lasciandomi un vuoto dentro, non l'ho mai fatta arrabbiare così tanto ma non posso farci nulla se non riesco a fidarmi, la sua occasione l'ha avuta.

È come se si divertisse a farmi del male, ma la cosa che mi stupisce è che sa che io sono la sua compagna, sa che siamo destinati a stare insieme e nonostante tutto si è comportato di merda ugualmente.

Non ho mai dato una seconda chance a nessuno ma forse con lui dovrei.. se la Dea Luna ha deciso così un motivo c'è e spero per lei che sia un buon motivo altrimenti sarò io a tagliare quel filo che ci tiene uniti.

Dopo cinque minuti di autoconvincimento mi alzo e chiamo la pizzeria dove Alex mi aveva portato, anche se non è un granché almeno ho qualcosa da mettere sotto i denti, quella sera avrò messo su come minimo cinque chili.

Digito il numero e mi ordino una pizza con patatine fritte, salsiccia, prosciutto crudo e panna, mi faccio schifo da sola.

Dopo quasi quindici minuti sento il campanello suonare.

"Alleluia è arrivata."

Apro la porta e per poco non vomito.

The devil's daughterOù les histoires vivent. Découvrez maintenant