Capitolo 11 - parte uno

107 17 15
                                    

Il fantomatico appuntamento era arrivato ed entrambi non stavano più nella pelle

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Il fantomatico appuntamento era arrivato ed entrambi non stavano più nella pelle.
Sia Lilian che Nathan erano pronti a scoprire tutto quello che potevano l'uno dell'altro, e nessuno li avrebbe fermati nel loro intento.
La ragazza era parecchio nervosa. Si sistemava in continuazione il vestito blu notte che aveva comprato per l'occasione e cercava una pettinatura adatta per i suoi capelli corti.
Non sapeva cosa dirgli, come cominciare una conversazione sensata che non andasse a parare, immediatamente, allo scopo dell'uscita.
In fondo voleva, con tutto il cuore, scoprire la vera forma di Nathan, cosa le nascondesse, cosa nascondeva a tutti.
Avrebbe potuto chiedere ai suoi genitori, cosa sapessero a riguardo, se conoscevano un certo Nathan Cole e se sapessero di che creatura sovrannaturale si trattava.
Ma voleva tenere il segreto tutto per se e, nonostante si fosse posta lo scopo di scoprire il suo vero volto, voleva anche conoscere la parte umana del ragazzo.
Entrambi erano, completamente, attratti l'uno dall'altro solo che, uno di loro, non voleva ammetterlo a se stesso.
Lilian si era promessa che non si sarebbe più affezionata a nessuno, soprattutto sul lato amoroso. Aveva patito troppo l'ultima volta che l'aveva fatto, e non voleva rivivere la stessa sofferenza.
Ma Nathan, ormai, le era entrato dentro e non poteva farci nulla.
La ragazza optò nel lasciare i capelli ribelli sciolti e di affrettarsi verso la porta di ingresso. I suoi passi, però, furono fermati da una mano che le cinse il polso. Lilian si voltò trovando il viso stanco della madre. Portava un vestitino bianco, i capelli castani erano raccolti in una crocchia alta e teneva salde le sue scarpe in una mano. Probabilmente era appena tornata dal lavoro.
"Ciao" disse Darcey asciugandosi la fronte colma di sudore. "Hai un appuntamento?" Chiese la madre scrutandola e sfoderando un sorriso che fece andare in ansia Lilian.
Era impossibile mentire a Darcey. Era come se ti leggesse nella mente e non ci fosse via di scampo; come se non ci fosse un modo per mentirle.
Da bambini, Lilian e i suoi fratelli, quando commettevano degli atti proibiti nel villaggio in cui alloggiavano, cercavano, in tutti i modi, di mentire alla madre sull'accaduto - come quella volta che rubarono delle collane perlate ad una signora abbastanza scorbutica - ma lei riusciva a scoprire sempre la verità, punendoli a sua volta.
Lilian decise di raccontarle in parte la verità.
"Uhm, si ho un appuntamento," disse la ragazza aprendo la porta d'ingresso dietro di lei.
Cercò in tutti i modi di scappare dalle domande che le madre le avrebbe posto subito dopo.
Con chi? Dove andrete? Non ti sembra troppo tardi, signorina? Cerca di fare attenzione.
"Sei molto bella sta sera," aggiunse Darcey impedendole di uscire, nuovamente.
Lilian si guardò il vestito che si era messa e, improvvisamente, le sembrò di avere indossato qualcosa di troppo vistoso per quella uscita.
Cerca di non farti complessi inutili, si disse.
"Chi è il fortunato con cui uscirai?" Chiese infine Darcey.
Lilian spalancò gli occhi e cercò in tutti i modi di non balbettare.
"No... in realtà esco con Dalia..." mentì lei cercando di sembrare il più convincente possibile.
"Puoi dirmi se esci con un ragazzo, Lilian."
La ragazza non voleva dirle che sarebbe uscita con Nathan. Darcey avrebbe fatto di tutto per scoprire l'identità del ragazzo e, in quel modo, avrebbe scoperto anche chi si celasse veramente dietro il suo volto angelico.
"Io procuro solamente male ai ragazzi, ricordi? Preferisco stare lontana da loro."
Nonostante fosse un tasto dolente per Lilian, il suo tallone d'Achille, volle sfoderare con la madre il dispiacere che ebbe molti anni prima.
La ragazza cercò di cacciare via le lacrime che erano pronte a rigare le sue guance e a non pensare a tutti quei ricordi che, spesso, le annebbiavano la mente.
Darcey si maledì interiormente per averle posto quella domanda, in quanto vide la figlia pronta a scoppiare in un pianto isterico.
Infine, la abbracciò sussurrandole all'orecchio di divertirsi e che avrebbe voluto tanto conoscere Dalia un giorno, poiché era una sua amica, la sua unica amica.
Dopo di che, la ragazza salutò la madre, si infilò il lungo cappotto nero e si avviò verso l'auto che mise in moto subito dopo.
L'adrenalina le scorreva nelle vene. Era elettrizzata e ansiosa all'idea che quella sera, con Nathan, sarebbe potuto succedere di tutto.
A Nathan, intanto, gli tremavano le dita mentre si abbottonava la camicia bianca.
L'incontro con la sorella, il giorno precedente, l'aveva molto scosso. Pensava che non l'avrebbe più rivista, sperava fosse così.
Era cambiata da quando s'era andata. Nuovo taglio di capelli, nuovo abbigliamento, nuova vita... aveva lasciato alle spalle quello che era veramente per qualcosa che non l'apparteneva.
Aveva trascurato il casino che aveva causato.
I flashback di quella notte oscurarono la mente di Nathan.
South Angels. Macchina. Burrone.
South Angels. Macchina. Burrone.
Quelle tre parole occupavano ogni giorno la memoria del ragazzo. Si ripeteva in continuazione che, forse, avrebbe potuto fare di più. Che forse avrebbe potuto, in qualche modo, impedire che tutto quello accadesse.
Nel mentre guardava il suo riflesso allo specchio. Almeno quella sera voleva provare a sorvolare sull'accaduto, voleva concentrarsi su altro. Su Lilian.
Ma gli pareva un po' impossibile non pensare alla sorella e a tutto quello che aveva combinato.
Intanto fece capolino nella stanza Ethan.
Con occhi vispi scrutò Nathan.
"Come mai tutta questa eleganza?" Ethan si appoggiò allo stipite della porta incrociando le braccia al petto.
Il ragazzo continuò a guardarsi allo specchio. Aveva optato nel vestirsi né troppo elegante né troppo sciatto. Aveva indossato dei jeans scuri che gli fasciavano perfettamente le gambe e una camicia bianca, a cui avrebbe abbinato un giubbotto di jeans scuro.
"Quella puzza che hai addosso è profumo per caso?" Ridacchiò Ethan avvicinandosi all'amico.
"E se anche fosse?"
"Dove devi andare Nathan? Pensavo che saresti stato un po' con Cher in questi giorni..."
A quel punto Nathan non ci vide più. L'ultima cosa che voleva fare era stare accanto a quella svitata della sorella.
Come se fosse lei la vittima.
"Dopo tutto quello che è successo Cher può andarsene anche a fanculo" sbraitò Nathan voltandosi verso Ethan.
"Sei perfido Nathan" disse l'amico, "lei non ha lasciato la faccenda alle spalle." Cercò di giustificarla.
"Se n'è andata nel momento peggiore, Ethan... è evidente che si è lasciata tutto alle spalle!" Urlò Nathan.
Non gli importava se lei avrebbe sentito. Non gli importava se tutto quello che avrebbe detto l'avrebbe ferita. Non gli importava nulla di lei.
"Se n'è andata per cercare una traccia!"
A quel punto Ethan ottenne la completa attenzione dell'amico.
Egli sapeva che Nathan non avrebbe mai perdonato la sorella per il male che aveva provocato, ma voleva fargli capire che a lei importava ancora. Cher voleva scoprire tutto quello che successe dopo l'incidente.
"Ha trovato qualcosa Nathan, e andrà fino in fondo finché non scoprirà tutto." Spiegò Ethan.
A Nathan gli si inumidirono gli occhi. Era troppo per lui.
"Scusa ma devo andare." Il ragazzo sorpassò l'amico. Acchiappò la giacca e senza voltarsi uscì dalla sua camera.
Evitò lo sguardo di Scott e Grace, entrambi nel salone al piano inferiore, che lo guardarono preoccupati dalla conversazione che sentirono prima. Non degnò del suo sguardo nemmeno quello amorevole che, spesso, gli rivolgeva Audrey. Per lui era come una madre e per lei, Nathan, era come il figlio che avrebbe sempre voluto. Testardo e dolce.
Infine, evitò anche lo sguardo della sorella. Con un'espressione malinconica , osservò il fratello uscire dalla casa con passi veloci. Ormai credeva che per loro due non ci sarebbe stata nessuna speranza per riconciliare il loro rapporto. Quel bellissimo rapporto che avevano da bambini.
Il ragazzo mise in moto la sua Harley Davidson e si avviò verso il locale.
Quella sera non voleva pensare ad altro. Gli era bastata la conversazione con Ethan e, ancora di più, la vista di Cher.
Quella sera voleva puntare i suoi occhi e la sua mente su altro. Sulla dolce Lillian.

Salve!
Scusatemi immensamente per il ritardo del capitolo, ma sono al mare e il tempo a disposizione per sedermi e finirlo era poco.
Però sono riuscita, pian piano, a terminarlo!
Spero vivamente che vi sia piaciuto. In tal caso fatemelo sapere con un commento e, magari, votando.
Vi mando un bacione, Greta x

Immortals - Tra amore e guerraWhere stories live. Discover now