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Le luci di prima mattinata entrava appena appena nella cella di Taehyung, ancora incatenato, dove aveva ancora gli occhi chiusi per la stanchezza

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Le luci di prima mattinata entrava appena appena nella cella di Taehyung, ancora incatenato, dove aveva ancora gli occhi chiusi per la stanchezza.

Sentì dei passi molto pesanti picchiettare contro le pietre che lo svegliò.

Vide due ombre e sapeva chiaramente il padrone di quei due riflessi.

«Buongiorno, Taehyung. Stai bene?» disse la donna con il Conte accanto disperata vedendolo così; lei voleva più di qualunque persona liberarlo.

Il biondo annuí educatamente alla governante per poi farsi serio appena vide il viso dell'uomo.

«Mi libererete adesso? O avete per caso cambiato idea?» disse riferendosi al Conte con tale freddezza.

«Io mantengo la parola, ma tu devi prommettermi che non farai proprio niente a mia figlia, se vuoi fare qualcosa vieni da me e risolviamo le cose.» disse l'uomo un po' nervoso e assai serio; non sapeva che conseguenze si faranno vive se libererà L'angelo nero, ma ormai aveva già promesso e se torna indietro sarebbe riconosciuto come un codardo e sua figlia potrebbe anche morire prima se non riceverà un aiuto da parte del biondo.

«Io, Kim Taehyung, prometto di non fare niente di male alla figlia del Grande Conte, Park Sun-Hi  Va bene adesso?» promise il biondo un po' seccato dalla poca fiducia da parte dell'uomo, ma infondo si poteva capirlo.

«E io, Conte, prometto di promettere alle cose che ho promesso a Kim Taehyung» era come un gioco di parole questa frase, ma la sua serietà non era ancora crollato e ciò rendeva la tensione così stretta senza respiro.

Infatti la governante era tesa e non vedeva l'ora di togliere quelle catene tanto pesanti dal corpo alto dell'angelo.

Prese una chiave d'argento e uno a uno aprì tutti i lucchetti delle catene che tenevano il ragazzo priogioniero.
Aprì l'ultimo lucchetto che incatenavano le ali.
Taehyung si tolse tutti i pesi delle catene e mosse tutto il corpo per gustare di nuovo il corpo libero. Mosse anche le sue bellissime ali corvine per provare di nuovo quella sensazione che non provava da trecento anni.

Libertà....ecco come si sentiva dopo tutti questi lunghi anni di chiusura al buio.

«Posso uscire per fare qualche volo?» chiese indicando il cielo celeste.

Anni che non provava a sbattere le ali nell'azzurro.

«Vieni con me Taehyung caro» disse Margherita portando il ragazzo sul balcone.

Il vento era fresco e rilassante che fece sentire al biondo dei segni di vita in questo mondo pieno di incubi.

Aprì le braccia per sentire quell'ebbrezza di freschezza.

«Vado e torno. Non ti preoccupare Margherita, tornerò. Voglio solo provare di nuovo quella sensazione che avevo perso trecento anni fa.» rassicurò il biondino con un lieve sorriso di libertà e voló cavalcando i venti del cielo.

 ᏴᏞϴϴᎠ ՏᏔᎬᎪͲ ᎪΝᎠ ͲᎬᎪᎡՏ ✓Where stories live. Discover now