𝐨𝐧𝐞 | nightmares and bad news

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CHAPTER ONE:NIGHTMARES AND BAD NEWS

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CHAPTER ONE:
NIGHTMARES AND BAD NEWS

(otherwise known as THE HELLFIRE CLUB)

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𝐇𝐀𝐖𝐊𝐈𝐍𝐒, 𝐈𝐍𝐃𝐈𝐀𝐍𝐀. 𝟏𝟗𝟖𝟔


I suoi occhi si aprirono di scatto, in un impeto di terrore ed inquietudine che non aveva mai provato prima, scatenato probabilmente da qualche pensiero infausto e spiacevole ormai dimenticato e ben intrinseco nella sua mente, sul quale non sarebbe mai riuscita a mettere mano.

Emily si sfiorò la fronte con il dorso della mano, cercando di asciugare il sudore che scendeva copiosamente, mentre il cuore era un turbine di palpitazioni talmente forte da farla sobbalzare spaventata. Di certo non era la prima volta che aveva un incubo e anzi, a dirla tutta quando era più piccola erano un fenomeno abbastanza frequente in casa Garrido dopo la malattia e la conseguente perdita di sua madre, ma non erano mai stati così intensi ed esasperanti come quelli che aveva avuto negli ultimi giorni a questa parte. C'era qualcosa di maledettamente singolare ed inspiegabile che caratterizzava quegli strani sogni, che puntualmente una volta sveglia non riusciva assolutamente a ricordare ma che al tempo stesso le lasciava una sensazione di sgomento addosso difficile da gestire durante la giornata.

Sospirò, Emily. Probabilmente era solamente stressata ed impaziente di ricevere la dannata lettera d'ammissione dall'Università che aveva sognato di frequentare sin da quando aveva iniziato il liceo, unico grande mezzo che l'avrebbe portata ad intraprendere la carriera dei suoi sogni nel mondo della consulenza d'arte; era un pensiero che le attanagliava incessantemente il cervello da settimane, in maniera quasi ossessiva e patologica, tanto da convincerla trovarsi un lavoro a tempo pieno per tenere a bada la trepidazione. Per chiarire, non che fosse pigra o sfaticata, aveva sempre trovato qualche lavoretto per crearsi un po' di indipendenza economica e non pesare esageratamente su suo padre, ma mai nulla di fisso e ben pagato come il lavoro al negozio di film a noleggio di Hawkins, che era capitato proprio a pennello per lei in quel periodo così ansiogeno ed incerto.

Posò lo sguardo sulla sveglia color rosa antico collocata sul comodino, constatando con grande sconforto che erano quasi le otto del mattino e si sarebbe dovuta rizzare in piedi alla svelta se non voleva arrivare in ritardo a lavoro. Sospirò, cercando di raccogliere con tutta la pazienza e la pacatezza dell'universo quelle poche energie che erano rimaste in un inizio di giornata che era già stato abbastanza brusco e si alzò dal letto, d'altronde una bella doccia gelata e una colazione sostanziosa non avrebbero potuto farle altro che bene.








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Lo sfrecciare dell'auto di Emily si era sentito in tutta Hawkins quella mattina, talmente era di corsa, come un fragoroso ruggito. Non si poteva nemmeno effettivamente definire un'auto, adoperata e sgangherata com'era: una vecchia Mustang rossa con delle cromature scrostate e scolorite più simile ad un catorcio che ad un mezzo di trasporto sicuro e agibile, ma nonostante questo il motore andava perfettamente ― non prima di aver dato due colpi ben assestati all'accelleratore ― e l'aveva fatta arrivare prima del previsto. Scese dall'auto chiudendo la portiera con un sonoro tonfo e si affrettò a raggiungere la grande porta a vetri bianca che la separava dall'interno del negozio. Varcò la soglia, un soffio di aria condizionata le graffiò il viso prepotentemente facendola rabbrividire e fece un respiro a pieni polmoni, annusando l'aria leggermente viziata e umida del condizionatore, mentre girando lo sguardo furtivamente aveva già notato i suoi colleghi dietro il bancone, qualche cassetta già nelle loro mani probabilmente per essere rimessa al proprio posto.

𝐎𝐔𝐓 𝐎𝐅 𝐓𝐈𝐌𝐄, steve harringtonWhere stories live. Discover now