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Alle ore 5:34 Harry si svegliò infastidito, causa il ticchettio spastico della sveglia nella stanza accanto.
"chi diavolo ha messo la sveglia a quest'ora!?" sibilò seccato. Data la scarsa abilità di Teddy con le sveglie e, beh, qualsiasi cosa che non fosse un biberon, la colpa ricadde su Malfoy. Il colpevole era sdraiato scompostamente sul sofà, la camicia storta e un braccio proteso a terra, mentre l'altro era piegato sotto il torace. Per Harry questa dolce visione fu tranquillizzante quasi come quando aveva scoperto che Black voleva ucciderlo (o almeno pensava). Ovvero per nulla.
Soppesò per un attimo l'idea di svegliarlo buttandolo giù dalla poltrona, piuttosto che lasciarlo ronfare per mostrare a Jessica la sua patetica posa. D'altronde Juliet non avrebbe bussato alla loro... alla sua porta per un paio d'ore (cominciava a vedere loro due come una coppia? era davvero troppo stanco).
Passó accanto alla bella addormentata per raggiungere la cucina e lo sentì borbottare nel sonno. Malfoy si stava rigirando ed aggiustando in mezzo ai cuscini, la piega della bocca rivolta verso il basso. Harry si domandò cosa stesse ricordando della guerra. Nessuno di quelli che vi erano sopravvissuti dormiva molto la notte; visioni di cavalli scheletrici che non proiettano ombra si susseguivano alla dolcezza dei volti cari, pietrificati nel loro ultimo sorriso. A volte Harry si svegliava con la sensazione che non avessero vinto la guerra, ma che fossero stati sconfitti: sentiva la sconfitta per le strade, silenziose anche di pomeriggio, i locali aperti ma tinti a lutto, le fotografie dei caduti accanto a mazzi di rose bianche.
Si chiese se Malfoy stesse sognando questo, o se stesse ricordando che aveva perso la guerra doppiamente, che la sua famiglia era stata punita. Che la strada non era silenziosa al suo passaggio, ma il rumore delle occhiate di disprezzo al suo braccio era più secco dei passi sul ciottolato. Evidentemente, non era troppo giovane per l'odio.
Malfoy si irrigidì e il suo volto si accartocciò prima di distendersi. Harry si accorse di essersi seduto davanti al sofà e fece per alzarsi, quando il suo coinquilino aprì lentamente gli occhi, uno per volta. La sua voce era roca e triste.
-Potter? Mi stalkeri già di prima mattina?
sorrise senza convinzione.
Harry gli rivolse uno sguardo apprensivo
-Ti...agitavi molto. Mi hai svegliato con tutto quel borbottio.
-Scusa dolcezza, ma ho fatto il peggior sogno di tutta la mia cazzo di vita.
Harry alzò un sopracciglio. Sarcasmo già di prima mattina? fantastico. riconobbe però che non era facile dormire sogni tranquilli di quei tempi
-se...vuoi...ne puoi parlare con me. non ti giudicherò. facciamo tutti sogni...dolorosi
Essere Harry Potter necessitava diplomazia, e lui ce la stava mettendo proprio tutta per cercare di essere gentile. Più o meno.
Gli occhi di Draco si svuotarono per un secondo, gli angoli della bocca ricaddero.
- Se proprio insisti.
È stato... oh è stato orrendo.-
Draco si raddrizzò e si coprì il viso con le mani-
Era tutto buio...e poi è arrivato Piton...indossava un vestito rosso e ha cominciato a cantare un'orrenda canzone babbana di Natale! I miei occhi sono per sempre marchiati dal mio insegnante di pozioni che vola su una slitta con tanti piccoli elfi domestici che spargono brillantini. La mia infanzia è rovinata.- annunciò Malfoy, il volto immobile in un'espressione di crudo orrore, gli occhi persi nell'abisso.





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okay raga non sono la Rowling, non sono così brava con il climax ma perchè no, proviamo.
primo capitolo scritto da me yay, sono così attiva.
se la storia vi piace, beh, che aspettate a farcelo sapere?
un saluto da questa pazza, ore 01:16, prossimo capitolo in corso😏
alla prossima puntata!(ho sempre voluto dirlo)
xoxo

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