Capitolo 10.

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"Finalmente arriva il fine settimana" canticchio a voce bassa mentre attraverso il portone della scuola. Amo come si muove la mia gonna quando cammino velocemente. È così sbarazzina

Su mi segue a ruota, in silenzio.

In silenzio? Strano che lei sta zitta.

Mi giro continuando a camminare all'indietro, e vedo il suo broncio. Incuriosita mi avvicino al suo viso:

"Su che succede?" chiedo sempre con un tono scherzoso. Lei non risponde e inizia a fissare il pavimento. Cerco di infastidirla schioccando le dita davanti a lei.

"Le asiatiche sono più belle felici" la stuzzico un po'.

Non risponde.

Inizio a spazientirmi. "Okay, non dirmelo" faccio finta di offendermi mettendo le braccia conserte e alzando il mento al cielo.

Lei a quel punto solleva il suo sguardo verso di me e l'unica cosa che mi dice è "ATTENTA!"

Ma ormai è troppo tardi, e finisco per fare un capitombolo per terra a causa di un gradino non visto.

"CHE MALE PORCA DI QUELLA CACCA" urlo dal dolore.

"Cacca?" Su inizia a ridere di gusto guardandomi mentre mi massaggio il sedere.

"Ma che cosa ridi" dico ancora dolorante. Sento le formiche su tutto la sua area, credo che stasera dovrò mettere la crema.

Mentre lei cerca di fermarsi dal ridere il mio tono scocciato, le sembra la cosa più comica che esista tanto da asciugarsi le lacrime che le escono dagli occhi.

Con un filo di voce balbetta "Dai alzati"

"Fosse facile, qua brucia" cerco di alzarmi con molta goffaggine mentre contemporaneamente cerco di non far salire la gonna, con il risultato che sembra mi stessi per alzare, ma perdo l'equilibrio e cado di nuovo.

Intanto l'altra si piega in due dalle risate e mette pure una mano sulla pancia. Meno male che era triste.

Da lontano vedo arrivare Alessandro con la cartella in spalle intento a leggere un libro. Non mi può vedere così!
Mi alzo di botto che neanche Flash in una maratona sarebbe riuscito ad andare così veloce.

Quando sono in piedi finalmente Su ha smesso di ridere e si sta risistemando i capelli, mentre io cerco di rendermi presentabile in caso mi guardi.

Tutto avviene in pochi secondi.

Lui è a cinque passi di distanza da me, allora mi metto in posizione in modo che posso guardarlo per vedere se mi guarda, ma senza farmi notare.

A tre passi, tiro fuori il telefono con nonchalance, facendo finta di non guardarlo.

A zero passi, non gira lo sguardo verso di me, e rimane sul suo libro.

Mi supera. Senza notarmi.

Sono così invisibile per lui!? A quanto pare si.

"R,mi hai fatto ridere e quindi posso dirti perché ero depressa" dopo questa frase, la mia attenzione ritorna sulla mia amica. "Voglio portarmi a letto Alessio, e tu mi aiuterai. Sabato andremo in discoteca, e tu gli chiederai di venire dicendo che una tua amica vorrebbe conoscerlo" dice con fare ammiccante.

"Vacci tu da lui a parlargli" mi metto a braccia conserte. Odio essere un tramite, sono una ragazza che se vuole qualcosa se lo prende da sola (e vorrei sottolineare da sola), non sopporto chi non lo fa.

"Sono così gelosa di te e lui, anche se so che a te piace lo sgorbio. Io non posso parlarci, mi friendzonerebbe come fa con tutte" fa i capricci come una bambina e sbatte i piedi.

Il Fratello Sbagliato.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora