Capitolo 13.

19 2 0
                                    

Le settimane sono scorse velocemente e la primavera ha fatto capolino all'improvviso.

Non c'è niente di più carino della pioggia a marzo. Anzi del freddo il mattino, del caldo del pomeriggio e del gelido inverno della sera.

Lo sanno tutti che vestirsi a cipolla è da sfigati e io non posso permettermi di mettere una t-shirt e una felpa. Ma dove siamo, a ginnastica? Sbuffo guardando l'armadio, la scrivania e la sedia piena di vestiti.

Odio la primavera. Odio i pollini e l'allergia. Mentre cerco l'antistaminico nei cassetti della scrivania, mi imbatto nel libro di Alessandro e perdo un anno di vita.

Non pensavo mi facesse ancora quest'effetto, credevo di averlo dimenticato..In modo autonomo torno all'ultima conversazione che ho avuto con lui:"tu sei stata la mia prima volta ed ero un po' impacciato". La mia risposta è stata talmente tanto imbarazzante che non sono più riuscita a guardarlo in faccia. Non che lui abbia mai provato a parlarmi ovviamente. Lui e Giorgia sono la coppia dell'anno e quando non è con lei, non esisto. So che non mi guarda perchè ho un sesto senso e un amica che lo osserva per me quando passa; e dopo aver fatto il lavoro sporco mi chiede "ma come fai ad uscire con Alessio e avere una cotta per suo fratello?"

Alzo gli occhi al cielo e faccio la solita battuta per oche "Perché accontentarsi di uno se si puoi averli entrambi?" Così lei ride e dice "Hai ragione, vorrei essere nei tuoi panni"

Beata ignoranza.

In realtà non so spiegarmelo: è come se un fratello avesse il mio corpo e sapesse come muovere i miei fili e l'altro invece avesse la mia testa. Non ne preferisco ne uno e ne altro, sono solo diversi e sono il mio miele.

Io la mosca. Anzi farfalla, che è più elegante. Quindi, loro sono delle lampadine?

Come ormai d'abitudine, mi sto dirigendo a casa di Alessio per goderci il venerdì sera insieme. Questa è una cosa che è cambiata, al posto di andare a far baldoria da qualche parte stiamo in camera sua a guardare un film. No scherzo, non guardiamo il film. Cioè lui va, siamo noi che non gli stiamo dietro.

Lui mi sta dentro. Rido tra me e me per la pessima battuta a sfondo sessuale.

"Cosa ridi tesoro?" chiede mia madre mettendo la freccia per svoltare a destra.

"Pensavo alla battuta dell'allenatore di oggi" rispondo prontamente. Noto che siamo praticamente arrivati.

"E cosa ha detto? Mi piace molto Claudio come allenatore però è troppo severo (..)" perdo il flusso del discorso notando la macchina che parcheggia davanti a casa di Alessio "Si insomma non mi sembrava il caso di farti entrare così tardi in campo. Dovrebbe sapere le potenzialità delle sue giocatrici.." la interrompo.

"Si ok, ciao mamma" dico raccogliendo le mie cose per uscire.

"Mi raccomando Rebecca, ricordati di avere rispetto per te stessa anche nell'atto sessuale" dice lei con un'espressione risoluta.

"Cristo mamma che schifo" le dico sbattendo la portiera. Lei non aspetta un minuto di più e si dilegua. Inizio a credere che più le persone invecchiano, più impazziscono.

Suono il campanello e si apre immediatamente. Attraverso il giardino per arrivare alla porta dove mi aspetta già Alessio con due Ipa in mano "Festeggiamo la tua vittoria alla partita?"

Osservo il suo abbigliamento da casa e noto che non è poi così tanto da casa. Di solito mi aspetta con una t-shirt nera e dei pantaloncini grigi, invece oggi è vestito molto bene: jeans attillati neri, una camicia bianca aperta e la giacca in pelle.

"Come mai vestito così bene?" chiedo prendendo la mia Ipa "Ales, lo sai che bevo solamente alle feste" mi fa passare per entrare in casa.

"E se ti dicessi che andiamo ad una festa? A casa di Luca quello di 5D" osserva la mia reazione sorridendo eccitato.

"Mi metti ansia, perchè sei così felice?" Lui non risponde e si avvia verso la macchina fischiettando.

Il Fratello Sbagliato.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora