Capitolo 12

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Pov. Annabelle
Mi sveglio di malumore, oggi è il giorno del funerale di mia madre e tutto ciò non fa altro che ricordarmi del fatto che ormai non ho più nessuno.

È ancora presto, il sole è appena sorto e si sentono i canti degli uccellini.

Mi preparo per la scuola anche se so che inizierà tra 3 ore circa.

Esco di casa e colgo una rosa rossa dal roseto del mio giardino. All'inizio non mi ero neanche ancora che esitesse, ma alla fine l'ho visto.

Scelgo accuratamente la rosa più bella, quella più fiorita. Taglio delicatamente il gambo con le forbici, stando attenta a non pungermi. Dopo di che prendo la rosa completa di foglie e spine e mi dirigo nel bosco.

Mi fermo da vanti ad un ruscello ed osservo per pochi istanti l'acqua scorrere veloce. Prendo la rosa e la lascio scivolare nell'acqua aspettando che la corrente la porti via con sé. Osservo la rosa mentre si lascia cullare dalle acque cristalline del ruscello ed innegabilmente alcune lacrime sfuggono al mio controllo. Ripenso a tutti i momenti passati con mia madre, a tutto ciò che abbiamo condiviso, alle sue carezze ed ai suoi abbracci.
È da ormai dieci anni che è morta ma mi manca terribilmente.

Oramai la rosa è stata completamente trascinata via dalla corrente, proprio come mia madre mi è stata portata via senza che io potessi fare nulla.

Chiudo gli occhi qualche istante godendomi i primi raggi di sole che mi accarezzano il volto asciugandomi le lacrime. Passo moltissimo tempo seduta sulla sponda del fiume a pensare a mia madre quando mi ricordo che devo andare a scuola.

Mi alzo  da terra togliendo alcune foglie secche dai jeans e mi reco fuori dal bosco per raggiungere la scuola.

Sono in ritardo di 15 minuti, ma non mi interessa, non oggi. Entro in classe senza neanche bussare e mi vado a sedere al primo banco libero che trovo.

" Come si permette signorina Stone! È in ritardo di 15 minuti! Se non fosse per il fatto che lei è nuova l'avrei già mandata in presidenza!" Mi urla contro il professore incazzato nero.

" Oh ma la faccia finita, ho la testa che mi scoppia." Dico seccata io.

" Ora basta. Non tollero più la sua insolenza!" Urla

" Oh be se è per questo io non tollero neanche la sua presenza" Gli dico calma.

" Ma i suoi genitori le hanno insegnato l'educazione?! Non so come faccia sua madre ad essere fiera di una figlia come lei!" Urla ancora più arrabbiato di prima. A quelle parole stringo i denti e chiudo i pugni.

"Perché non glielo chiede? Oggi poi è anche il suo giorno fortunato " Dico glaciale e tremendamente sfacciata.

Poi mi alzo velocemente e prendo le mie cose dirigendomi verso l'uscita della classe.
Sbatto la porta mentre sento ancora il professore urlare.
Vado al mio armadietto e ripongo dentro tutte le cose , poi mi dirigo verso i bagni.

Sono tremendamente arrabbiata ma anche tremendamente triste.

Mi sciaquo la faccia con l'acqua ghiacciata e mi guardo allo specchio. Ho le labbra più rosse del solito, gli occhi asciutti e fin troppo tristi.

Sento aprirsi la porta del bagno e mi volto trovandomi Ashley davanti. È furiosa, si vede dalle guance rosso fuoco e gli occhi da beta, ma quando mi guarda la sua espressione passa dall'arrabito al confuso.

"Perché hai reagito così Annabelle? Si può sapere che ti prende? Se non ti espellono è un miracolo! "Dice lei

Penso sia ora di dirglielo. Dice Alex
Per una volta concordo con te, ciao svampita

" Vieni con me" dico ad Ashley. Lei mi segue senza dire nulla mentre usciamo dall'ingresso sul retro della scuola.

La porto al ruscello dove stamattina ho lasciato una rosa per mia madre.

Arriviamo dopo 10 minuti e ci sediamo a gambe incrociate sulla riva. Io ho lo sguardo perso nel vuoto, lei mi sta fissando in attesta che incominci a parlare.

Faccio un respiro profondo e le rispondo tranquillamente.
"Mi madre è stata uccisa quando avevo 7 anni. Oggi è il suo anniversario" dico fissando l'acqua del torrente.

Lei mi guarda un po' sconvolta. Poi mi dice " Io...mi spiace Annabelle, non...
non ne avevo idea"

"Non ti dispiacere, non c'entri nulla" dico guardandola per la prima volta da oggi  negli occhi.

" Scusami " mi dice per poi abbracciarmi di slancio e stringermi forte.

" Non preoccuparti, è tutto a posto" dico sussurrando l'ultima parte.

Dopo qualche istante si scioglie dall'abbracciob e mi guarda intimorita come se volesse chiedermi qualcosa, dopo un po' mi domanda.
" Hai detto che è stata uccisa"

"Si, è stata ammazzata da ..... da mio padre, mentre i miei fratelli stavano a guardare" 

"Oh Dio" spalanca la bocca e mi guarda scioccata mentre le lacrime gli rigano il viso.

" I tre ragazzi che hai visto l'altra volta erano ...i miei fratelli" concludo

" Quindi è questo il motivo per cui hai reagito in quel modo?" Chiede

" Già " sorrido tristemente.

" Ma quindi te ne sei andata tu dal branco" dice con gli occhi lucidi spalancati

"Perspicace la ragazza, si me ne sono andata lo stesso giorno in cui persi mia madre. "  le rispondo mentre mi alzo e mi scuoto via alcune foglie.

"Dai, ora andiamo a casa, ho bisogno di una doccia e sinceramente sto morendo di fame" le offro una mano per alzarsi mentre lei sia asciuga le ultime lacrime e ridacchia.

" Ashley"

"Si ?" Mi chiede

"Prometti di non dirlo a nessuno?"

" Te lo prometto" e con un sorriso ci dirigiamo a casa.

La Lupa SolitariaTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang