16 Trystan

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16 Trystan

‹‹Stai giocando con il fuoco, fratellino.››
Rivolgo un'occhiataccia ad Asher e riporto l'attenzione sulla bistecca troppo al sangue nel mio piatto.
Avevo ordinato una media cottura, non un pezzo di manzo che scalcia ancora.
Avrei potuto rimandarla indietro, ma la verità è che non ho molta fame.
‹‹So quello che sto facendo.››
Mio fratello sbuffa, appoggiandosi all'indietro sulla sedia e allungando le gambe sotto il tavolo.
Mi passo una mano tra i capelli, combattendo l'impulso di guardarmi attorno, ben sapendo che cosa vi troverei.
Quando sono con Asher, la sensazione di essere osservato è sempre maggiore del normale.
Sono abituato ad andare in giro e ricevere occhiate di apprezzamento e sottili inviti dalle donne, ma Asher è completamente su un altro pianeta.
A trentadue anni, non solo è un affermato Broker di Wall Street, ma è anche uno delle persone più affascinanti che abbia mai incontrato e non lo penso solo perché è mio fratello.
Non sono tanto i capelli scuri, gli occhi grigi e il fisico asciutto a renderlo una calamita per le donne, ma soprattutto la barba corta perfettamente curata, in stile Robert Downey Jr. Sul mento spiccano dei peli grigi che lo fanno sembrare ancora più accattivante.
Una cameriera, con un elegante completo pantalone nero, si avvicina a nostro tavolo per chiedere se abbiamo bisogno di qualcosa.
Mi rivolge un'occhiata di apprezzamento prima di voltarsi verso Asher e lanciargli uno sguardo provocante passandosi la lingua sulle labbra.
Se da una parte è irritante uscire con mio fratello, dall'altra è rilassante, perché per una volta non sono io l'oggetto di tante attenzioni.
Lui la squadra da capo a piedi con una lunga occhiata prima di raddrizzarsi a parlarle con voce suadente.
Quando vede capelli biondi e un bel culo, Asher parte in quarta.
‹‹Ti ringrazio, ma per ora va bene così. Per ora.››
Le fa l'occhiolino e la poveretta, rossa in viso, si dilegua con un sospiro di piacere.
Non posso evitare di sollevare gli occhi al cielo.
Asher sa essere molto affascinante, soprattutto con le donne, ma è anche un gran bastardo. Da che ricordi, non h amai avuto una ragazza.
Ricordo ancora i rimproveri di mio padre quando beccava una ragazza che usciva dalla finestra di camera sua. Non è stato un buon esempio, perché nel coro degli anni, mio padre si è rassegnato a veder passare per casa nostra fin troppe ragazze.
Quando mio padre e mia madre hanno acquistato la casa, non avevano in programma di fare tanti figli. Pensavano a due, massimo tre bambini, per cui hanno comprato una casa con tre camere da letto e un giardino enorme dove farci giocare.
Era una delle prima case con due piani e una mansarda abitabile, in cui ha ricavato una quarta camera da letto quando mia madre è rimasta incinta la quarta volta.
Anche se sorpresi, sono stati felici di avere di nuovo dei bambini.
Mia madre non lavorava, viveva la sua vita per noi, anche se nostro padre la spronava a cercare degli interessi anche all'infuori delle mura domestiche.
Avevo due anni quando sono nati Kyan e Kohen.
Credo che mia madre avesse in programma di farsi chiudere le tube quando ha scoperto di aspettare Davison. Aveva poco più di trent'anni quando ha dato alla luce il settimo figlio.
Dieci anni della sua vita li ha passati a rimanere incinta e mettere al mondo figli, tanto che, sei anni dopo, ne ha avuto abbastanza di essere l'unica donna in mezzo a otto maschi.
Con Kohen che combinava disastri appena lei distoglieva lo sguardo e Asher che, a quattordici anni, già bazzicava con quelli dell'ultimo anno di liceo, scappando dalla finestra del primo piano quasi ogni sera, semplicemente ha detto basta ed è scappata con il postino, un tipo anonimo a cui Kohen ha legato i lacci degli scarponcini, attraverso la porticina del cane, quando aveva solo sette anni.
Non siamo mai riusciti a capire come abbia fatto a farlo rimanere fermo davanti alla porta il tempo necessari per fare quel lavoro.
Mio padre ne ha fatto una malattia, perché lui e nostra madre si erano innamorati al liceo e da allora non si erano più separati, ma aveva anche sette figli da tirare su e l'unico modo che ha trovato è stato quello di mettere delle regole severe in casa a cui ci siamo tutti malvolentieri adattati.
Questo ovviamente dopo che le prime tre babysitter sono scappate in lacrime, minacciando di denunciarci.
Sinceramente non ricordo esattamente cosa sia successo, ma Kohen riusciva sempre a coinvolgere suo Kyan e Davison in qualche malefatta. A dieci anni, io a Tyrell rimanevamo fuori casa fino alle sei perché avevamo appena iniziato a fare qualche sport. Abbiamo provato il football, ma non ci piaceva. Stesso dicasi per il calcio e il baseball. Ma intanto rimanevamo lontani da casa il tempo sufficiente per permettere a Kohen, all'epoca di otto anni, di combinare casini.
La prima babysitter, una ragazza di vent'anni anni che stava cercando di accumulare crediti per la laurea, ha avuto la pessima idea di addormentarsi sul divano.
Era esausta perché Davison aveva iniziato a girare nudo per il giardino, sotto la pioggia in pieno autunno. Lo ha rincorso per una buona mezz'ora prima di riuscire ad acchiapparlo per rimettergli i vestiti, ma nel frattempo si erano inzuppati fino all'osso, per cui aveva dovuto fare la doccia anche ai gemelli più grandi, che trovando il gioco molto divertente, avevano deciso di imitare il più piccolo dei Sanders.
Esausta, con i capelli ancora fradici, si era addormentata non appena i bambini avevano iniziato a guardare un cartone animato alla televisione.
Peccato che la calma non sia durata.
In silenzio, uno dei bambini, sospettiamo tutti sia stato Kohen, dato che il terrorista del gruppo è sempre stato lui, ha preso le forbici dal cassetto della cucina e ha tagliati i capelli della ragazza.
Quando si è svegliata, la poverina aveva metà testa in ordine e l'altra metà ridotta in condizioni pietose.
Non potrei definire come fossero perché nostro padre non mai riuscito a descrivere cosa avessero combinato i suoi figli.
So solo che le ciocche della poverina erano tutte di una lunghezza diversa.
La seconda è scappata dopo un tentativo mal riuscito di pittura con acquarelli.
Era solo la prima settimana e i più piccoli stavano ancora scontando la punizione per aver fatto impazzire la prima ragazza, quindi non aveva idea del pericolo cui stava andando incontro.
La seduta di pittura su tela si è trasformata in una battaglia di colori, che è terminata solo quando i bambini si sono coalizzati contro di lei, decidendo di darsi al Body Painting.
La terza è durata di più, ma anche lei se l'è filata quando i bambini le hanno devastato la borsa, tagliando il tessuto con le forbici e facendo coriandoli della tesi che teneva all'interno.
Alla fine mio padre ha capito che c'era bisogno del pungo di ferro e che dei bambini senza madre avevano bisogno di essere guidati severamente.
Le regole hanno funzionato.
Ad ogni infrazione, corrispondeva una punizione e la lista, nel corso dei mesi, è diventata molto, molto lunga, tanto che, non potendo evitare le malefatte, hanno imparato a non farsi beccare.
Dave si è progressivamente calmato, mentre i gemelli hanno continuato a seminare il panico. Kyan era l'angioletto che attirava la preda in trappola e Kohen era il diavolo che la combinava.
Nell'arco degli anni le dinamiche si sono evolute. Mano a mano che i più grandi andavano al college, noi ci allargavamo, tanto che, alla fine, io mi sono accaparrato la stanza sul retro, che io padre ha fatto costruire quando hanno scoperto dell'arrivo di Davison. Il mio gemello si è preso la stanza in mansarda, che ormai aveva anche un ingresso indipendente con una scala a chiocciola e gli altri avevano una stanza a testa.
Da tre camere da letto, la nostra casa è arrivata ad averne cinque, più uno studio che, successivamente, è stato trasformato nella camera di Davison.
Ora la casa è praticamente vuota. Nostro padre si è riappropriato della sua camera da letto e del suo ufficio, che ora è molto più utilizzato di prima.
La stanza sul retro, invece, è diventata una specie di sala giochi per Alice.
‹‹Comunque, per me non ci sono problemi. Se vuoi ti tengo Alice. Potremmo andare al cinema. Quando mi vedono con lei, le donne impazziscono.››
Lancio un'occhiataccia a mio fratello che si stringe nelle spalle.
È senza vergogna.
‹‹Lascia stare mia figlia. Fattene uno tu se proprio ci tiene.››
Lui solleva le mani, fingendosi scandalizzato.
‹‹Manco per sogno. Poi mi dovrei tenere pure la madre. Sai che i bambini mi piacciono e che adoro Alice, ma avere un figlio, al momento, non è in programma.››
Finisco il mio bicchiere di vino, rivolgendogli uno sguardo compassionevole.
‹‹Non sai cosa ti perdi.››
Lui sorride. ‹‹Prestamela una settimana, così lo capisco.››
Scoppio a ridere di gusto, perché ciò non accadrà mai.
‹‹Nemmeno per sogno. Prima di tutto, la vizieresti da morire ed è già abbastanza coccolata dai suoi zii senza che tu finisca di rovinarla. Secondo, non ho abbastanza spazio nell'armadio per tutti i vestiti che le compreresti. Sei un narcisista, Asher. Hai più vestiti tu nell'armadio della camera da letto che io e Alice messi assieme.››
Lui si stringe di nuovo nelle spalle, ma non ribatte. Non c'è molto da dire. Uno dei principali motivi per cui sta bene da solo è perché non deve ridurre lo spazio negli armadi per far spazio a dei vestiti da donna.
‹‹Va bene, va bene. Ho capito. Però, davvero, mi piacerebbe portarla al cinema. Ci sono i nuovi episodi di Masha e Orso e sappiamo entrambi che va matta per quel cartone.››
Asher ha ragione, come dimenticarlo.
Dopo il primo film ha voluto l'intero set scolastico a tema, più le scarpe. Mi ha fatto impazzire e ha fatto impazzire i suoi zii, che le hanno comprato la torta di compleanno, ovviamente, con sopra la cialda commestibile di Masha e Orso che si è rifiutata di farmi tagliare.
Ha insistito invece perché la mettessi da parte ed è rimasta in frigo fino a quando non sono riuscito a convincerla a buttarla via, dato che ormai la panna era ammuffita.
Un incubo.
‹‹Ti prego non me lo ricordare, ma direi che si può fare. Ha visto la pubblicità in televisione la settimana scorsa e ha ricominciato a darmi il tormento. Peccato che io proprio non abbia tempo di portarla.››
‹‹Allora lascia che ce la porti io. Dirò a Tyrell e Skyler di venire con noi e gli spiegherò un po' la situazione. Rimango, però, dell'idea che è una cavolata. Se anche Kyan dovesse prenderla bene, Kohen s'incazzerà di brutto.››
So che ha ragione, ma non riuscivo a sopportare l'idea che fosse sola, senza amici.
‹‹Non è nemmeno detto che si presenti.››
‹‹Però dovrai spiegargli perché noi non siamo andati.››
‹‹Conto di non doverlo fare. Dammi dell'ottimista, ma spero che la scusa del cinema sia sufficiente. Chi direbbe mai di no a Alice?››
Lui scoppia a ridere e mi guarda scuotendo la testa.
‹‹Non ti vergogni a strumentalizzare così tua figlia?››
Sollevo le spalle con noncuranza.
‹‹Per nulla. È lei a guadagnarci più di tutti.››
Asher alza il braccio per richiamare la cameriera, dato che ormai è evidente che abbiamo finito e, dopo aver pagato, usciamo dal locale, camminando per le gelide e ventilate strade di Manhattan.
‹‹Comunque, non mi hai detto perché volevi pranzare con me. Alla fine abbiamo parlato di tutt'altro.››
Asher tentenna un minuto buono prima di parlare.
‹‹Abbiamo un problema con un fornitore. Si è intascato l'acconto per i materiali e si sta dando alla macchia. Avere un fratello avvocato è decisamente utile.››
Niente di nuovo insomma. Non è la prima volta che capita.
‹‹Sai cosa mandarmi. A che ora passi a prendere Alice? Devo farla preparare visto che non rientro per cena.››
Ci salutiamo dopo un altro breve scambio di parole e torno verso il mio ufficio, più preoccupato che mai.
Se Julia dovesse presentarsi al Comedy Cellar si scatenerà un putiferio, ma i ragazzi se ne faranno una ragione. Ne sono convinto.
Se sto mettendo una pietra sopra al passato io, allora lo possono fare anche loro.

Promised Love. #1 Sanders Brother's Series.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora