RELAX: STOP THIS

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Ed eccomi rinchiuso nella mia stanza a fare le valigie, sospiro: anche quest'anno è finito.
Quest'estate ho intenzione di divertirmi, di non pensare minimamente a lei.
Di non pensare a me, sul banco di scuola perplesso e incazzato.
Scarlet ha proposto una vacanza tutti insieme nella casa in montagna di Irina, quindi Abigail la vedró solo per 10 giorni a metà luglio.
Adrian è cambiato, ora è un bravo ragazzo e non mi dispiace, peró mi manca, anche se molto in fondo, il suo sè che ho conosciuto.
Quest'estate starà a casa nostra per tutto agosto, mentre gli altri mesi andrà in Francia dalla sua famiglia.
León ha intenzione di andare in vacanza con Irina e poi dovrà studiare per recuperare il debito in filosofia.
Eureka non la conosco particolarmente e non ho la minima idea dei suoi piani, è nel gruppo semplicemente perchè è amica di Abigail e non le sembrava carino escluderla.
Abigail: non le parlo dall'ultimo compito in classe svolto insieme a fine maggio.
Ha iniziato ad evitarmi, ma non ne trovo il motivo o la ragione.
Mi siedo sulla valigia per chiuderla e poi riempio gli scatoloni con le mie cose personali.

Non ci posso credere.
È la prima volta che prendo un aereo in tutta la mia esistenza e il pensiero mi fa venire i brividi lungo il corpo.
Adrian scruta la mia reazione e ridacchia.
"Fifone"
"Stronzo" ribatto e lo guardo male; guardo al di là del finestrino e osservo l'ala destra sfiorare le nuvole.
Sposto lo sguardo sulle file accanto a noi: Scarlet è accoccolata al petto di Abigail con gli occhi chiusi che ascolta la musica.
Abigail dorme con la testa sorretta dal braccio che, con la sua manina, si appoggia goffamente alla guancia.
Irina e León stanno guardando un film avvinghiati fra loro, mentre Eureka è seduta accanto a un ragazzo che solo ora noto.
Quel ragazzo.
Socchiudo gli occhi e lo squadro: è il ragazzo che correva felice con Abigail gli ultimi giorni di scuola, nel cortile.
Ma chi è?
Si volta e mi fa un cenno con la mano che ricambio per gentilezza con un'alzata del mento nella sua direzione.
Scruto i suoi occhi familiari, hanno lo stesso colore di quelli di Abigail.
Che strano.

Scarlet bussa alla porta della mia stanza dopo aver sistemato la sua valigia.
La mia è ancora chiusa sul letto.
Sono rimasto affacciato alla finestra a contemplare il panorama abbastanza a lungo da poter perdermi nei miei pensieri.
A riflettere che forse si diventa pazzi quando si ha capito tutto nella vita.
Mi sorride ed entra saltellando.
"Alloraaaaa?" mi guarda.
"Perfetto" mormoro abbracciandola e inalo il suo profumo ai fiori di pesco.
Si stacca e mi guarda negli occhi.
"Ti aspettiamo in cucina per la cena" sorride contenta prima di lasciarmi di nuovo da solo.
Tolgo i vestiti dalla valigia e li sistemo nell'armadio e nei cassetti prima di scendere le scale.
Il soggiorno è areato, il profumo delle foglie conifere si mescola in perfetta sintonia con quello del fritto cucinato da Abigail.

Sorrido con l'acquolina in bocca mentre prendo posto accanto a León.
Alzo lo sguardo ed incrocio quello del ragazzo che non ho la minima idea di chi sia.
Abigail ci serve la cena e percepisce l'elettricità negativa fra me e lo sconosciuto.
In questo momento ho più punti interrogativi che punti di riferimento osservando ciascuna di queste persone.
"Oh" mormora mentre si accomoda fra Scarlet e Irina, mi guarda.
"Andrew, lui è Stefan" sorride mentre sposta lo sguardo sul ragazzo che sembra conoscermi da una vita.
"Sono suo fratello" puntualizza mentre allunga la mano verso di me e io gliela stringo.
La familiare freddezza delle sue mani mi sorprende: identica a quella di Abigail, solo con una presa più decisa.

Da quando ha un fratello?
Le avrà parlato di me?
Le domande si accavallano nella mia mente mentre taglio la carne con l'impanatura croccante.
In effetti i loro lineamenti sono molto simili, anche il colore dei capelli è quasi identico: Abigail ha i colpi di sole chiari, ma senza quelli il suo biondo naturale sarebbe uguale a quello del fratello.
Mi alzo di scatto dal tavolo ed esco nella veranda che si affaccia sul cortile.
Dovrei essere uno specchio che non riflette, invece mi sembra di esporre ogni particolare della mia anima.
Prendo un lungo respiro mentre mi lascio circondare dal panorama: le montagne dalle punte innevate con i passi fra esse rivestiti da distese di erba verde menta.
Una brezza fresca mi avvolge e un buffetto d'aria esce dalle mie labbra schiuse quando una mano piccola e fredda prende la mia e ne intreccia le dita.
Mi volto a guardarla: indossa un felpone enorme, le arriva alle ginocchia e sotto deduco che porta semplicemente un paio di pantaloncini, forse neanche quelli.
Il suo profumo si mescola con quello della felpa e la fragranza che inspiro mi piace.
Ha i capelli spettinati in morbidi ricci sciolti sulle spalle, cosa che prima non avevo notato.
Non ho notato nulla, prima mentre eravamo seduti a tavola perchè ero troppo accecato da una futile gelosia.
Struccata sembra ancora più piccola, bella e innocente.
Rabbrividisce e la attiro al mio petto per scaldarla accarezzandole la schiena.
Il suo cuore batte piano, come il battito delle ali di una farfalla, il suo respiro si appesantisce.
Chiudo gli occhi inebriato dalla situazione: certi momenti durano per sempre, hanno il senso della vita.
Rifletto, se non ci provo non avró mai altre occasioni come questa.
Non avrà mai un pezzetto di cuore con inciso il mio nome se non le dico la verità sui miei sentimenti.
Trattengo il respiro e un'ondata di calore mi avvolge.
"Ti amo Abigail" mormoro con un filo di voce accanto al suo orecchio.
S'irrigidisce per poi allontanarsi appena da me.
Le lascio prendere le distanze che preferisce e la guardo negli occhi, distoglie lo sguardo abbassando la testa.
Perchè non mi guarda mai negli occhi?
Cosa nasconde sempre?
I ricci perfetti le ricadono accanto al viso mentre non mi guarda, mentre non mi dice neanche mezza parola.
Dovevo lasciare perdere, invece ho rovinato quel poco che c'era fra noi fino a un minuto fa.
Sono un emerito coglione egoista che la vuole tutta per sè, che le piaccia o no.
La guardo e capisco che i sensi di colpa la attenagliano mentre cerca una risposta.
Perchè ovviamente non è un sentimento ricambiato.
Non ricambia il mio amore.
Sono solo un cagnolino che le corre dietro, un giocattolo che si diverte a sfruttare al meglio finchè dura.
Si volta e rientra in casa con passo svelto.
Ed eccomi qua con la vista che si appanna e il cuore che si spezza definitivamente.

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