7. I ricordi fanno male

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Erika's p.o.v
Erano le tre e io non ero psicologicamente e fisicamente pronta a questo "appuntamento". Pensavo a come avrei dovuto comportarmi, cosa avrei dovuto dire o fare. Decisi di mettere fine a questi miei emblemi e iniziare a prepararmi; frugai nell'armadio per almeno mezz'ora, di solito vesto sempre molto sportiva ma non posso presentarmi in felpa e jeans. Infondo al mio armadio trovai una camicetta semi trasparente e dei pantaloni larghi che arrivavano alla caviglia andavano più che bene, perlomeno ero anche elegante come scarpe misi solo delle semplice ma amatissime converse nere. La tensione era troppa. Dopo 30 minuti sembrati un'eternità suonò il campanello. di fretta e furia scesi le scale e aprì il portone trovai davanti ai miei occhi Matt era stupendo ci fissammo per attimi che sembravano infiniti.
-Sei...sei stupenda-disse balbettando le sillabe e toccandosi imbarazzato la nuca
-Anche tu non scherzi- in effetti era vero la maglia gli fasciava il petto alla perfezione, il blu gli dona particolarmente bene. Avrei voluto innamorarmi di lui, era perfetto in tutti gli aspetti ma...ma in testa ho l'oceano racchiuso in due splendenti occhi, devo dimenticare il suo sguardo intenso o il suo essere stronzo, la sua voce che cullava le mie orecchie. Non saprei identificare bene quello che provo per lui; lo odio ma i suoi occhi scongelano la mia freddezza e non posso evitare questo effetto.
-andiamo madame?- disse il Matt gentiluomo.
-certo sua altezza- dissi reggendo il gioco. E fu così che ci ritrovammo al parco mano nella mano, esattamente non so quando tutto questo accadde so solo che adoro il calore che addolcisce la mia mano perennemente fredda, ci andammo a sedere su una panchina parecchio isolata, parlammo molto per ore oserei dire, mentre all'improvviso venimmo interrotti da gemiti provenienti probabilmente da dietro l'albero, furtivamente io e Matt ci incamminammo incuriositi, ciò che vidi non perché ma mi fece male, un dolore che non avevo mai sentito prima, non aveva niente a che vedere al dolore che provavo quando pensavo alla morte del mio angelo. No questo era fottutamente diverso una pizzico di gelosia mi attraversò la mente, presi la mano di Matt andammo alla panchina e non so perché forse per far ingelosire Nash o forse perché ne avevo bisogno, presi il viso di Matt tra le miei mani mi avvicinai a lui delicatamente quasi come se io avessi paura di fargli del male, e lo baciai ma non uno di quei baci appassionati era uno di quelli dolci che ti faceva desiderare di più, ma non provai niente avrei voluto sentire le farfalle svolazzare libere nel mio stomaco, e sentire quel solletico piacevole alla pancia, o avrei voluto sentire i brividi che pungevano la mia pelle come aghi avrei voluto giuro ma niente di tutto questo mi accadde.
-Non so come dirtelo, ma giuro Erika che mi piaci fottutamente tanto, vuoi...esserelamiaragazza?-dovevo dimenticarlo, dovevo innamorarmi di Matt così assurdamente accettai, e in lontananza potevo capire che Nash aveva visto e sentito tutto, furiosamente cacciò via la rossa e si incamminò lontano da noi.

Pov's Nash
Dopo che ho sentito che Erika e Matt sarebbero dovuti uscire insieme, la rabbia mi sovrastò quindi chiamai Molly per sfogarmi. Lei era convinta di essere la mia ragazza ma non era assolutamente così, dopo quello che successe a Merethit non avrei voluto più avere una ragazza al mio fianco, soffrirei soltanto. Così le scrissi di vederci al parco, arrivai e la trovai già li ci nascondemmo dietro un albero molto molto isolato dagli altri. Girai la testa, vidi Erika che mi guardava sbalordita quasi delusa, poi la vidi prendere la mano di Espinosa, lo portò in una panchina non molto lontana e lo baciò, la rabbia piano piano saliva, sposato con furia Molli di lato, sentì due semplici parole: "si" che fecero scattare in me la furia, andai via lasciando li Molli scioccata. Non so perché ho reagito così infondo neanche la sopporto è perennemente fredda con tutti è stronza e troppo ironica, non so perché ma in lei c'è qualcosa che la tormenta e che mi attira. Io Nash Grier prometto di scoprire ciò che nasconde a costo di tutto, la conquisterò e poi la lascerò avendo già cosa mi serviva. Non mi innamorerò più non di nuovo, non posso permettermi di soffrire, nessuno sarà come lei, nessuno potrà mai sostituirla. Mi odio per avere annientato l'unica cosa che riusciva a salvarmi e pagherò per questo.

Ale's p.o.v
Sono le 4 del mattino e non riesco a dormire così mi sciacquo il viso e torno in camera, Kikka dorme beatamente nel letto così mi sdraio accanto a lei mettendo le cuffie. Mentre le note di "Faded" mi rimbombano nelle orecchie ripenso a tutto quello che ho passato nei miei 18 anni di vita.
*Flashback*
-Mamma, mamma rispondi, mamma ti prego.- mormorai tra le lacrime, non può morire, la mia mammina non può morire, resterei da sola con quel mostro...
-Tesoro- mi chiamò mi madre piano, subito alzai il mio sguardo su di lei. -Dimmi mamma..- dissi tra le lacrime -Io non ce la farò, ma tu sii sempre forte, sorridi e vai avanti.- disse accennando un sorriso -ti prego mamma, non abbandonarmi- dissi tra i singhiozzi. -ti voglio bene amore mio.- disse prima di abbandonarmi per sempre. Quel mostro l'ha uccisa e poi, per non farsi trovare dalla polizia scappò lasciandomi da sola, a soli 11 cazzo di anni.
*Fine flashback*
"The monsters running wild inside of me, I'm faded..." ed è così che mi sento, distrutta.
Le tre ore passarono velocemente, erano ormai le 7:00 così svegliai Kikka che senza voglia si alzò dal letto. Ci vestimmo, fecimo colazione e ci dirigemmo verso scuola, "che un'altra giornata abbia inizio!" Pensai.

"Only  for you"//Cameron Dallas & Nash Grier."(Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora