17. - Bravado

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Parker Smith compie ventidue anni il prossimo dieci giugno ma guardandolo, sentendolo parlare e ragionare ne dimostra molti di meno o molti di più, dipende dalle situazioni e dagli argomenti trattati. È carino nel suo corpo fatto di vestiti colorati, che ricordano molto quelli dei cartoni animati, nei suoi occhi piccoli e color cioccolato fondente e nella sua risata forte e non imbarazzante. È un amico di Alexa, frequentano insieme la maggior parte dei corsi all'università ma a lei non è mai stato così simpatico. L'ho conosciuto un anno e mezzo fa e ai miei occhi è sempre sembrato un bravo ragazzo fin quando l'ultimo dell'anno, nell'enorme casa di Carlos (il ragazzo spagnolo amico di Kim), ho sentito le sue labbra ruvide che sapevano di imbarazzo e inesperienza sulle mie. È stato il bacio più corto e brutto di tutta la mia vita, e non che ne abbia dati molti. Dopo questa vicenda, nei giorni a seguire, Parker non smetteva di starmi dietro dovunque andassi. Era una situazione che non sapevo gestire, non sapevo gestire lui e i suoi sentimenti che provava per me. Il fatto che non ricambiassi nel modo in cui lui sperava gliel'avrò ripetuto fino allo sfinimento ma sembrava non importargli, ripetendo a tutti gli amici che avevamo in comune (e non) che un giorno mi avrebbe conquistata. Purtroppo o per fortuna, dipende sempre dai punti di vista, all'inizio di febbraio è dovuto tornare dalla sua famiglia a Liverpool per problemi a me sconosciuti. Pensare che arrivati a maggio mi ero dimenticata anche come fosse fatta la sua faccia e invece eccolo qui, che aspetta una mia risposta mentre gli occhi di Harry bruciano sulla mia pelle. Il tempo sembra congelato ed io non azzardo nemmeno un movimento per paura di sgretolarmi a terra senza accorgermene. Intercetto lo sguardo di Caitlyn che è già pronta ad intervenire e salvarmi dalle braccia strette di Parker. Trattengo il respiro quando sento la voce di Alexa.
"Levati, Smith" sibila lei, emettendo una smorfia "Anche a distanza di mesi continui a non piacerle, fattene una ragione" finisce lei per poi sorseggiare il liquido rosso nel suo bicchiere.
La meraviglia che passa tra i miei occhi non passa inosservata a nessuno e Parker, nonostante le parole di lei, continua a starmi appiccicato con il braccio sulle mie spalle.
Al mio fianco lo sento irrigidirsi e alzare il mento verso Alexa guardandola con occhi di sfida.
"Nessuno ha chiesto il tuo parere" sentenzia lui stringendo la mia spalla "Voglio sentirlo da lei"
Vedo Alexa pronta a scaraventargli l'intero tavolo addosso con l'aggiunta di parole poco carine, lo vedo nel suo sguardo fermo e arrabbiato. Decido che è arrivato il momento di prendere in mano la situazione.
"Nonostante abbia passato più di un mese a ripeterti che tu non mi piaci, siamo sempre al punto di partenza" dico io con voce fintamente calma mentre tolgo il suo braccio dalle mie spalle "E continui a non piacermi" lo guardo negli occhi e vedo dispiacere e sorpresa, come se davvero io gli avessi dato qualche possibilità.
"Ma, ma come" balbetta mentre si guarda intorno per poi ritornare con gli occhi su di me "E il bacio che ci siamo dati a capodanno? L'hai dimenticato?" domanda facendo la vittima. Mi agito sulla sedia perché le finte vittime non mi sono mai piaciute.
"Il bacio che tu hai dato a me, precisiamo. E non sai quanto vorrei dimenticarlo per quanto è stato brutto" ammetto e sento dei fischi da parte di Louis e Niall e la risata di Caitlyn. Lo vedo rabbuiarsi e incupirsi così mi affretto ad aggiungere "Non sono la ragazza giusta per te ma, ma so che là fuori c'è. Basta cercarla"
Mi guarda come un cucciolo abbandonato al ciglio di una strada buia e quasi mi fa pena. Senza dire una parola si alza dalla sedia e se ne va da dove è arrivato così mi lascio scappare un sospiro esausto, come se avessi corso troppi chilometri senza mai fermarmi.
"Finalmente!" esclama Alexa "Non se ne andava più" sbatte il bicchiere vuoto sulla superficie in legno e chiama il barista per un altro giro.
E mentre gli altri ritornano ai loro discorsi mi giro verso Harry che ha la testa china sulla sua birra smezzata, senza farmi accorgere da nessuno gli prendo il polso ignorando la sua resistenza e lo obbligo ad alzarsi per uscire da questo pub troppo rumoroso, mi incammino fuori stringendo la giacca e la sua mano. La temperatura è sempre la stessa e dalle mie labbra esce del fumo freddo e fastidioso. Passano pochi secondi e mi ritrovo tra le sue braccia con la guancia sinistra spalmata sul suo petto.
Lo stringo mentre parlo "Mi dispiace, ma non avrei mai pensato che si sarebbe presentato" comincio io per essere bloccata dalle sue labbra calde che mi regalano sempre così tanta sicurezza. Il bacio che ci diamo è lento e delicato, il freddo quasi non lo sento più stretta tra le sue braccia.
"Non devi dire niente" sussurra lui quando ci stacchiamo "Non c'è bisogno che tu dica nulla"
I suoi occhi sanno di amore e tantissime altre cose che devo ancora scoprire e che cerco di non dimenticare. Harry è un vortice di cose nuove, di baci nascosti e sogni da scoprire messi insieme da farmi girare la testa. Non voglio perderlo, non ora. Non nella sua complessità che sto imparando a conoscere, non nelle sue braccia che sono diventate il mio rifugio e non nei suoi occhi che mi regalano una marea di emozioni. Toccata da tanta intimità non voglio spezzare questo momento, quindi riesco solo a sussurrare.
"Lasciami toccare i tuoi sogni"
E forse, per un attimo, va benissimo così.

Smother / hsWhere stories live. Discover now