Secrets.

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LEGGETE ALLA FINE DEL CAPITOLO SE VOLETE FARE DELLE DOMANDE AI PERSONAGGI. ORA SPARISCO, BUONA LETTURA. 

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-Te lo ripeto. Perchè hai avuto quella reazione quando hai visto Magnus? Cos'è successo tra voi due ?- chiesi arrabbiato cercando di leggere nello sguardo del mio ragazzo ma senza troppi risultati. 

-Nulla davvero... E' solo che abbiamo litigato ieri pomeriggio mentre lavoravamo al progetto e lui se ne è andato da casa mia costringendomi a finirlo da solo, quindi sinceramente non ho voglia di vederlo. Scusa se la mia reazione è stata un po' esagerata.- io sapevo che stava mentendo, avevo sentito la sua conversazione con Jace al parco, ma non dissi niente e feci finta di credergli, avrei avuto la mia vendetta più tardi. La cosa importante era che lui avesse scelto me al posto di Magnus. Sin da quando avevo visto Alec speravo di riuscire a conquistarlo: la sua bellezza era qualcosa di non umano, i suoi occhi avevano un colore talmente particolare da far sembrare il cielo un disegno fatto da un bambino dell'asilo con dei pennarelli scarichi. I suoi capelli ricordavano l'oscurità della notte, ma anche la bellezza che essa racchiude, qualcosa di difficile da spiegare a parole, ma che quasi tutti riescono a capire. Lui era la mia luna: splendeva di una luce particolare, non ti abbagliava ma ti ammaliava, qualcosa di irresistibile e lui non se ne rendeva nemmeno conto. L'ho amato dal primo momento in cui l'ho visto, l'ho desiderato dalla prima volta in cui ho visto il suo sorriso e ho deciso che sarebbe stato mio in un modo o nell'altro, ero felice che non fossi dovuto ricorrere alle maniere forti. 

-Sai Lucas.- mi risvegliò lui, con la sua bellissima voce. -Io non ti conosco bene, nel senso, non so nulla del tuo passato, della tua famiglia... Non dico che sei costretto a parlarne, però dato che stiamo insieme mi piacerebbe sapere qualcosa in più su di te.- mi sorrise e io quasi persi il controllo, ma cercai di riacquistarlo, per paura di dire cose che non doveva sapere. -In realtà ho una famiglia abbastanza normale: un fratello e una sorella più grande, rispettivamente di 24 e 22 anni. Mia madre ci ha abbandonati un mese dopo la mia nascita e mio padre ci ha cresciuti interpretando entrambi i ruoli, ho vissuto un'infanzia felice anche senza mia madre, anche se la mancanza si sente.- vidi il suo sguardo: sembrava dispiaciuto, quindi gli sorrisi e gli dissi di non preoccuparsi, che era tutto apposto... E che erano quasi tutte bugie, ma quello non glielo dissi. 

-Scusa ma adesso devo tornare a casa, i miei tornano da un viaggio di lavoro e voglio stare con loro.-  mi disse accarezzandomi la mano con il pollice, facendomi sorridere. 

-Ok,certo, va pure. Ci sentiamo dopo.- mi stampò un bacio e poi si allontanò in direzione della fermata dell'autobus. 

Io tornai alla mia macchina e guidai fino a casa, se così si poteva chiamare. 

-Sono tornato.- urlai per avvisare la mia presenza, sempre che ci fosse qualcuno. Non si sentiva nulla, se non la finestra in sala che sbatteva leggermente per il vento che si era alzato da poco. 

-Papà?- nessuna risposta. 

-Jonathan?- silenzio. 

-Alissa?- nulla. 

Probabilmente erano usciti tutti. O forse non erano ancora rientrati dalla notte precedente, diedi uno sguardo all'orologio appeso al muro della cucina: 17:47. Strano, di solito non stanno fuori così tanto... Cercai di non pensarci e di salire in camera, farmi una doccia e poi dormire, sperando che nessuno della mia famiglia venisse a disturbarmi. 

Mentre ero sotto il getto dell'acqua calda e mi stavo rilassando, sentì la porta di casa sbattere: segno che erano tornati. I miei muscoli si irrigidirono e ringraziai il cielo di essere in una stanza chiusa a chiave. Anche se non penso sarebbe bastato. 

EXPOSED|| MALEC.Where stories live. Discover now